Inizio 5 Cesp 5 IERI A ROMA, contro l’AUTONOMIA DIFFERENZIATA

IERI A ROMA, contro l’AUTONOMIA DIFFERENZIATA

da | 14 Giu 2024 | Cesp, Discussione, Primo piano

di micromega + Carlo Salmaso

Il 13 giugno, dalle ore 17.00, i Comitati per il Ritiro di ogni Autonomia Differenziata e il Tavolo NoAd siamo stati a Roma, in Piazza Montecitorio, mentre alla Camera dei deputati si starà discutendo, forse votando, il Ddl Calderoli, le cui più ricorrenti definizioni – da ‘Spacca Italia’ a ‘Secessione dei ricchi’ – colgono perfettamente senso e pericolosità.
Siamo stati  lì per una (S)veglia laica per la Repubblica, forti delle nostre ragioni in difesa dei diritti politici e sociali, per fermare il disegno eversivo dell’autonomia differenziata, contro cui siamo impegnate/i da quasi 6 anni. Neppure un voto eventualmente favorevole in Aula ci scoraggerà dal continuare nella nostra attività, fornendoci – al contrario – nuove motivazioni per contrastare il provvedimento nelle fasi che seguiranno, quelle delle intese e della loro attuazione.

Agli ultimi rilievi critici della Cei sull’autonomia differenziata, preoccupata per l’aggravarsi degli squilibri sociali e territoriali, il ministro ha fatto ‘orecchie da mercante’, ha udito ma non ha ascoltato. Il patto scellerato, lo scambio tra premierato e autonomia differenziata, siglato da Salvini e Meloni, non ammette infatti ripensamenti: vanno avanti, costi quel che costi, per rinsaldare il loro sodalizio di potere.

Ddl Calderoli: avanti tutta “contro la Costituzione, sordi a ogni allarme”
L’articolo 5 della Costituzione pone come principio fondamentale l’unità della Repubblica a garanzia dell’uguaglianza dei diritti di cittadine e cittadini, ovunque risiedano. Il nesso tra questi due elementi fondativi della nostra storia repubblicana è sancito nei primi articoli della Carta: volerlo infrangere significa separare ed emarginare le persone, a seconda della loro capacità economica e della regione in cui vivono.
Significa accrescere in maniera devastante diseguaglianze e squilibri territoriali, rinunciando – per sempre – a un progetto democratico di giustizia sociale per consentire il “pieno sviluppo della persona umana” e “l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori e lavoratrici all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”, come invece vuole la Carta Costituzionale.
L’egoismo ottuso, la logica dell’”uomo (o donna) solo al comando”, la fortissima volontà di “secessione dei ricchi”, rischiano di minare alle fondamenta il patto sociale. Noi continueremo a ostacolare questa deriva antidemocratica, liberticida, disfattista.

Pubblicato da: Redazione Cobas e Cesp Veneto
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