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Oggi ho pranzato con un cracker. I genitori nella scuola.

da | 11 Dic 2017 | Materiali

I genitori sono una componente importante nelle dinamiche relative al mondo della scuola, specialmente nel ciclo della scuola primaria, dove l’interazione tra percorsi e metodologie educative si intersecano e si sovrappongono. Spesso l’ansia genitoriale produce un attivismo che risulta invasivo ed invadente per gli operatori scolastici, una tensione relazionale che è si è radicata ed è cresciuta in maniera inversamente proporzionale al ‘significato’ valoriale della scuola nella narrazione sociale. Una relazione messa ancor più a dura prova dal uso ‘improprio’ degli strumenti e delle applicazioni del mondo ‘smart’, promosso sia dalle istituzioni scolastiche che dall’ambito genitoriale. Tanto da configurarsi, spesso, come vera e propria ingerenza nei percorsi didattitici, educativi e professionali del personale della scuola.
Sul ruolo dei genitori nella scuola, sull’uso distorto delle applicazioni internet e quant’altro vale la pena, aprire la discussione, cominciamo con l’intervento qui di seguito riportato.

Oggi ho pranzato con un cracker

di Marianna Semprini da comune-info.net

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Oggi ho pranzato con un cracker. Ho pranzato con un cracker, perchè al lavoro ho cercato di fare più cose possibile prima di uscire e andare alla riunione della commissione mensa. Riunione che, puntualmente, inizia col suo quarto d’ora di ritardo. Vari convenevoli, presentazioni, spiegazione del ruolo del Commissario Mensa (CM), visto che alla riunione ci sono i nuovi CM. Inizio a infastidirmi pensando che i nuovi CM diventano tali solo a DICEMBRE, quando i bambini sono già tre mesi che mangiano in mensa. Vabbè…

Si presenta l’assessore del municipio Levante di Genova, Patrizia Arrighetti, che, essendo molto interessata al tema mensa, ha deciso sua sponte di collaborare con l’ufficio ristorazione e andare a mangiare in tutte le mense del municipio, sottolineando (in maniera a mio giudizio fastidiosa e decisamente non necessaria) che – sicuramente sarà stata fortunata – ma ha sempre mangiato bene e non ha mai riscontrato tutte le criticità trovate da noi genitori. Ora sono irritata.

Potrei sbagliarmi, ma sono piuttosto sicura che l’assessore non si sia presentata a sorpresa ma abbia preavvisato gli istituti da visitare e che le abbiano riservato un bel tavolino vista mare o simili quando ha deciso di andare a fare un controllo in mensa. Quindi, oggi ho pranzato con un cracker e sono andata alla riunione della commissione mensa per sentirmi implicitamente giudicata dall’assessore come facente parte di un gruppo di piantagrane che prendono permessi dal lavoro per trovare a tutti i costi qualcosa che non va nella mensa dei figli.

Mentre gli altri CM riportano i vari problemi da loro riscontrati, penso che stasera, quando i miei figli saranno a dormire e avrò finito di stendere la lavatrice, dovrò finire delle cose di lavoro, quindi non guarderò un film con mio marito e andrò a letto tardi.
Finalmente esce il discorso sulla tracciabilità prodotti e l’affidabilità dei registri. Ricordo benissimo che l’anno scorso alla riunione di giugno si era discusso molto della questione e anche le funzionarie del Comune si erano dette d’accordo: la semplice fotocopia di un’etichetta, senza registri adeguati, così come funzionano ora le cose, potrebbe essere usata per migliaia di pasti senza che un CM sappia mai quali siano i prodotti realmente utilizzati. Dissero che avrebbero riportato la problematica ai loro superiori. Lo ricordo bene perchè la riunione era durata quasi 4 ore e avevo la maglietta bagnata, visto che non avevo ancora svezzato il mio terzogenito e tutte quelle ore senza allattare avevano fatto sì che il latte inziasse ad uscire da solo… Ad ogni modo, sei mesi dopo la situazione è immutata, anzi peggiorata, perchè, come candidamente illustra la signora Ivaldi, funzionaria municipale del servizio ristorazione, la responsabile del servizio (Ilaria Gaggero) ha decretato che il problema è infondato e quindi non ha preso provvedimenti. Oltre il danno la beffa.

Ricapitoliamo, io oggi ho pranzato con un cracker, sono uscita prima dal lavoro e quindi lavorerò stanotte, non guarderò un film con mio marito e adesso non sono coi miei figli (che, per inciso, sono con la baby sitter, che sto pagando) ma sono alla riunione della commissione mensa dove sono ormai furiosa perchè mi sento presa in giro. E fortunatamente io non sono su facebook e quindi non posso essere insultata, come capita ad altri CM che dedicano a questo compito molto più tempo di quello che riesco a fare io. Sì, perchè non è mica solo l’assessore Arrighetti a pensare che siamo un branco di piantagrane, annoiati e ortoressici, che provano un piacere sadico nel rilevare corpi estranei, temperature non conformi o etichette scadute nel pasto dei propri figli.

Dopo tutte queste considerazioni ritorno in me e alzo la mano per sollevare, nuovamente, la questione dell’ovoprodotto. Tengo il braccio alzato per un tempo che mi sembra interminabile. Sicuramente sono sfortunata io (cit.), ma ho l’impressione che diano la parola a tutti tranne che a me. E mentre aspetto il mio turno rifletto sul fatto che, alla fine, è tutta una grossa pagliacciata. In fondo, si tratta di due riunioni l’anno, in cui funzionari comunali e responsabili delle aziende devono sopportare gli sfoghi di questi genitori isterici, ma che prima o poi si stuferanno e desisteranno. E allora basta avere un po’ di pazienza, si prende tempo, si assecondano le richieste dei genitori pazzi (d’altronde i pazzi vanno assecondati) e sei mesi dopo si dirà che, purtroppo, è stato decretato che non era possibile fare nulla.

Quando finalmente arriva il mio turno, lamento un eccesso di ovoprodotto nel menù e chiedo ancora il perchè dell’ovoprodotto, premettendo che non voglio sentire la scusa della salmonella perchè il menù prevede che l’uovo sia sempre cotto. Mentre discutiamo, so che non servirà a nulla, ma se il gioco è parlare di aria fritta, allora giochiamo. Oggi ho pranzato con un cracker, sono uscita prima dal lavoro, lavorerò stanotte, niente film con mio marito, ho lasciato i figli con la babysitter, cammino verso casa con le budella ingarbugliate ma almeno il signor Loiacono (responsabile dell’azienda Cascina) ha ammesso che a casa la frittata se la fa con le uova e non con l’ovoprodotto.

Cobas Veneto

Pubblicato da: Cobas Veneto

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