Inizio 5 Materiali 5 A PROPOSITO DELL’AUTOVALUTAZIONE SCOLASTICA

A PROPOSITO DELL’AUTOVALUTAZIONE SCOLASTICA

da | 14 Dic 2014 | Materiali

Per poter essere “scuola di qualità” ci si dovrà per forza adeguare ad una serie di comportamenti prescritti dall’Invalsi.

La guida all’autovalutazione suscita, a mio parere, delle perplessità riguardo la determinazione dei punteggi che dovrebbero definire, per ciascuna area, lo standard qualitativo di ciascuna scuola. Questi dubbi vengono confermati dalle domande guida poste che sottintendono, palesemente, la responsabilità esclusiva della scuola sugli esiti scolastici degli alunni a breve e a lungo termine. Per poter essere una “scuola di qualità” ci si dovrà per forza adeguare ad una serie di comportamenti prescritti dall’Invalsi, in mancanza dei quali la scuola sarà considerata “critica” nonostante non si capisca la correlazione con la didattica. Riporto degli esempi citando quanto riportato nel RAV.

PAGINA 11 DEL RAV (Esiti scolastici)
Punteggio 1:
“La scuola non riesce a garantire il successo formativo per tutti gli studenti: la scuola perde molti studenti nel passaggio da un anno all’altro, oppure c’è una percentuale anomala di trasferimenti o abbandoni, oppure ci sono concentrazioni anomale di non ammessi all’anno successivo e/o di abbandoni in alcuni anni di corso, sezioni, plessi o indirizzi di scuola. La distribuzione degli studenti per fasce di voto evidenzia una concentrazione eccessiva nelle fasce più basse.”

Punteggio 7:

” La scuola non perde studenti nel passaggio da un anno all’altro e accoglie studenti provenienti da altre scuole. La distribuzione degli studenti per fasce di voto evidenzia una situazione di equilibrio. I criteri di selezione adottati dalla scuola sono adeguati a garantire il successo formativo degli studenti.”

Domanda guida di pag 10 del RAV:
“I criteri di valutazione adottati dalla scuola (studenti non ammessi alla classe successiva, studenti con debiti formativi) sono adeguati a garantire il successo formativo degli studenti?”
Considerazioni personali:
1) Se una scuola presenta alunni non ammessi e/o con debiti formativi, la causa va ricercata (esclusivamente) nei criteri di valutazione della scuola medesima non adatti a garantire il loro successo formativo. L’impegno degli alunni quindi è considerato secondario?
2) I suddetti criteri devono essere adeguati, quindi, a garantire la piena promozione di tutti gli studenti. Se la preparazione degli studenti è inadeguata per gli obiettivi minimi richiesti, bisognerà comunque promuoverli pienamente altrimenti i docenti saranno ritenuti incapaci nella loro valutazione? L’insuccesso di un alunno dipende solo dai suoi formatori?
3) L’ eccellenza si raggiunge solo se la distribuzione degli studenti è “equilibrata” nelle fasce di livello. Ma una normale distribuzione non dovrebbe seguire un andamento a “gaussiana” ossia con la maggior parte degli alunni concentrati nelle fasce intermedie? Non è anomalo che via sia una distribuzione di alunni uguale per ogni fascia di livello?

PAGINA 13 DEL RAV (Risultati nelle prove Invalsi)
Punteggio 1:
“Il punteggio di italiano e/o matematica della scuola alle prove INVALSI è inferiore rispetto a quello di scuole con background socio-economico e culturale simile. I punteggi delle diverse classi in italiano e/o matematica sono molto distanti e la varianza tra classi in italiano e/o matematica è decisamente superiore a quella media. La quota di studenti collocata nei livelli 1 e 2 in italiano e in matematica è notevolmente superiore alla media nazionale.”

Punteggio 7:

“Il punteggio di italiano e matematica della scuola alle prove INVALSI è superiore a quello di scuole con background socio-economico e culturale simile ed è superiore alla media nazionale. La varianza tra classi in italiano e matematica è inferiore a quella media. I punteggi delle diverse classi in italiano e matematica non si discostano dalla media della scuola. La quota di studenti collocata nei livelli 1 e 2 in italiano e in matematica è decisamente inferiore alla media nazionale.”

