Inizio 5 News 5 SENZA ONERI PER LO STATO

SENZA ONERI PER LO STATO

da | 26 Lug 2015 | News

La Corte di Cassazione ha dato ragione al Comune di Livorno: le scuole paritarie religiose debbono pagare l’ICI [diventata nel frattempoIMU/TASI], sulla base dell’art. 33 della Costituzione che recita ‘senza oneri per lo Stato’ e del ragionamento che, una volta accertato che dette scuole fanno pagre ai cittadini una retta per il servizio che svolgono, operano in regime commerciale.
Finalmente. Purtroppo una sentenza tardiva posto che per tali crediti la prescrizione è di 5anni e soprattutto perchè con le modifiche introdotte dal governo Monti e da quello di Renzi gli effetti di tale dispositivo vengono meno.
Infatti fu diret­ta­mente Monti nel 2012 a offrire la solu­zione: le scuole pari­ta­rie non avreb­bero pagato l’Imu in caso di atti­vità svolta a titolo gra­tuito o die­tro un «cor­ri­spet­tivo sim­bo­lico». Via libera dun­que alla discus­sione su cosa e quanto dovesse inten­dersi per sim­bo­lico, discus­sione però durata un solo anno. Fino a che nel luglio dell’anno scorso il governo Renzi e il mini­stro Padoan hanno fatto l’ultimo regalo alle scuole reli­giose. Intro­du­cendo il «costo medio per stu­dente»: solo chi fa pagare una retta supe­riore a quella soglia è tenuto a pagare l’Imu. La soglia è molto alta, va dai 5.700 euro per la scuola dell’infanzia ai 6.900 della secondaria.

[G.Z.]

SENZA ONERI PER LO STATO

di Ernesto Milanesi dal Manifesto

La mini­stra Ste­fa­nia Gian­nini (devota alla sus­si­dia­rietà ciel­lina) ha subito citato il Veneto, che senza scuole pari­ta­rie met­te­rebbe «in enormi dif­fi­coltà eco­no­mi­che e strut­tu­rali» stato e regione.
Pec­cato che, in base ai dati 2014 del suo mini­stero, la geo­po­li­tica della for­ma­zione sco­la­stica cat­to­lica sia ben altra: Lom­bar­dia, Lazio, Cam­pa­nia e Sici­lia sono di gran lunga più rile­vanti (e non solo in ter­mini squi­si­ta­mente statistici).

E lo testi­mo­nia una fonte «insin­da­ca­bile»: il rap­porto La scuola cat­to­lica in cifre. Anno 2013–2014 del Cen­tro studi per la scuola cat­to­lica, orga­ni­smo della Cei che ha ela­bo­rato — appunto — i numeri del Miur («non com­pren­dono le pro­vince auto­nome di Aosta, Trento e Bol­zano, ma la dif­fe­renza dai dati reali è da con­si­de­rarsi minima» si legge in premessa).

Le scuole pri­ma­rie cat­to­li­che sono 1.106 con 7.194 classi e 149.774 alunni e con­tano 1.106 diri­genti, 12.713 docenti (di cui 8.879 a tempo inte­der­mi­nato e 1.299 di soste­gno) con oltre 6 mila dipen­denti fra ammi­ni­stra­zione, cucina e puli­zie. In que­sto seg­mento che inte­ressa la fascia 6–10 anni, sol­tanto al nord il Veneto con 78 scuole d’ispirazione reli­giosa non regge il con­fronto con la Lom­bar­dia del cele­ste For­mi­goni che ne conta 203, per­fino più del Lazio (200).

Scuole secon­da­rie di primo grado pari­ta­rie cat­to­li­che: sono 570 con 58.805 alunni che al 99,9% si avval­gono dell’insegnamento della reli­gione, 564 diri­genti, 8.098 docenti e 3 mila altri dipen­denti.
Infine, que­ste le cifre delle scuole secon­da­rie di secondo grado: 656 con 55.506 alunni, 463 diri­genti, 9.331 docenti (com­presi i 618 a titolo gra­tuito) e ancora circa 3 mila inqua­drati come non docenti.
E la con­cen­tra­zione regio­nale, di fatto, non cam­bia man mano che si cre­sce di grado.

Al di là della sen­tenza che riguarda la tas­sa­zione com­mer­ciale degli immo­bili che la chiesa destina ad asili, materne e scuole pari­ta­rie — la vera sostanza dei rap­porti isti­tu­zio­nali ruota intorno alla legge numero 62 del 10 marzo 2000 fir­mata dal mini­stro dell’istruzione Luigi Ber­lin­guer all’epoca del governo D’Alema-bis.

È già il diritto allo stu­dio in for­mato «libero mer­cato» che ora Renzi ha per­fe­zio­nato nella sua riforma, che è in per­fetta sin­to­nia con gli inte­ressi del buono scuola. Tant’è che pro­prio negli ultimi 15 anni ha pro­spe­rato la «libertà di scelta delle fami­glie» nel solco della Fede­ra­zione opere edu­ca­tive della Com­pa­gnia delle opere. Di ben altro tenore, l’elite Faes (Fami­glia e scuola) col­le­gata alla pre­la­tura dell’Opus Dei che non sente il biso­gno di asso­ciarsi alla Fidae…

È, per altro, una que­stione di soldi pub­blici con cui stato, regioni e enti locali finan­ziano le scuole cat­to­li­che. Nella pri­ma­vera 2013 pro­prio su que­sto a Bolo­gna il 59% degli 80 mila votanti nel refe­ren­dum aveva dato una netta indi­ca­zione alla giunta Merola (che ha fatto finta di nulla…).

Nel 2007 il governo Prodi aveva garan­tito al «sistema pari­ta­rio» per lo più cat­to­lico 566 milioni di euro in con­tri­buti spal­mati dalle materne ai licei. Cifra che si è andata, di fatto, dimez­zando in una sorta di Spen­ding Review com­pen­sata però dal bonus con cui il governo Monti aveva dispen­sato dall’Ici la chiesa cattolica.

È poi così costante la parità sco­la­stica? Nel 1992 gli alunni che uti­liz­za­vano l’offerta for­ma­tiva cat­to­lica erano 876.398 cioè il 9,1% del totale. Nel 2008, erano scesi a 603.683 pari solo al 6,7%. Una ten­denza che va di pari passo con la con­si­stenza dell’alternativa reli­giosa alla scuola pub­blica. Nell’anno sco­la­stico 1997–98 erano state cen­site 11.324 scuole cat­to­li­che. In base al rap­porto Cssc con i dati Miur della mini­stra Gian­nini, in quello appena archi­viato ne fun­zio­na­vano com­ples­si­va­mente solo 8.753.

«Scuola: sta­tale o pari­ta­ria pur­chè sia migliore» ammicca già l’edizione 2015 del Mee­ting di Rimini. Il 25 ago­sto, nel salone Intesa San­paolo B3 della Fiera ciel­lina, è pre­vi­sto pro­prio l’intervento di Luigi Ber­lin­guer, insieme a Clau­dia Giu­dici di Reg­gio Emilia,Susanna Man­to­vani dell’Università di Milano Bicocca.

Cobas Veneto

Pubblicato da: Cobas Veneto

Co.bas. Scuola

Via Monsignor Fortin 44 – Padova

Email: [email protected]

Per urgenze chiamare il 347 9901965 (Carlo)

I comitati di base della scuola sono un sindacato di base nato negli anni ’80 e che da allora opera nel nostro territorio e nel territorio nazionale, con docenti e A.T.A. volontari – precari e non – disposti a mettersi in gioco.

Categorie

Archivi

Shares
Share This