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INVALSI; primi dati 2015

da | 31 Mar 2016 | Materiali

Partecipazione alle prove INVALSI nel 2015

di genitori NoINVALSI – Roma -103.jpg I dati della partecipazione alle prove testimoniano di un’ostilità generalizzata non solo alla valutazione scolastica “oggettiva e standardizzata”, definita “dei quiz”, meramente quantitativa. L’ostilità è rivolta anche al modus operandi milionario e pervasivo dell’INVALSI, dei governi che lo promuovono ad authority, con l’aspetto di solo autoritarismo, non in posizione di terzietà autorevole, come vorrebbero farci credere. Nel corso degli anni sta crescendo tra genitori, insegnanti e docenti lo spessore delle critiche per la sciatteria e l’insensatezza di molti quiz, dal non allineamento tra prove e programmi svolti, dal disallineamento tra età, sviluppo mentale, e prove. Pensiamo che dei decisori politici responsabili dovrebbero porre termine all’esperienza INVALSI e potenziare tutti i percorsi democratici, trasparenti, autorevoli di valutazione del sistema scolastico. Utilizzando la catena che parte dai docenti, dalla loro funzione valutativa collegiale e collaborativa, degli Organi Collegiali, dal Parlamento e dalle sue istanze rappresentative e tecniche, dai centri di ricerca universitaria, si potrebbero assicurare competenza e autonomia. Ma stiamo ipotizzando un altro paese, soprattutto una sinistra capace di immaginare una scuola per una società diversa dall’attuale fondata sulla misura e sulla competizione. E che soprattutto disprezza la ricerca. Ma esiste una speranza. La mobilitazione ed il conflitto di massa si stanno diffondendo. La “mala scuola” di Renzi imperversa con livelli di distruttività inediti. I precari neo-assunti vivono condizioni professionali e personali umilianti e degradanti. Il lavoro sempre più servile agli ordini del Dirigente Scolastico, capo-squadra che impedisce le soluzioni legate alla “nicchia didattica” ancora viva, malgrado tutto. Gli studenti addestrati sempre più alla subalternità e alla logica d’impresa. Si delinea un contesto di impoverimento generale, nel quadro di politiche neoliberiste di austerità, volte a diminuire l’occupazione, far crescere la precarietà. Tutti i lavoratori, docenti e non, vedono un orizzonte di precarietà salariale ed esistenziale. Da questo panorama può nascere un rotondo “No!” Tornando al tema-valutazione, il movimento ha messo radici di qualche consistenza per tentare mobilitazioni crescenti. Alcune organizzazioni studentesche (UDS, soprattutto) hanno da mesi lanciato il boicottaggio dei “quiz”. I sindacati di base hanno già indetto lo sciopero (COBAS-SCUOLA capofila). La scuola burocratizzata può essere combattuta, proprio grazie alla lotta anche nella forma dell’astensione verso i suoi dispositivi: Prove INVALSI, Rapporto di Autovalutazione (RAV), Piani di Miglioramento, Nuclei di Valutazione Esterna (NEV), corpo degli Ispettori Scolastici neo-formati dall’INVALSI, Piani Triennali dell’Offerta Formativa (PTOF). in allegato l’articolo completo

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Pubblicato da: Cobas Veneto

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I comitati di base della scuola sono un sindacato di base nato negli anni ’80 e che da allora opera nel nostro territorio e nel territorio nazionale, con docenti e A.T.A. volontari – precari e non – disposti a mettersi in gioco.

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