Inizio 5 Discussione 5 SOLO 2 ANNI FA …
di SANDRO MEZZADRA e BRETT NEILSON*

Queste sono le considerazioni finali proposte in un ampio articolo di Sandro Mezzadra (UniBo) e Brett Neilson (UniSidney), pubblicato sul portale euronomade.info, che prendono le mosse dall’invasione russa dell’Ucraina per giungere allo scenario di guerra del medio oriente: la guerra si è stabilmente istallata negli scenari globali.G.Z.

Sono scenari che sarebbe stato difficile immaginare prima del 24 febbraio 2022. La guerra, lo ripetiamo, è oggi al centro dei processi globali, la diffusione di quelli che abbiamo chiamato regimi di guerra scandisce il ritmo delle trasformazioni del capitalismo, condiziona e limita drasticamente il fronteggiamento della crisi climatica, determina un irrigidimento dei rapporti sociali, a partire dalle linee di dominio di genere e di razza che li innervano. Il nazionalismo si afferma in vecchie e nuove forme, anche in Paesi e movimenti che non hanno alcuna possibilità di governare su base nazionale i processi globali che li attraversano. Di più, il multipolarismo che caratterizza l’attuale situazione mondiale è diffusamente interpretato da governi e forze politiche dominanti secondo la prospettiva di costituzione di blocchi, l’uno contro l’altro armato. Non accade certo solo in Occidente, ma qui viviamo e qui dobbiamo lottare contro questa tendenza: questo significa oggi lottare contro la guerra.

Sotto il profilo dell’analisi, è importante dare conto dell’intreccio tra sviluppi geopolitici e geoeconomici, come abbiamo tentato di fare in questo breve articolo. Dobbiamo rifiutare, però, quel primato della geopolitica che sempre più caratterizza oggi non solo il discorso pubblico, ma anche le posizioni di quanti vedono nella formazione di un “campo” antioccidentale (spesso identificato nel “Sud globale”) l’alternativa su cui puntare. Mentre riconosciamo le opportunità che si aprono nello scenario multipolare, ribadiamo che la vera discriminante per noi è la qualità dei rapporti sociali e politici che prevalgono in ogni Paese e in ogni regione del mondo. E questa qualità è direttamente proporzionale all’intensità delle lotte per la libertà e per l’uguaglianza. L’opposizione ai blocchi e alla guerra non può che partire da qui.

Di fronte all’immane violenza dei bombardamenti israeliani su Gaza, un nuovo movimento si è espresso in molti luoghi, anche in Europa: è un movimento che combina diverse motivazioni, dal rifiuto della guerra alla solidarietà con il popolo palestinese, dall’orrore per il massacro e per l’incipiente pulizia etnica a componenti religiose e financo fondamentaliste. Questo movimento, nella sua complessità, rappresenta comunque il riferimento fondamentale per una politica contro la guerra. Cessate il fuoco, ora è la sua prima rivendicazione. Siamo consapevoli della differenza delle situazioni, e tuttavia come abbiamo cercato di spiegare, c’è un nesso essenziale tra Gaza e l’Ucraina. Cessate il fuoco, ora, a Gaza e in Ucraina è la parola d’ordine – difficile ma necessaria – per un movimento capace di invertire la tendenza globale alla diffusione dei regimi di guerra e di dare nuovamente un senso del tutto materiale alla parola “pace”.

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Cobas Veneto

Pubblicato da: Cobas Veneto

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