Davide Viero ci invia questo suo contributo al dibattito sulle “competenze” pubblicato su di una prestigiosa rivista che si occupa dei temi e problemi dell’educare, che volentieri pubblichiamo.
Il costrutto di “competenza”, rappresenta una vera rivoluzione per la scuola e va rimeditato criticamente attraverso l’aiuto di altre dimensioni, quali quelle culturale, storica, politica ed economica. In prima battuta c’è un aspetto linguistico del termine competenza che non è trascurabile, ovvero la sua connotazione positiva che abbassa ogni anticorpo verso questo termine. Chi infatti è a favore dell’in-competenza? Chi vorrebbe farsi operare da un chirurgo incompetente? Chi vorrebbe farsi aggiustare il la-vandino da un idraulico incompetente?
Cercherò di risemantizzare questo termine; un termine che nella scuola compare da poco più di 10 anni, in quanto prima era associato a professioni ed attività connotate da una componente pratica. In questa risemantizzazione mi farò aiutare da M. Foucault e dal suo “Ordine del discorso”. Secondo questo Autore, ogni concetto, ogni discorso non fluttuano nel vuoto e non vengono compresi grazie alla loro au-topoieticità, ma solo se si inseriscono all’interno di un ordine che li significa, che li contestualizza e ne dà il senso. Oggi quest’operazione è necessaria, soprattutto per noi insegnanti che con le parole ci lavoriamo. Le parole sono fondamentali, perché costruiscono mondi e perciò il loro uso deve essere consapevole, perché se le usiamo alla stregua di termini tecnici ci facciamo operatori inconsapevoli di ideologia, co-struendo mondi decisi da altri.
Mi propongo di individuare l’ordine del discorso che sta dietro al costrutto di competenza così come viene usato oggi; un ordine che permea tutta la scuola e che ha subìto una significativa trasformazione negli ultimi decenni. Così intesa, la competenza è la cornice che dà un senso unitario alle tante parole sulla scuola che sembrano slegate e disorganiche. Per svolgere quest’operazione prenderò come riferimento la Raccomandazione del Consiglio dell’Unione europea del 22 maggio 2018, nella quale si afferma proprio il costrutto di competenza nella scuola. Che cosa dice questo documento? E prima ancora, da chi è stato redatto? E col “chi” non mi riferisco ai nomi degli estensori, ma da quale organo.
Il Consiglio dell’Unione europea ha potere legislativo ma esso è composto dai ministri dei vari Stati europei. Dunque il potere esecutivo assorbe anche quello legislativo, in una torsione funzionale. Se il potere legislativo si caratterizza per la deliberazione a seguito della dialettica tra le molte e diverse parti della società, l’esecutivo ha di mira la realizzazione dello scenario frutto di questa dialettica. L’esecutivo lavora su di uno scenario già dato. Ma se il potere legislativo viene esercitato da quello esecutivo, chi stabilisce obiettivi e finalità, dato che l’ese-cutivo non è un potere rappresentativo ma pragmatico? Per avere meglio il polso della situazione, conviene riprendere qualche estratto della Raccomandazione.
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