Considerazioni personali:

1) La variabilità tra una classe e l’altra è molto alta sia nello spazio che nel tempo: possono esistere differenze marcate tra le classi di una stessa scuola (figuriamoci tra scuole diverse) e, da un anno all’altro, le classi che si presentano posso essere completamente diverse. I fattori che determinano le caratteristiche di una classe sono molteplici, imprescindibili e non tutti imputabili alla sola scuola perché variegato è il tessuto sociale di appartenenza.
2) Pensare di confrontare situazioni così diverse per farle “allineare” tutte ad una media nazionale è semplicemente assurdo. Come si può pensare che tutte le classi debbano essere uniformi nel loro rendimento (vedi seconda domanda guida di pag.12 del RAV): “La scuola riesce ad assicurare esiti uniformi tra le varie classi?…”

PAGINA 16 DEL RAV (Competenze chiave di cittadinanza)

Punteggio 1:

“Il livello delle competenze chiave e di cittadinanza raggiunto dagli studenti non è soddisfacente; nella maggior parte delle classi le competenze sociali e civiche sono scarsamente sviluppate (collaborazione tra pari, responsabilità e rispetto delle regole). La maggior parte degli studenti non raggiunge una adeguata autonomia nell’organizzazione dello studio e nell’autoregolazione dell’apprendimento. La scuola non adotta modalità comuni per la valutazione delle competenze chiave e di cittadinanza degli studenti. “

Punteggio 7:

“Il livello delle competenze chiave e di cittadinanza raggiunto dagli studenti è elevato; in tutte le classi le competenze sociali e civiche sono adeguatamente sviluppate (collaborazione tra pari, responsabilità e rispetto delle regole) e in alcune classi raggiungono un livello ottimale. La maggior parte degli studenti raggiunge una adeguata autonomia nell’organizzazione dello studio e nell’autoregolazione dell’apprendimento e una parte di essi raggiunge livelli eccellenti. Non sono presenti concentrazioni anomale di comportamenti problematici in specifiche sezioni….”
Considerazioni personali:

Il grado di educazione e il rispetto delle regole degli alunni è fortemente condizionato dal contesto familiare e sociale in cui vivono. Il bacino di utenza di una scuola di un quartiere agiato è molto diverso da quello di una scuola di periferia a forte flusso immigratorio. Una scuola che deve operare in una situazione di per se difficile può ritenersi come unica responsabile delle suddette competenze sociali? Se non riesce completamente nel compito vale meno di una scuola “agiata”?

PAGINA 19 DEL RAV (Risultati a distanza)

Punteggio 1:

“Per le scuole del I ciclo – La scuola non monitora i risultati a distanza degli studenti oppure i risultati degli studenti nel successivo percorso di studio non sono soddisfacenti: una quota consistente di studenti o specifiche tipologie di studenti incontra difficoltà di apprendimento (non sono ammessi alla classe successiva, hanno debiti formativi o cambiano l’indirizzo di studio) e/o abbandona gli studi nel percorso successivo.”

Punteggio 7:

“Per le scuole del I ciclo – I risultati degli studenti nel percorso successivo di studio sono molto positivi: in rari casi gli studenti incontrano difficoltà di apprendimento (non sono ammessi alla classe successiva, hanno debiti formativi o cambiano l’indirizzo di studio) e non ci sono episodi di abbandono degli studi nel percorso successivo. “

Domanda guida 2 di pag 18 del RAV:

“Quali sono i risultati dei propri studenti nel percorso scolastico successivo? In che misura il consiglio orientativo è seguito? In che misura il consiglio orientativo è efficace? “

Considerazioni personali:

1) Se gli alunni si iscrivono a scuole diverse da quelle indicate dal consiglio orientativo la responsabilità è della scuola perché non è stata efficace nella sua azione? Faccio notare che la scelta di dove iscriversi è effettuata dalle famiglie che possono tranquillamente ignorare le nostre indicazioni. Quale responsabilità abbiamo sulle loro scelte autonome?
2) Se gli studenti non ottengono risultati soddisfacenti o cambiano indirizzo di studio la scuola precedente ne è responsabile? Come possiamo essere responsabili dell’azione formative di altre scuole e dei risultati futuri che otterranno gli alunni? Tali risultati dipendono soprattutto dal loro impegno scolastico!
3) L’eccellenza si raggiungerà solo quando tutti o quasi i nostri alunni avranno percorsi brillanti nei cicli scolastici superiori. Chi o che cosa è in grado di garantire questo a parte l’Onnipotente?

PAGINA 24 DEL RAV( Valutazione degli studenti)

Punteggio 1:

La scuola non ha elaborato un proprio curricolo, oppure si è limitata a riportare nel POF i criteri presenti nei documenti ministeriali di riferimento senza rielaborarli. Non sono stati definiti profili di competenze che gli studenti dovrebbero acquisire nelle varie discipline. Le attività di ampliamento dell’offerta formativa non sono presenti, oppure sono presenti ma non sono coerenti con il progetto formativo di scuola e gli obiettivi e le abilità/competenze da raggiungere non sono definiti in modo chiaro. Non sono definiti obiettivi di apprendimento comuni per classi parallele o per ambiti disciplinari. Non sono utilizzati criteri di valutazione e strumenti di valutazione comuni, oppure i criteri di valutazione e gli strumenti di valutazione comuni sono utilizzati solo da pochi insegnanti o per poche discipline.

