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Quale revisione dei percorsi professionali?

da | 30 Nov 2017 | Materiali

Mozione del Collegio docenti dell’IIS “Marignoni- Polo” di Milano


“Quando avete buttato nel mondo d’oggi un ragazzo senza istruzione avete buttato in cielo un passerotto senza ali” – “Bisogna avere le idee chiare in fatto di problemi sociali e politici. Non bisogna essere interclassisti ma schierati”


(Don Lorenzo Milani)

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Quale revisione dei percorsi professionali?

Il collegio docenti dell’IIS “Marignoni-Polo” di Milano, riunito in seduta ordinaria il giorno 28 novembre 2017, esprime la sua viva contrarietà e criticità di fronte alla revisione dei percorsi dell’istruzione e formazione professionale, così come ridisegnati con il decreto legislativo n.61 del 13 aprile 2017, attuativo degli obiettivi e delle finalità della legge n.107 (detta “Buona scuola”) che nei suoi primi provvedimenti non ha prodotto quell’annunciato, netto miglioramento della qualità dell’istruzione e che era atteso.

Il Collegio Docenti ritiene che tale delega del Governo ridisegni molto male tutto il sistema, calando dall’alto una vera e propria riforma che rischia di spazzare via buona parte della componente formativa dell’istruzione professionale sviluppata in questi anni.

Dietro una terminologia modernista e slogan pedagogici teoricamente innovativi (“laboratorio permanente di ricerca sperimentale”) si cela in realtà la volontà di riportare il sistema d’istruzione professionale indietro nel tempo di cinquant’anni ripristinando la netta distinzione fra istruzione tecnico-liceale e professionale.

Il Decreto introduce infatti una canalizzazione precoce degli studenti verso attività lavorative (alternanza scuola-lavoro già dal secondo anno e introduzione di forme di apprendistato) e percorsi di studio eccessivamente specialistici (viene ridotto ulteriormente il peso delle materie di carattere generale tanto che i sindacati calcolano una riduzione di circa 1204 di posti per i docenti laureati e anche gli spazi di flessibilità e autonomia entro il 40 per cento dell’orario complessivo previsto per il terzo, quarto e quinto anno, ad appannaggio degli istituto, se non pienamente valorizzati e fortificati, rischiano di essere un’ulteriore criticità) a forte discapito di una solida istruzione di base che risulta già per molti versi deficitaria e che andrebbe invece fortemente potenziata.

In questo modo la finalità principale della scuola professionale sembra essere diventata la produzione di forza lavoro da inserire immediatamente nella società, nel modo più rapido possibile, ma senza quella formazione di base e di cittadinanza che permetta agli studenti di non cadere in forme di analfabetismo di ritorno o funzionale, di accedere un domani, se lo desiderano, a più alti livelli d’istruzione e formazione e di dare, come cittadini, il loro contributo allo sviluppo della società.

Infine riteniamo oltremodo pericolosa la possibilità di formare le classi in base ai livelli di apprendimento, modalità didattica che richiama alla memoria le classi differenziali, abolite definitivamente ai tempi della ministra Falcucci e che contrastano profondamente con qualsiasi logica inclusiva, principio cardine su cui si fonda invece la nostra scuola e la scuola ispirata ai principi e valori propugnati da Don Lorenzo Milani, nei quali questa scuola si riconosce pienamente.

Esprimiamo, quindi, con forza la contrarietà al riordino dei percorsi professionali, così come delineati e chiediamo invece al Governo un’inversione di tendenza che porti ad investire realmente sul sistema d’istruzione pubblico, stanziando nuovi fondi che colmino tutti i tagli degli ultimi anni e adeguino il FIS ai reali bisogni degli istituti scolastici.

Chiediamo che vengano ripristinate tutte le ore di lezione tagliate nel corso degli anni dai vari governi che si sono succeduti, che venga ripensato e ridotto il numero di ore di alternanza scuola-lavoro, attualmente decisamente troppo elevato, che interferisce significativamente con la possibilità di fruire pienamente del diritto allo studio e che, anzi, metta realmente le scuole in sinergia positiva con la società ed il mondo del lavoro; inoltre, si sottolinea che un’azione efficace ed efficiente da parte del Governo deve necessariamente ed improrogabilmente indirizzarsi alla ristrutturazione degli edifici scolastici, con la loro messa in sicurezza, che, anche per la piena attuazione del diritto allo studio costituzionalmente garantito ai soggetti più bisognosi, si occupi primariamente dell’eliminazione delle barriere architettoniche, adeguando gli spazi e le strutture ai reali bisogni degli studenti e dei lavoratori della scuola.

Mozione approvata a maggioranza/unanimità nella seduta del Collegio Docenti del 28 novembre 2017

Cobas Veneto

Pubblicato da: Cobas Veneto

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