Inizio 5 News 5 TAGLI A SCUOLA E UNIVERSITA’. Occupazioni a Roma e Padova, cortei in molte città.

TAGLI A SCUOLA E UNIVERSITA’. Occupazioni a Roma e Padova, cortei in molte città.

da | 16 Nov 2018 | News

«Scuola e università vanno rifinanziate con 7 miliardi di euro»


di Roberto Ciccarelli e Giansandro Merli
da ilmanifesto.it

Alla ricerca di fondi per scuola e università, le grandi assenti nella caotica discussione sulla legge di bilancio, il vicepresidente del consiglio Luigi Di Maio ha rilanciato una proposta degli studenti sul taglio dei sussidi statali ai petrolieri per almeno 2 miliardi di euro. Ma, al momento, del provvedimento non c’è ancora traccia. Poi è venuto il turno del ministro dell’Istruzione Marco Bussetti che ha proposto di stornare 100 milioni dagli eventuali introiti di una «sugar tax» sulle bevande zuccherate, tipo la Coca Cola, previsto da un emendamento alla manovra approvato dalla commissione Finanze che introduce una tassa da 0,5 centesimi o 1 centesimo a seconda dei grammi di zucchero presenti per ogni 100 millilitri di bevanda da destinare a un taglio dell’Irap per le partite Iva. «La useremo per trovare i 100 milioni che servono all’università e incrementeremo il Fondo ordinario degli atenei» ha detto Bussetti a Repubblica.

L’IMPORTO della tassa non è noto, ma l’80% degli introiti potrebbe essere girato alla ricerca. L’occasionalità, e l’improvvisazione, di queste uscite, e le promesse sui fondi per l’edilizia scolastica più pericolante d’Europa, non hanno distolto gli studenti che oggi e domani tornano a manifestare in settanta città. Chiedono, tra l’altro, una programmazione degli investimenti pubblici nella scuola, nell’università e nella ricerca massacrate dal governo Berlusconi del 2008 che tagliò 9 miliardi di euro, da allora mai più rifinanziati. «Non è accettabile che si promettano investimenti per fare propaganda, ma che Bussetti dica che “bisogna scaldarsi con la legna che si ha” e pochi giorni dopo saltino fuori 29 milioni di euro di tagli: 14 sulla scuola, 15 sull’università – sostengono Giammarco Manfreda (Rete degli Studenti Medi) e Enrico Gulluni (Udu) – Si preferisce fare condoni agli evasori fiscali anzichè stanziare fondi per creare una legge sul diritto allo studio». «Più che altro hanno sprecato 2,5 milioni di euro in polizia cinofila e telecamere nelle scuole – sostiene Alessio Bottalico (Link )- Ora si parla di 100 milioni dal 2020, briciole rispetto ai problemi delle nostre università, dall’edilizia al reclutamento e tanti altri». Per Giacomo Cossu (Rete della Conoscenza) è necessario un investimento «di 7 miliardi all’anno».

A ROMA sono state occupate altre due scuole nella «staffetta» che dovrebbe arrivare almeno fino metà dicembre. Dopo Mamiani e Virgilio, il Socrate e l’Albertelli. Il primo è un liceo con circa 900 iscritti nel quartiere di Garbatella. Il secondo conta 750 studenti, si trova vicino la stazione Termini e diede la maturità classica a Enrico Fermi. «Lo sgombero del Virgilio non ci ha messo paura – dice Lorenzo, quarto anno al Socrate – Pensiamo che in questo momento sia necessario correre dei rischi per far valere le proprie idee».

IL FILO ROSSO tra le occupazioni è quello di una «protesta politica». Una novità rispetto alle mobilitazioni studentesche degli ultimi anni. «Le ragioni non sono interne alla scuola, ma riguardano questioni sociali e politiche più ampie – afferma Andrea, terzo anno all’Albertelli – Abbiamo occupato contro la linea del governo gialloverde. Contro le politiche razziste, le misure economiche, gli sgomberi dei senza casa». «Vogliamo dimostrare che esiste un’alternativa a questo esecutivo – dice Beatrice, quinto anno al Socrate – L’alternativa passa per l’informazione e la sensibilizzazione. Nei corsi autogestiti si discute del ddl Pillon, che non ci piace perché limita la libertà delle donne, e delle questioni politiche più attuali».

