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E’ passata – come era prevedibile – la ‘cattiva scuola’ anche alla Camera

da | 10 Lug 2015 | Materiali

E’ passata – come era prevedibile – la ‘cattiva scuola’ anche alla Camera con il mal di pancia della ‘sinistra’ dei democratici, ora la palla passa al presidente Mattarella che ne dovrebbe vagliare il profilo di costituzionalità e poi firmarla. In rete circola un appello affinchè il Presidente della Repubblica la vagli approfonditamente, posto che, in passato, aveva espresso dubbi e perplessità su deleghe in bianco e leggi omnibus: anche il ddl di Renzi consta di un solo articolo e 220 commi, oltre che avere in spregio gli articoli 1,3,33 della Costituzione.

Una manifestazione indetta da Cobas, autorganizzati e dai ? favolosi 5 ! si è tenuta attorno alla Camera nei 3 giorni conclusivi i lavori parlamentari con una forte presenza di insegnanti e precari della scuola che hanno vivacemente contestato il disegno distruttivo della scuola pubblica.

La libertà di insegnamento, il ruolo costituzionale della scuola pubblica, la deformazione del percorso educativo in un servizio a pagamento e un job act per la scuola sono sono i principali ‘vulnus’ introdotti.

Se i giochi di palazzo sembrano fatti la parola ritorna alla protesta nelle piazze e nelle scuole dove a settembre si riapre la discussione e sivedranno già i primi effetti immediati.

Qui di seguito una scheda sintetica dei contenuti del ddl così come aprovato.

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Deleghe. E’ uno dei temi più scottanti dal punto di vista politico-istituzionale. Mettere la fiducia su un provvedimento con ben 9 deleghe è una indecenza, un insulto alla prassi e ai rapporti istituzionali. Le nove deleghe riguardano: un nuovo Testo unico per le leggi sulla scuola; il riordino della Formazione inziale per accedere all’insegnamento; la riforma del sostegno; la revisione dei percorso dell’istruzione professionale; un sistema integrato di istruzione zero-sei anni; rendere efficace il diritto allo studio attraverso la definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni; la diffusione e la promozione della cultura umanistica; la revisione normativa per le scuole italiane all’estero e l’adeguamento della normativa sulla certificazione delle competenze.

Piano straordinario assunzioni. La riforma si incardina su un Piano straordinario da 100mila assunzioni su un fabbisogno di 182mila [rimane una fascia di precariato attorno alle 100.ooo unità], tra vincitori concorso 2012 e presenti nelle graduatorie provinciali ad esaurimento, da effettuare entro il prossimo mese di settembre. Questi ultimi potranno però essere costretti ad accettare una cattedra anche in un’altra regione. Attraverso una procedura online gli interessati sceglieranno almeno 5 province, l’assunzione scatta solo se ci sarà la cattedra disponibile nelle province scelte dal precario in lista d’attesa.
La prima fascia delle graduatorie d’istituto, resterà in vigore ma soltanto per chi non è stato assunto. E dal 2016/2017 si entrerà nelle liste d’istituto solo se in possesso di se abilitazione. Prima di confermare in ruolo i precari assunti, per consentire ai tanti insegnanti di ruolo a in servizio a centinaia di chilometri da casa, il ministero dell’istruzione darà vita ad un Piano straordinario di mobilità, che scatterà nel 2016/2017. Dopo la mega infornata di precari, l’accesso alla cattedra avverrà solo attraverso concorsi pubblici. Il primo verrà bandito entro il 1 settembre 2015 e poi ce ne sarà uno ogni tre anni. Per gli abilitati di seconda fascia con almeno 180 giorni di supplenza è previsto un punteggio aggiuntivo.

La super autonomia scolastica. Entro il mese di ottobre antecedente ad ogni triennio, i collegi dei docenti elaboreranno il Piano triennale dell’autonomia, sulla base degli indirizzi delineati dal dirigente scolastico. I Piani triennali verranno resi pubblici. Le scuole elementari avranno il compito di potenziare l’inglese, la musica e l’educazione motoria. Le scuole medie rafforzeranno lo studio delle lingue straniere e l’educazione ambientale. Le scuole superiori dovranno potenziare le attività di insegnamento di discipline non linguistiche in lingua straniera (Clil) e le competenze logico-matematiche. Ma anche la Storia dell’arte, l’educazione interculturale e la lotta alla dispersione scolastica. Il potenziamento dei saperi avverrà attraverso l’Organico dell’autonomia, formato dall’attuale organico di diritto e dai posti per il potenziamento. Dal prossimo anno 2016/2017, gli organici degli insegnanti diventano regionali. Mentre i docenti di ruolo restano titolari nella scuola di attuale servizio. E per dare gli strumenti adeguati alle scuole, il Fondo di finanziamento – che sarà incrementato di 126 milioni – verrà assegnato alle scuole entro il mese di settembre di ogni anno.