Punteggio 7:

“…Gli insegnanti condividono obiettivi di apprendimento specifici ed effettuano sistematicamente una progettazione didattica condivisa. La scuola utilizza forme di certificazione delle competenze. I docenti utilizzano criteri di valutazione comuni e usano strumenti diversificati per la valutazione degli studenti (prove strutturate, rubriche di valutazione, ecc.). L’utilizzo di prove strutturate comuni è sistematico e riguarda la maggior parte degli ambiti disciplinari e tutti gli indirizzi/ordini di scuola. I docenti regolarmente si incontrano per riflettere sui risultati degli studenti. C’è una forte relazione tra le attività di programmazione e quelle di valutazione degli studenti. I risultati della valutazione degli studenti sono usati in modo sistematico per ri‐orientare la programmazione e progettare interventi didattici mirati.”

Domande guida di pag 23 del RAV:

“Gli insegnanti utilizzano criteri comuni di valutazione per i diversi ambiti/discipline? In quali discipline, indirizzi o ordini di scuola è più frequente l’uso di criteri comuni di valutazione e in quali invece vengono meno utilizzati?
La scuola utilizza prove strutturate per classi parallele costruite dagli insegnanti? Per quali discipline? Per quali classi? Sono adottati criteri comuni per la correzione delle prove? “

Considerazioni personali:

1) Il messaggio ridondate è che bisogna adottare criteri di valutazione uguali per tutti, trascurando che l’elevata differenziazione degli alunni in seno ad ogni classe rende fisiologico adottare metodologie diverse che decide l’insegnante, a seconda del caso.
2) La scuola è di eccellenza se propone test strutturati (stile Invalsi). Dove sta scritto che l’utilizzo di tali prove denoti una scuola di qualità e come si concilia con la libertà d’insegnamento di ciascun docente?
3) L’equazione “uniformità” = maggiore qualità” è suscettibile di profonde discussioni.

Pagina 28 (Dimensione metodologica)

Punteggio 1:

“L’organizzazione di spazi e tempi non risponde alle esigenze di apprendimento degli studenti. Gli spazi laboratoriali non ci sono o sono usati solo da una minoranza di studenti. La scuola non incentiva l’uso di modalità didattiche innovative, oppure queste vengono adottate in un numero esiguo di classi. Le regole di comportamento non sono definite. I conflitti non sono gestiti o sono gestiti ricorrendo a modalità non efficaci.”

Punteggio 7:

“L’organizzazione di spazi e tempi risponde in modo ottimale alle esigenze di apprendimento degli studenti. Gli spazi laboratoriali sono usati con frequenza elevata in tutte le classi.
La scuola promuove l’utilizzo di modalità didattiche innovative. Gli studenti lavorano in gruppi, utilizzano le nuove tecnologie, realizzano ricerche o progetti come attività ordinarie in classe.
La scuola promuove le competenze trasversali attraverso la realizzazione di attività relazionali e sociali che vedono la partecipazione attiva degli studenti. Le regole di comportamento sono definite e condivise in tutte le classi. I conflitti con gli studenti sono gestiti in modo efficace, ricorrendo anche a modalità che coinvolgono gli studenti nell’assunzione di responsabilità.”

Considerazioni personali:

1) L’organizzazione degli spazi a scuola è condizionata dai locali a disposizione e dagli arredi presenti, fattore su cui gli operatori scolastici non hanno alcuna responsabilità.
2) Gli spazi laboratoriali così come le nuove tecnologie sono scarsi o addirittura assenti in certe scuole. Quale responsabilità abbiamo sulla loro assenza e dove sta scritto che la mancanza di tali elementi determini una cattiva didattica?

Domande guida di pagina 30 (Inclusione e differenziazione)

“La scuola realizza attività per favorire l’inclusione degli studenti con disabilità nel gruppo dei pari? Queste attività riescono a favorire l’inclusione degli studenti con disabilità?
Gli insegnanti curricolari e di sostegno utilizzano metodologie che favoriscono una didattica inclusiva? Questi interventi sono efficaci? Alla formulazione dei Piani Educativi Individualizzati partecipano anche gli insegnanti curricolari? Il raggiungimento degli obiettivi definiti nei Piani Educativi Individualizzati viene monitorato con regolarità?
In che modo la scuola si prende cura degli altri studenti con bisogni educativi speciali? I Piani Didattici Personalizzati sono aggiornati con regolarità?
La scuola realizza attività di accoglienza per gli studenti stranieri da poco in Italia? Questi interventi riescono a favorire l’inclusione degli studenti stranieri?
La scuola realizza percorsi di lingua italiana per gli studenti stranieri da poco in Italia? Questi interventi riescono a favorire il successo scolastico degli studenti stranieri?
La scuola realizza attività su temi interculturali e/o sulla valorizzazione delle diversità? Qual è la ricaduta di questi interventi sulla qualità dei rapporti tra gli studenti

