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VALDITARA, PROPAGANDA LIVE

da | 30 Mar 2024 | Cesp, Discussione, Primo piano, Senza categoria

di Beppi Zambon

Dalla fine degli anni ‘80 del secolo scorso il flusso migratorio ha assunto una importante rilevanza sociale, emergendo dai meandri dei rapporti internazionali pregressi, dai canali ecclesiastici che contingentavano l’ingresso dei futuri cittadini italiani “colorati”.
La legge Martelli del febbraio 1990 disegna per la prima volta in Italia un quadro normativo d’insieme sui fenomeni migratori in cui si affrontano temi quali l’asilo politico, la regolamentazione e la quantificazione degli ingressi, degli strumenti che si debbono approntare da parte delle istituzioni.
Di qui un susseguirsi di interventi legislativi volti a calmierare, rallentare, bloccare, respingere i migranti – dalla Turco/Napolitano, alla Bossi/Fini ai decreti Minniti, Salvini, Piantedosi – che hanno prodotto il disastro sociale che abbiamo sotto gli occhi, sebbene esso venga offuscato dai fumi e dai fuochi delle guerre in corso.
Si alzano “grida” in relazione ai migranti che ci “succhiano” 5 miliardi di spese ogni anno: sono meno di 1/3 di quanto spende la Germania (17 miliardi) e soprattutto va rilevato che il solo contributo fiscale dei lavoratori migranti (dunque quelli regolarmente assunti) è pari a 10 miliardi. Nel mentre spendiamo a profusione in armamenti e in spese belliche (circa 15 miliardi).
Teniamo presente che il loro costo pensionistico è pressoché nullo e quello socio-sanitario è molto basso se rapportato a quello di noi indigeni. Queste “grida” sono pura propaganda che alimenta il razzismo strisciante che spesso sfocia in violenza e discriminazione sociale.

Ancor di più sono propaganda, demagogia, falsità quanto va farneticando il ministro MIM Valditara a proposito degli alunni stranieri (oltre 8 milioni e mezzo di studenti nelle scuole italiane circa 860.000 sono allievi con cittadinanza non italiana, circa il 10% della popolazione studentesca), che con la loro presenza degraderebbero gli alievi nativi.
Senza considerare che di questi studenti stranieni, circa 550.000 (il 65%) sono stranieri di seconda generazione ovvero nati e cresciuti in Italia, che masticano la lingua della strada tanto quanto il loro compagn* di banco purosangue.
Ora quelli che frequentano le aule sanno che queste sono fandonie oltre che rozza e sgrammaticata speculazione razzista, lo hanno detto molt* insegnant* interpellat* dai giornali, radio e televisioni. Certo non possiamo sottacere le difficoltà rappresentate dal sempre troppo elevato numero di studenti per classe, la mancanza di fondi dedicati specificamente al superamento del ‘gap’ linguistico, la mancanza di mediatori linguistici e quant’altro utile all’uopo.
Altrettanto grave è la carenza strutturale – sottolineamo: non casuale anzi scientemente perseguita – di idonee strutture di ‘prima alfabetizzazione linguistica’ per gli adulti stranieri, uomini, donne e bambini, che sono lasciati a se stessi. Non è previsto formalmente uno sportello istituzionale – da Stato, Regione e Comune – che funga da informazione e instradamento verso gli adeguati canali dell’istruzione pubblica. Solo il volontariato sociale, laico o cattolico che sia, ha tamponato faticosamente svolgendo una funzione di supplenza pubblica, spesso osteggiato, questa scelta istituzionale volta a creare una stratificata diversificazione tra cittadini di serie A, B, C, D.
Una stratificaficazione sociale a cui corrisponde una diversificazione nell’applicazione dei diritti della persona e sociali, un controllo e una ricattabilità sociale corrispondente. Proprio di questo abbiamo discusso e ci siamo confrontati nel corso di aggiornamento CESP del 23 febbraio 2024, di cui qui trovate i materiali.

 

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Pubblicato da: Cobas Veneto

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