Il super-preside. Il ruolo del dirigente scolastico disegnato dalla riforma è centrale. il preside-sceriffo garantisce una efficace ed efficiente gestione della scuola. Valuta i neo immessi in ruolo, sentito il Comitato di valutazione, composto da tre insegnanti, un soggetto esterno, e due genitori: uno studente e un genitore al superiore. Con criteri generali stabiliti dal ministero dell’istruzione. Premia i docenti migliori sulla base criteri individuati dal Comitato di valutazione. Di concerto con gli organi collegiali può individuare percorsi formativi e iniziative per l’orientamento e la valorizzazione delle eccellenze. E dal 2016/2016, sceglie i docenti da assumere dagli albi territoriali, cui conferirà incarichi triennali. A regime, tutti i docenti della scuola saranno scelti dal capo d’istituto. Inoltre, nomina fino al 10 per cento di insegnanti come suoi collaboratori, riduce le classi pollaio e assegna le supplenze agli insegnanti dell’organico dell’autonomia fino a 10 giorni. Ma ogni tre anni i super presidi verranno valutati. Nella proposta di legge spunta anche una norma salva-presidi per i partecipanti al concorso del 2011 in Toscana, Lombardia e Campania.

Curriculum dello studente. Gli istituti superiori, al fine di personalizzare i curricoli degli studenti in vista dell’orientamento universitario, negli ultimi tre anni possono introdurre materie opzionali, con monte ore in aggiunta a quello ordinamentale e o sfruttando la quota di flessibilità oraria prevista dall’autonomia scolastica.

Alternanza scuola-lavoro. Per determinare un legame più stretto tra scuola e impresa e per ridurre la dispersione scolastica, gli istituti tecnici e professionali offriranno agli studenti almeno 400 ore nell’ultimo triennio di attività da svolgere in azienda o presso strutture pubbliche che potranno essere svolte anche nei periodi di sospensione delle attività didattiche: Nei licei le ore di alternanza scuola-lavoro saranno almeno 200. La riforma prevede anche il potenziamento degli Istituti tecnici superiori, da frequentare dopo il diploma, che rappresentano un’alternativa al percorso universitario.

Scuole aperte. Nei periodi di sospensione delle attività didattiche le scuole possono dare in uso propri locali ad enti e onlus del terzo settore per attività ricreative, culturali e di formazione. I soggetti che utilizzano le scuole saranno responsabili della sicurezza.

Formazione e benefit per gli insegnanti. Dal 2016, oltre 800mila docenti potranno fruire della Carta dell’insegnante, per acquisti inerenti l’aggiornamento – abbonamenti a riviste, libri, spettacoli teatrali ed altro – per un ammontare massimo di 500 euro all’anno in buoni ed altro. Ma con la riforma la formazione diventa obbligatoria, permanente e strutturale. Il ministero avvierà un Piano di formazione nazionale triennale spendendo 40 milioni di euro all’anno.

Riorganizzazione territoriale. Nasceranno le Reati di scuole che si occuperanno di pensioni, ricostruzioni di carriera, contributi e allevieranno il lavoro alle segreterie scolastiche. Per il reclutamento dei docenti nasceranno gli Ambiti territoriali, che partiranno dal 2016/2017, dai quali i preside-sindaco sceglierà i docenti della propria scuola.

Scuola digitale. Per migliorare le competenze digitali degli alunni e del personale e per incentivare la didattica laboratoriale, il ministero adotta il Piano nazionale per la scuola digitale e l’estensione della banda ultralarga negli istituti. Nasce anche il portale unico dei dati della scuola che conterrà anche i curricula degli insegnanti.

Donazioni e detrazioni. Cittadini e società potranno donare alle scuole fino a 100mila euro all’anno, con agevolazioni fiscali. E’ anche prevista una detrazione fiscale fino a 400 euro all’anno per le famiglie che mandano i figli nelle scuole paritarie.

Edilizia scolastica. Il pacchetto sull’edilizia scolastica su cui il governo ha messo 4 miliardi di euro rientra nella riforma. La somma servirà a costruire nuove scuole, a rendere sicure e a migliorare l’estetica (Scuole belle) quelle esistenti. Per l’ennesima volta negli ultimi vent’anni viene finanziato l’Osservatorio per l’edilizia scolastica.

Cobas Veneto

Pubblicato da: Cobas Veneto

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Per urgenze chiamare il 347 9901965 (Carlo)

I comitati di base della scuola sono un sindacato di base nato negli anni ’80 e che da allora opera nel nostro territorio e nel territorio nazionale, con docenti e A.T.A. volontari – precari e non – disposti a mettersi in gioco.

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