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Discriminazioni pubblico->privato (TFR/TFS)

da | 9 Ago 2024 | Autodifesa, Cobas Scuola, Discussione

di Cobas Scuola del Veneto

un nostro iscritto ci scrive quanto segue

Come si sa il TFR o TFS è una somma di denaro che matura e si costituisce da una porzione di stipendio di qualsivoglia lavoratore dipendente che mensilmente viene prelevata durante gli anni di occupazione.

La consistenza del TFR (acronimo di Trattamento di fine rapporto), dipende ovviamente dall’anzianità di servizio e viene erogato generalmente alla fine del rapporto di lavoro.

Scrivo generalmente perché la possibilità di accedere almeno ad una parte di questa somma anticipatamente, vale a dire prima della cessazione del servizio, esiste ed è giustamente data ai lavoratori dipendenti, in base alle proprie esigenze personali o familiari e ai propri obiettivi finanziari.

Peccato che questa possibilità SIA DATA SOLO ai Lavoratori dipendenti del settore PRIVATO.

I Lavoratori dipendenti pubblici, quindi anche i docenti, devono aspettare di andare in pensione per entrare in possesso del proprio denaro e con tempi di attesa che vanno da un minimo di 2 anni ad un massimo di 5. Nel frattempo, se avessero emergenze o esigenze, possono sempre fruire di prestiti bancari a tasso poco agevolato! E novità del momento, da aprile 2024 nemmeno questo è più concesso.

Ora, Una recente sentenza del T.A.R. (3 novembre 2023 n.16305) ha bollato come incostituzionali gli orari di reperibilità per le visite fiscali stabilite dal D.M. n 206 del 17/10/2017, che per il pubblico erano quasi doppie rispetto al privato (7 ore a fronte di 4). Si sottolinea che in quel D.M. non era stato rispettato il principio di uguaglianza dei cittadini, come indicato dall’art. 3 della Costituzione. Adesso, a seguito di questa sentenza, da gennaio 2024, gli orari di reperibilità per le visite fiscali dei lavoratori pubblici sono stati allineati con quelli dei lavoratori privati.

A questo punto, mi pare di capire, che, a seguito di azioni legali, sia possibile modificare leggi ingiuste, che di fatto ledono la dignità e la serenità dei lavoratori del settore pubblico e nel caso del TFR, negando loro la libertà di fruire del loro stesso denaro.

Io credo che non ci sia ragione al mondo che possa giustificare quanto descritto e che occorra reclamare presso i sindacati e la politica, per intraprendere azioni idonee volte a risolvere questa discriminazione tra i lavoratori. Purtroppo, si sa, che per far muovere sindacati e governo, nelle contrattazioni inerenti, bisogna protestare molto e in TANTI!

Da oltre un decennio, i dipendenti pubblici hanno subito un illegittimo sequestro delle loro liquidazioni, erogate con modalità differite e rateali, causando ritardi che possono arrivare fino a sette anni. Questa pratica non solo li discrimina rispetto ai dipendenti privati, ma rappresenta anche una grave ingiustizia sociale, specialmente per coloro che raggiungono la pensione di vecchiaia o il limite ordinamentale per la permanenza al lavoro. Soprattutto in un periodo di alta inflazione, ogni dilazione erode nel tempo il potere d’acquisto di queste liquidazioni, aggiungendo un ulteriore danno al già inammissibile ritardo nell’erogazione delle stesse.
La Corte Costituzionale, nella sentenza n.130/23, che ha dichiarato la trattenuta del TFS in contrasto con il principio della giusta retribuzione sancito dall’art. 36 della Costituzione, oltre che discriminatoria: non vi è parità di trattamento tra lavoratori.
Il Governo non si è fatto carico di questa indicazione, i grandi Sindacati l’hanno segnata nel taccuino degli appunti, i Partiti latitano imbrigliati dalle loro beghe: tutti hanno perso di vista la realtà concreta. E da mo’ !!!!
Che fare? Con le petizioni non si ottiene nulla, perchè non uno sciopero di un paio d’ore solo su questo punto magari accompagnato dal deposito di una decina di ricorsi pilota sul tema?!!

Cobas Veneto

Pubblicato da: Cobas Veneto

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