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Mozione Collegio Docenti DL36

da | 15 Giu 2022 | Autodifesa

In allegato il testo in calce per chiunque voglia usarlo (in 4 formati diversi).

Al
Ministero della Pubblica Istruzione

All’Ufficio
Scolastico Provinciale
di __________

All’Ufficio
Scolastico Regionale
del __________

e
p.c. Alle Organizzazioni Sindacali

Agli
Organi di Stampa

Il Collegio dei Docenti dell’Istituto di Istruzione Superiore
__________ di __________, riunitosi in presenza presso la sede centrale in via Tiziano Minio, il __ giugno 2022, in merito al decreto ministeriale 36/2022 – su reclutamento e formazione degli insegnanti – esprime le seguenti considerazioni e formula le successive richieste.

Con la pubblicazione del Decreto Legge n. 36, in Gazzetta Ufficiale del 1° maggio, il Governo interviene pesantemente su molti aspetti della
vita della scuola che, da autentica risorsa per il Paese, torna ed
essere terreno di tagli di spesa e di scontro politico-ideologico.

I documenti di programmazione economica pluriennale non prevedono investimenti, ma tagli che puntualmente il sistema subisce da  decenni. Il Decreto interviene a gamba tesa in questioni che dovrebbero essere trattate all’interno del C.C.N.L..

Ancora una volta si decidono questioni di grande rilievo per il sistema scolastico attraverso atti unilaterali, sfuggendo da ogni confronto in sede parlamentare e con il mondo della scuola. Questo dopo dueanni di pandemia e con una terribile guerra in corso alle porte dell’Europa.

Il Governo tira dritto, nonostante lo sciopero del 30 maggio e le
reazioni sindacali e delle associazioni di categoria, unanimemente
contrarie.

Per attuare quale grande riforma?

Si introducono per decreto le nuove modalità di reclutamento dei
docenti: un percorso umiliante e senza fine per i futuri insegnanti,
che dovranno, prima di accedere al concorso, farsi carico
dell’acquisizione di ben 60 C.F.U., a cui seguiranno un anno di
prova, un test finale e l’inserimento in un sistema di formazione e
di controllo permanente.

Si prevede, inoltre, la “Formazione in servizio incentivata”. In
pratica si riprende il concetto di formazione obbligatoria prevista
dalla Legge 107/2015, prevedendo l’accesso obbligatorio per i
neo-assunti ad un percorso di formazione triennale che il docente
svolge in ore aggiuntive rispetto a quelle di didattica in aula
previste dalla normativa vigente. Il tutto sfocerà in una serie di
verifiche annuali ed una finale, superate la quali il docente potrà
ottenere l’agognato premio: un contributo una tantum, un premio in
denaro elargito ad un massimo del 40% dei richiedenti.

Nel frattempo non si affronta il tema del precariato, anzi il sistema di
reclutamento delineato, ulteriormente appesantito nei tempi e nei
requisiti rispetto ad adesso, appare oltremodo punitivo e non in
grado di risolvere la piaga del lavoro precario.

Non soddisfatto, il Governo introduce l’ennesimo carrozzone, a guida
I.N.VAL.S.I. ed I.N.D.I.R.E – la Scuola di Alta Formazione – che
definirà i nuovi percorsi e si occuperà di accreditare e verificare
le strutture che dovranno erogare i corsi, per garantirne la massima
qualità, esplicitando che non vi potrà farne parte alcun docente
della scuola (Art. 44, comma 8).

Per trovare i fondi per questa riforma non sono previste nuove risorse: isoldi, come oramai da vent’anni a questa parte, sono ricavati
 sforbiciando di qua e di là.

Il primo taglio sarà quello degli organici, che saranno ridotti di
9.600 unità entro il 2030, portando ad un risparmio, a regime, di
387.000.000 annui.

Per pagare la formazione ai docenti, che sarà a cura di Università o
altri enti accreditati, si attingerà alla carta del docente. Si
prevede un taglio di circa 120 euro, riducendo i 500 euro della carta
del docente a 380 euro circa. Si toglie ai docenti per pagare i
formatori delle Università e degli enti di formazione.

Una formazione calata dall’alto, che drena risorse tagliando docenti e
togliendo ai docenti, frutto della volontà di perseguire risparmi
svalorizzando l’Istruzione Pubblica dello Stato.

Il P.N.R.R. avrebbe dovuto essere il momento per investire veramente
nella scuola italiana, riducendo il numero di alunni per classe e
migliorando le condizioni generali del mondo dell’Istruzione.

Il
Collegio chiede, dunque:

  1. Lo stralcio degli Artt. 44, 45. 46 e 47 del Decreto 36;

  2. Che le questioni inerenti il reclutamento e la formazione siano discusse con le parti e nei luoghi deputati (in Parlamento).

Chiede, inoltre:

  1. Maggiori investimenti dei fondi del PNRR per ridurre il numero degli alunni per classe;

  2. Il potenziamento degli organici docenti e ATA;

  3. La non riduzione della carta del docente e la sua estensione ai docenti precari;

  4. Il rinnovo del contratto di lavoro oramai scaduto da tre anni e 4 mesi, con aumenti significativi.

Padova,
il __ giugno 2022

Il
Collegio dei Docenti dell’__________

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Pubblicato da: Cesp Veneto

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Il CESP, Centro Studi per la Scuola Pubblica di Padova, è nato nel luglio del 2004. In questi anni, oltre a promuovere dibattiti, presentazioni di libri, rassegne cinematografiche e spettacoli teatrali inerenti al mondo dell’istruzione, ha sviluppato decine di convegni sul territorio.

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