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CONTRATTO ED EMERGENZA SALARIALE

da | 13 Feb 2025 | Autodifesa, Cobas Scuola

di Domenico Montuori*

In premessa, ricordiamo a titolo informativo ed esemplificativo che uno dei principali sindacati della scuola denuncia un’emergenza salariale per il personale ATA, con particolare riferimento ai collaboratori scolastici, il cui stipendio iniziale si attesta su appena 1.400 euro lordi al mese, equivalenti a meno di 1.000 euro netti. Non solo, i cosiddetti sindacati rappresentativi sottolineano, soprattutto in occasione dei rinnovi contrattuali e/o delle elezioni che coinvolgono il personale scolastico (CSPI e RSU), che le retribuzioni dei/delle docenti italiani risultano tra le più basse rispetto a quelle degli altri Paesi europei.

Queste prese di posizione appaiono contraddittorie, considerando che gli stessi sindacati hanno firmato il contratto scuola del 18 gennaio 2024, riferito al triennio 2019-2021, così come i precedenti, rivendicando sempre con enfasi gli aumenti salariali ottenuti per tutto il personale scolastico. Se davvero si riconosce che gli stipendi del personale ATA sono al limite della soglia di povertà, perché non si è intervenuti con maggiore determinazione nel garantire un rinnovo contrattuale che sanasse questa situazione? La discrepanza tra le dichiarazioni e le azioni concrete è evidente.

Allo stesso modo, se si riconosce che gli stipendi del personale docente sono tra i più bassi rispetto agli altri Paesi europei, perché non si è operato con maggiore incisività per ottenere un rinnovo contrattuale che garantisse un adeguamento retributivo più equo? Questa incongruenza mina la credibilità delle rivendicazioni dei sindacati cosiddetti rappresentativi e lascia il personale scolastico in una condizione di costante insoddisfazione economica e professionale.

I dati aggiornati sulla perdita del potere d’acquisto delle retribuzioni del personale scolastico sono allarmanti:

  • Collaboratori scolastici: perdita del 32,8% dal 1990 al 2024.
  • Assistenti amministrativi e tecnici: perdita del 33,5% dal 1990 al 2024.
  • Docenti scuola infanzia e primaria: perdita del 23,8% dal 1990 al 2024.
  • Docenti scuola secondaria di primo grado: perdita del 27,2% dal 1990 al 2024.
  • Docenti scuola secondaria di secondo grado: perdita del 31,2% dal 1990 al 2024.

Questi dati evidenziano una grave disparità tra l’aumento nominale degli stipendi e l’aumento del costo della vita, con conseguenze negative sul potere d’acquisto e sul tenore di vita del personale scolastico. Per il rinnovo contrattuale 2021-2024, sono previsti aumenti stipendiali tra il 5% e il 6%, mentre la perdita reale del potere d’acquisto, soltanto tra il 2020 e il 2024, è stata del 17%. Questo significa che gli aumenti previsti risultano del tutto insufficienti rispetto alle aspettative dei lavoratori e alla necessità di recuperare il potere d’acquisto eroso in oltre tre decenni.

Il mancato adeguamento stipendiale non solo penalizza i lavoratori, ma compromette anche la qualità del servizio scolastico, aggravando il problema della scarsa attrattività delle professioni nel settore. Gli stipendi inadeguati e l’assenza di reali prospettive di crescita economica e professionale disincentivano l’ingresso di nuovi insegnanti e personale ATA nel mondo della scuola, con ripercussioni sull’intero sistema educativo.

A ciò si aggiunge il fatto che la parte economica del contratto è scaduta nel dicembre 2021 e, a distanza di oltre tre anni, non vi sono segnali concreti di un rinnovo imminente. È inaccettabile che il personale scolastico debba attendere così a lungo per ottenere adeguamenti salariali che non solo risultano tardivi, ma anche del tutto insufficienti rispetto all’aumento del costo della vita.

Pertanto, chiediamo con determinazione che si passi dalle dichiarazioni ai fatti: il rinnovo del contratto deve prevedere aumenti salariali adeguati a compensare la perdita di potere d’acquisto accumulata negli anni. È necessario un intervento strutturale che garantisca stipendi dignitosi e allineati al reale costo della vita, per restituire valore e dignità a chi lavora ogni giorno nella scuola, contribuendo in modo essenziale al suo funzionamento.

Chiediamo i seguenti aumenti stipendiali – che restituirebbero semplicemente ai vari settori docenti ed ATA quanto perso per l’inflazione dal 1990 (ultimo contratto significativo e positivo, ottenuto grazie alle poderose lotte dei COBAS) ad oggi – per il personale scolastico con un’anzianità di servizio 0-8 anni (da proporzionare nelle successive fasce stipendiali e alla perdita reale annuale), in considerazione della perdita del potere d’acquisto:

  • Collaboratori Scolastici: +476,76 euro lordi mensili in;
  • Assistenti Amministrativi e Tecnici: +511,21 euro lordi mensili;
  • Docenti Scuola Infanzia e Primaria: +405,80 euro lordi mensili;
  • Docenti ITP: +405,80 euro lordi mensili;
  • Docenti Scuola Secondaria di Primo Grado: +517,66 euro lordi mensili;
  • Docenti Scuola Secondaria di Secondo Grado: +517,66 euro lordi mensili.

Questi aumenti rappresentano una misura necessaria e non più rinviabile per garantire condizioni di lavoro dignitose e giuste per tutti i lavoratori della scuola. È tempo di intervenire con azioni concrete per dare il giusto riconoscimento economico e professionale a chi ogni giorno svolge un ruolo fondamentale per la crescita e la formazione delle future generazioni.

*Domenico Montuori   Esecutivo nazionale COBAS Scuola
anche in TdS

Pubblicato da: Cobas Veneto

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