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L’esercito del selfie, i “social media” e l’impegno politico

da | 7 Ott 2023 | Cobas Scuola, Discussione, Materiali

di Piero Bernocchi dal giornale-rivista "COBAS"

Proponiamo qui l’incipit di un recente contributo di Piero Bernocchi pubblicato nel numero autunnale del giornale-rivista “COBAS” in cui propone una serie di riflessioni sulla società dell’immagine e della comunicazione di cui siamo compenetrati. G.Z.

L’esercito del selfie, i “social media” e l’impegno politico

Sostengo da tempo, con alterne fortune, l’enorme influenza del protagonismo individuale, in teoria illimitato, sui social media e i suoi effetti negativi sul protagonismo collettivo, in particolare su quello politico extra-istituzionale, di base, di movimento. In tale mio impegno, ad esempio ho provato, in particolare in riunioni e assemblee COBAS Scuola e convegni CESP, a dare una spiegazione non convenzionale di un fenomeno descritto negli ultimi tempi da parecchi insegnanti: e cioè l’ossessiva e apparentemente maniacale necessità della quasi totalità degli studenti di avere con se in permanenza, e in consultazione continua, il proprio smartphone, al punto da manifestare una specie di “crisi da astinenza” se ne vengano separati per qualche ora durante le lezioni (pare che, in tal caso, tanti studenti guardino gli armadietti, in cui sono provvisoriamente chiusi gli smart, come se ci fosse imprigionato un animaletto amatissimo in sofferenza).

In tali consessi, ho espresso la mia opinione che non si trattasse dell’effetto di semplice rincoglionimento collettivo e di effetti “decerebranti” dei social, ma di qualcosa di più complesso e profondo, attinente ad un bisogno spasmodico di protagonismo individuale. Per spiegarmi meglio, ho fatto un paragone con un’analoga necessità, seppur su livelli di protagonismo apparentemente ben più motivati e “produttivi”, dei leader politici, e in generale dei politici in carriera, di restare in permanenza collegati con il sociale di dare in continuazione segnali della propria presenza nelle quotidiane baruffe e polemiche politiche. E ho posto la domanda: seppur su piani apparentemente non confrontabili per importanza, appare così inverosimile che la stessa frenesia di protagonismo social del politico in carriera, o dell’intellettuale famoso o del sindacalista celebre o del protagonista del mondo dello spettacolo o sportivo, colpisca anche milioni di giovani e meno giovani che sentono un’analoga necessità di segnalare la propria presenza nell’agone sociale, amicale, familiare? Con il conseguente bisogno frenetico di non perdere manco una battuta del dialogo incessante con i propri follower o più semplicemente con gli “amici di tastiera”, con i gruppi sociali e amicali con i quali sono, attraverso le innumerevoli chat, in collegamento permanente?

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Pubblicato da: Cobas Veneto

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