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L’infanzia nelle guerre contemporanee

da | 6 Gen 2023 | Discussione, Materiali

Segnaliamo questo lavoro di documentazione sulle guerre di Bruna Bianchi che è ospitato da ’comune-info.net’: ci sembra molto importante che si cerchi di informare sui lutti e le lacerazioni profonde che il delirio di onnipotenza imperialista porta con se.

“I bambini sono le vere vittime della guerra moderna. È abominevole il fatto che per ogni combattente ucciso, ci siano cinque bambini innocenti che hanno perso la vita per l’impatto della guerra” (Leo Ronalds, Save the Children Australia, 2019)

G.Z.


Ovunque la guerra aumenta la vulnerabilità infantile e moltiplica le occasioni di abuso. Il rapporto annuale del Segretario generale ONU del 2021, Children and Armed Conflict ha individuato 23.982 gravi violazioni dei diritti dell’infanzia nell’anno precedente con un aumento del 20% per quanto riguarda le violenze sessuali. La cultura dell’impunità e l’orientamento della strategia militare volta a colpire i civili hanno permesso queste sistematiche violazioni e impedito che si giungesse alla definizione di uno strumento giuridico a protezione dell’infanzia nei conflitti. La IV Convenzione di Ginevra del 1949 sulla protezione dei civili in guerra mancò di menzionare i bambini, lasciando un vuoto nel diritto internazionale. Da allora tutti i tentativi di considerare i bambini “zone di pace” sono falliti. In Protecting Children in Armed Conflict nel 2019 l’organizzazione non governativa Theirworld, Save the Children e la Global Health Academy dell’Università di Edinburgo hanno proposto uno strumento giuridico internazionale per la protezione legale dell’infanzia nei conflitti armati che, accanto a miglioramenti che potrebbero essere introdotti nel diritto internazionale e a forti pressioni sugli stati affinché sottoscrivano i protocolli e i trattati esistenti, potrebbe essere uno strumento importante per porre un argine alla violenza bellica nei confronti dei bambini. “Se l’umanità non riesce a collaborare per proteggere i bambini dagli orrori della guerra, si legge nelle conclusioni del rapporto, che speranza c’è per la cooperazione internazionale in altri campi?” (p. 16).

Anche la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia ha rappresentato una ben fragile barriera alla violenza. Michael Plunkett e David Southall, medici esperti in abusi infantili, hanno rivolto un atto di accusa contro tutti i governi che hanno firmato quella Convenzione e che continuano a esportare armi. “La vendita di armi e i diritti dei bambini sono concetti inconciliabili”. Già nel 1998 i due medici avevano scritto: “Per tutti coloro che sono implicati nella vendita delle armi può essere opportuno leggere il Preambolo della Convenzione delle Nazioni Unite e chiedersi onestamente se il commercio delle armi è un buon modo per ‘riconoscere l’importanza della cooperazione internazionale per migliorare le condizioni di vita dei bambini in ogni paese o per […] affermare che il bambino dovrebbe essere cresciuto nello spirito degli ideali proclamati dalla Carta delle Nazioni Unite e in particolare nello spirito di pace, dignità, tolleranza, libertà, uguaglianza e solidarietà’ (Plunkett-Southall, p. 77)

In questo contesto di impunità, vuoto giuridico e costante innalzamento della violenza bellica sulla parte più debole della popolazione civile è scoppiata la guerra in Ucraina in cui l’importazione di armi giorno dopo giorno innalza il livello della distruttività delle operazioni militari.

La guerra, inoltre, ha fatto irruzione in un paese in cui la condizione sociale e sanitaria infantile era tra le più critiche d’Europa. Lo rivela la letteratura pediatrica: percentuali più elevate di mortalità infantile, di bambini e ragazzi sottopeso, maggiore diffusione della violenza domestica, degli abusi sessuali o delle percosse o di situazioni famigliari difficili dovute ad alcolismo, carcerazioni e separazioni (Ludvigsson-Loboda 2022).

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Pubblicato da: Cobas Veneto

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