Considerazioni personali:

Con quali fondi bisognerebbe organizzare tali corsi ? Nelle pagine successive del RAV viene evidenziato che se una scuola non organizza corsi di recupero e potenziamento o corsi di aggiornamento per i docenti subisce un punteggio basso nella valutazione. Se le disponibilità economiche non lo consentono cosa potrà fare la scuola per migliorare sotto questo aspetto?
PAGINA 51 DEL RAV (Priorità e Traguardi orientati agli Esiti degli studenti)

“Le priorità che la scuola si pone devono necessariamente riguardare gli esiti degli studenti. Si suggerisce di specificare quale delle quattro aree degli Esiti si intenda affrontare (Risultati scolastici, Risultati nelle prove standardizzate nazionali, Competenze chiave e di cittadinanza, Risultati a distanza) e di articolare all’interno quali priorità si intendano perseguire (es. Diminuzione dell’abbandono scolastico; Riduzione della variabilità fra le classi; Sviluppo delle competenze sociali degli studenti di secondaria di I grado, ecc.)”

“Traguardi di lungo periodo riguardano i risultati attesi in relazione alle priorità strategiche. Si tratta di risultati previsti a lungo termine (3 anni). Essi articolano in forma osservabile e/o misurabile i contenuti delle priorità e rappresentano le mete verso cui la scuola tende nella sua azione di miglioramento…. Essi pertanto sono riferiti alle aree degli Esiti degli studenti (es. in relazione alla priorità strategica “Diminuzione dell’abbandono scolastico”, il traguardo di lungo periodo può essere definito come “Rientrare nella media di abbandoni provinciali e precisamente portare gli abbandoni dell’istituto entro il 10%”). È opportuno evidenziare che per la definizione del traguardo che si intende raggiungere non è sempre necessario indicare una percentuale, ma una tendenza costituita da traguardi di riferimento a cui la scuola mira per migliorare, ovvero alle scuole o alle situazioni con cui è opportuno confrontarsi per migliorare.

Considerazioni personali:

Se una scuola adotta già tutte le strategie possibili per rendere efficace la sua azione educativa e nonostante questo non riesce a rientrare nello standard richiesto, quale azione di miglioramento dovrà ulteriormente adottare e quali saranno le conseguenze del mancato raggiungimento dell’obiettivo?

PAGINA 53 DEL RAV (Obiettivi di Processo)

Gli obiettivi di processo rappresentano una definizione operativa delle attività su cui si intende agire concretamente per raggiungere le priorità strategiche individuate. Essi costituiscono degli obiettivi operativi da raggiungere nel breve periodo (un anno scolastico) e riguardano una o più aree di processo.
Si suggerisce di indicare l’area o le aree di processo su cui si intende intervenire e descrivere gli obiettivi che la scuola si prefigge di raggiungere a conclusione del prossimo anno scolastico (es. Promuovere una figura di docente tutor per supportare gli studenti in difficoltà del primo anno dell’indirizzo linguistico nella scuola secondaria di II grado; Individuare criteri di formazione delle classi che garantiscano equi-eterogeneità; Utilizzare criteri di valutazione omogenei e condivisi per la matematica nella scuola primaria; Ridurre gli episodi di esclusione e i fenomeni di bullismo nella scuola secondaria di I grado; ecc.).

Considerazioni personali:

Se una scuola persegue un’azione didattica che non necessariamente faccia uso di nuove tecnologie, che non può disporre di fondi per corsi di recupero o potenziamento, che si rapporta in maniera limitata con in territorio per scelta propria, dove sta scritto che questo produca necessariamente una didattica inefficace? Perché una scuola dovrebbe adeguarsi a questo protocollo standard di comportamenti richiesti? A voi le risposte e le inevitabili conseguenze.

http://www.orizzontescuola.it/node/47508

Cobas Veneto

Pubblicato da: Cobas Veneto

Co.bas. Scuola

Via Monsignor Fortin 44 – Padova

Email: [email protected]

Per urgenze chiamare il 347 9901965 (Carlo)

I comitati di base della scuola sono un sindacato di base nato negli anni ’80 e che da allora opera nel nostro territorio e nel territorio nazionale, con docenti e A.T.A. volontari – precari e non – disposti a mettersi in gioco.

Categorie

Archivi

Shares
Share This