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I militari nelle scuole del Veneto. Propaganda live.

da | 1 Apr 2023 | Autodifesa, Cesp, Discussione, Materiali

I militari nelle scuole del Veneto. Propaganda live.

Dopo oltre un anno di guerra in Europa, sul balcone est dell’Unione Europea e quindi dell’Italia, ci troviamo con un Governo che finge di operare per una risoluzione pacifica del conflitto in corso nel mentre, appartenendo alla NATO, ne è coinvolto direttamente e per tale ragione continua a inviare strumenti di sostegno allo scontro militare, e ad ampliare lo stanziamento delle spese militari. A poco sono valse le ripetute iniziative prodotte dai movimenti pacifisti ed antimilitaristi, per nulla pesano i sondaggi che stimano in oltre il 60% gli italiani contrari all’invio delle armi: lo scontro per la ridefinizione degli ambiti di dominio, gli interessi geopolitici e di controllo delle risorse passano come carri armati sul desiderio di pace dei cittadini di tutti i paesi.

Se questo si da ufficialmente tra le maglie istituzionali della governance italiota, velato dalle smentite del ministro Crosetto e confuso dalla retorica patriotardo-familistica della premier Meloni, in modalità ufficiosa dilaga una propaganda militaresca di cui non abbiamo memoria.
Un costante lavorio nel sistema di comunicazione-informazione di cui siamo giocoforza fruitori ma che giunge a permeare anche il mondo dell’istruzione e della formazione, in cui siamo operatori, spesso direttamente coinvolti.

Se nelle scuole superiori, già da tempo, era in uso l’ingresso dell’Arma dei Carabinieri, della Finanza, della Polizia di Stato e postale per dibattere – in qualità di esperti – temi relativi alle sostanze psicotrope, alle frodi e ai pericoli presenti nella rete internet o nei social-media, alla sicurezza nella circolazione stradale, ora la presenza anche delle stesse Forze Armate è dilagante.
Se sicuramente il PTCO che ha funzionato da ‘passe partout’ nelle scuole offrendo una facile soluzione alle difficoltà di rinvenire ‘imprese’ adeguate e sicure per una obbligatorietà formativa insensata, non si comprende la presenza militare nelle scuole dell’istruzione primaria di primo e secondo grado se non si adopera la lente della ‘propaganda’ e la necessità di riesumare, rilanciandolo, il fascino sociale della ‘divisa’.

Così se eravamo vaccinati alle sporadiche apparizioni degli Alpini nel Bellunese, della Marina nel Veneziano, dell’areonautica nel Trevigiano e un mix di questo nelle altre provincia del Veneto, ora abbiamo un proliferare di incontri sparsi negli Istituti Comprensivi.
Nel mese di febbraio i Carabinieri hanno incontrato oltre 500 allievi delle scuole di Trissino, Valdagno e Montecchio Maggiore, ora stanno incontrando gli istituti di Crespadoro, Arzignano e Montebello, tutti in provincia di Vicenza.
Il 31 marzo ad Este, nella Bassa padovana, i Carabinieri hanno ospitato tre classi della Scuola Primaria Istituto Comprensivo Statale G. Pascoli in caserma. Non in classe o in aula magna bensì in caserma, qui sono state illustrare uniformi, equipaggiamenti (armi?!!), mezzi e compiti dell’Arma.
In caserma. Stiamo andando oltre il discutibile, oltre il tollerabile.

CESP del Veneto
Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole

Pubblicato da: Giuseppe Zambon

Presidente Cesp Veneto

Mozione per la pace e la difesa dei diritti umani in Palestina  Collegio docenti dell'IIS Giovanni Valle

Mozione per la pace e la difesa dei diritti umani in Palestina
Collegio docenti dell'IIS Giovanni Valle

Mozione per la pace e la difesa dei diritti umani in Palestina

Come docenti impegnati nella promozione dei valori democratici, del pluralismo, della cittadinanza attiva e della difesa dei diritti umani, sentiamo l’urgenza morale di prendere pubblicamente posizione in merito alla tragedia umanitaria che si sta consumando in Palestina, che coinvolge decine di migliaia di vittime innocenti, tra cui un numero senza precedenti di bambini e di civili. Le notizie e le immagini di interi quartieri rasi al suolo, di ospedali bombardati e resi inagibili, di bambini mutilati e insanguinati, di medici, infermieri e giornalisti presi di mira e trucidati, di centinaia di civili affamati e uccisi mentre aspettano un sacco di farina, meritano attenzione, non indifferenza, anche e soprattutto ora, di fronte a un nuovo, spaventoso teatro di guerra in Medioriente che rischia di occultare quelle immagini, fino a farcele dimenticare.

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