L’INGRESSO DEL LICEO di Garbatella è incorniciato da tre striscioni: «Socrate occupato», «Il Socrate resiste», «Una generazione che non si arrende». Spiega Lorenzo: «Lega e 5 Stelle creano una società sempre più chiusa, sia dal punto di vista intellettuale, con gli attacchi a stampa e libertà d’espressione, sia dal punto di vista fisico, tramite la chiusura dei porti e la campagna anti-migranti. In risposta abbiamo aperto la scuola al territorio e a tutto ciò che di bello accade fuori dal nostro istituto». Le scuole romane mobilitate parteciperanno alla manifestazione che partirà alle 9 da piazzale Ostiense.

PADOVA: OCCUPATA SCIENZE POLITICHE

da padovaoggi.it

L’occupazione

“Ground Zero, la Resistenza riparte dall’Università”, questo l’incipit della riunione organizzata da Studenti Per Udu Padova. «Durante l’assemblea – dichiara Enrico Mazzo, coordinatore di Studenti Per Udu Padova – si è discusso dell’attuale situazione politica e sociale italiana, dall’elevato sottofinanziamento a cui è costretto il sistema universitario al clima di forte conflitto sociale costruito dal governo gialloverde, dal decreto sicurezza di Salvini ai tagli mascherati da risparmi sulla scuola e sull’istruzione in legge di bilancio. Si è poi deciso di occupare la sede di Scienze Politiche dell’Università di Padova per poter proseguire la discussione e portare un forte messaggio di contrasto a questo governo Salvini – Di Maio che continua a non considerare gli studenti e a considerare scuola e Università come servizi da tagliare, mentre porta avanti politiche securitarie e razziste.

UdU

“È ormai da molti anni che la volontà politica di definanziare e depotenziare il sistema universitario italiano è portata avanti governo dopo governo, ministri dopo ministri – continua Enrico Mazzo – l’istruzione universitaria è diventata sempre più elitaria, con tasse studentesche alle stelle e numeri chiusi e programmati, rendendo gli atenei italiani e mondiali dei concorrenti di una gara in cui i vincitori sono sempre gli stessi, oltre ad aver sminuito il ruolo culturale che l’Università potrebbe avere nel tessuto sociale, al di là della preparazione al mercato del lavoro.”

Governo

“Luigi Di Maio dichiara di voler mettere più soldi in istruzione e meno ai petrolieri – ancora Mazzo – ma oltre alle chiacchiere gli unici fatti, bozza di Legge di Bilancio alla mano, sono 29 milioni di euro di tagli in scuola e università. Parlano di “Scuole Sicure” in termini di cani antidroga e telecamere, quando le scuole e le università crollano in balia del maltempo. Parlano di risparmi sull’alternanza, di rivoluzione del sistema, quando in realtà c’è solo un nome diverso dato allo stesso sfruttamento di prima, qualche ora obbligatoria in meno, 50 milioni di euro persi chissà dove. Tutte le promesse sull’ampliamento della No Tax Area e sul superamento del numero chiuso si sono rivelate semplici chiacchiere. Nessun investimento, nessuna riduzione delle tasse universitarie, nessun aumento delle borse di studio. Nessun cambiamento, ma anzi si preferisce dare una mancia alle aziende in cambio di qualche assunzione.”
Studenti

«Come associazione studentesca non potevamo stare fermi – conclude Mazzo – per questo abbiamo scelto di attivarci in prima persona e di occupare la facoltà di Scienze Politiche per mandare un messaggio chiaro a questo governo. Abbiamo scelto di occupare l’università perché è il simbolo più chiaro di come sia un luogo bistrattato e trascurato da tempo, quello dell’istruzione e della formazione. Noi non ci stiamo. Questo governo deve gettare giù la maschera. Non è cambiamento, è repressione! La sicurezza nelle scuole e nei luoghi di lavoro, l’inclusione del diverso, la tutela del cittadino contro i fascismi sono l’unica sicurezza di cui abbiamo bisogno! Siamo stanchi delle bugie di questa politica. Basta giochi di potere sulla pelle degli studenti! L’Italia ha bisogno di un sistema di istruzione finanziato, gratuito, accessibile a tutti, democratico, al passo coi tempi: non di proclami e dichiarazioni senza alcuna sostanza».

Cobas Veneto

Pubblicato da: Cobas Veneto

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Per urgenze chiamare il 347 9901965 (Carlo)

I comitati di base della scuola sono un sindacato di base nato negli anni ’80 e che da allora opera nel nostro territorio e nel territorio nazionale, con docenti e A.T.A. volontari – precari e non – disposti a mettersi in gioco.

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