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PALLAalPIEDE

da | 21 Set 2014 | News

Il CESP nazionale e veneto ha organizzato diversi convegi sul tema dell’educazione degli adulti, in particolare sull’esperienza e le criticità della scuola in carcere.
logo_bassa.jpg In particolare l’esperienza di scuola al 2 Palazzi di Padova si è intersecata, in più occasioni, con altre esperienze culturali, didattiche e sociali che operano nel complesso carcerario, sia penale che giudiziaro, ci riferiamo alla storica presenza di Ristretti Orizzonti e alla più recente esperienza di Nairi onlus con la collaborazione della polisportiva SanPrecario. Un intreccio virtuoso che ha moltiplicato energie e sinergie al punto di scommettere sulla iscrizione ufficiale FIGC di una squadra di detenuti al campionato dilettanti.
Il CESP del Veneto ha creduto fino in fondo alla bontà di questo intreccio e di questo progetto, arrivando a sponsorizzare la squadra: il nostro Pinocchio fa bella mostra di sè sulla manica della maglietta di PALLAalPIEDE, che ricorda tanto la banda Bassotti ma anche la translitterazione di football.
L’avventura è appena inizaiata, salutata molto postivamente: si possono aprire importanti possibilità, anche questa può diventare scuola.
Qui di seguito riportiamo 2 articoli usciti come cronaca della prima partita di campionato di calcio indor.

dal Mattino di Padova

Pallalpiede-S.Precario: debutta la squadra dei detenuti
Prima volta assoluta in Italia, a livello di Figc, di una formazione composta di carcerati. La partita al Due Palazzi di Padova. Vincono gli ospiti 2-1

di Alberta Pierobon

• La prima partita al Due Palazzi
PADOVA. Prima partita di campionato (Terza categoria, girone B) per la Polisportiva Pallalpiede, squadra di calcio interamente composta da detenuti del Due Palazzi, carcere penale. Hanno giocato con il San Precario, e hanno perso uno a due.
Un primo tempo adrenalinico, entusiasta, liberatorio, con le gambe che correvano da sole, per i giocatori Pallalpiede, culminato al 25′ con il gol di Edwin, 25 anni, nigeriano, treccine e orecchino, notevole allure. Facesse il calciatore per mestiere avrebbe la fila di veline davanti a casa. Lo chiamano Gheddafi perchè ha vissuto anni in Libia e quando ha segnato è stato un trionfo: i compagni a bordo campo, Salvatore Pirruccio direttore del carcere che ha sommessamente tifato per tutti i 95 minuti, allenatore, agenti di custodia e diciamo gli spalti, ovvero i detenuti con cella vista campo che sono rimasti con la faccia incastrata tra le sbarre a guardare la partita.
Il secondo tempo l’energia è crollata, ché i Pallalpiede è da poco che hanno cominciato ad allenarsi sotto la guida appassionata, simpatica e rigorosa di Valter Bedin, insegnante di scienze motorie a Vicenza. E i Precari hanno cacciato in rete due gol con Vincenzo Retta e Andrea Ortolan. Ha fatto la differenza in campo il “bad boy” dei Pallalpiede, Alessandro, 24 anni, fisico alla Maradona, che ha giocato con la Salernitana Primavera: acclamatissimo e attesissimo, è entrato solo nel secondo tempo perché nelle regole di ingaggio conta anche la disciplina, il comportamento in carcere. E lui è un ribelle.

dal CORRIRE DEL VENETO

Undici detenuti, una squadra. Così «Pallalpiede» va in gol.

Nel carcere di Padova un gruppo di calciatori disputerà il campionato. Quasi tutti stranieri: il portiere era un acrobata, un altro giocava in D. Il primo team con l’ok della Lega

E’ stata la prima partita di un campionato nel quale i Pallalpiede (tutti tesserati Figc) saranno fuori classifica: prossimo incontro sabato prossimo (si gioca sempre di sabato alle 14.30) con l’Atletico 2000. E’ nata da poco la polisportiva al Due Palazzi (presidente Paolo Mario Piva, prof. in carcerein, l’ha voluta l’associazione Nairi onlus presieduta da Laura Mottarlini che per mesi si è fatta in quattro assieme a tanti, compresi i San Precario che danno una mano e nel logo hanno scritto: “Chi ama lo sport odia il razzismo”.
PADOVA – Il portiere è un ex acrobata di circo. C’è un piccoletto niente male che corre come una scheggia. Un ragazzo che da giovane ha militato in serie D. Qualcuno è fuori forma, ci sono dei chili da perdere, ma la preparazione atletica serve proprio a questo. Sono calciatori particolari quelli dell’Asd Polisportiva Pallalpiede: sono i detenuti del carcere Due Palazzi di Padova. La loro squadra ha ottenuto il via libera all’iscrizione al campionato di terza categoria padovano, in lega dilettanti, che inizia il 21 settembre. Nei giorni scorsi il campo da calcio della casa circondariale è stato ritenuto idoneo dalla Figc e di ostacoli non ce n’erano più. Fischio d’inizio per l’unica squadra di carcerati in una competizione ufficiale. Il connubio sport-solidarietà conferma ancora una volta il suo valore. La onlus Nairi lavora da due anni al progetto «Rimettiamoci in gioco» per creare momenti che promuovono l’attività motoria, la socialità e il rispetto delle regole. Ma soprattutto, per creare una finestra con l’esterno e un legame con il territorio, propedeutici al futuro reinserimento dei detenuti.
Il progetto dava buoni frutti e Nairi ha fatto il passo in più verso l’iscrizione al campionato per renderlo strutturale: ha coinvolto Banca Popolare Etica e la polisportiva San Precario, ha ottenuto il benestare del Due Palazzi e del Ministero della Giustizia. Poi è entrato in campo Valter Bedin, tecnico federale, che ha selezionato gli oltre 70 candidati per arrivare alla rosa dei 30. Se non sarà lui il mister in campionato, potrebbe toccare a un’equipe di ct che si alternino in panchina, con la collaborazione della San Precario. Ma anche gli agenti del carcere vogliono dare una mano: offrono consigli, pareri tecnici, si candidano come accompagnatori e non vedono l’ora di cominciare. «Abbiamo trovato in loro e negli educatori una sensibilità straordinaria» racconta Lara Mottarlini di Nairi. Il nome Pallalpiede, con la giusta dose di ironia, l’ha scelto il presidente Paolo Mario Piva: ne conosce diversi, di quei ragazzi, è il loro insegnante di italiano in carcere.
«Ogni sabato sarà una festa – spiega -. Abbiamo introdotto un codice etico, non verranno tollerati i comportamenti violenti. Chi trasgredisce va fuori rosa. Devono imparare a incassare, a impegnarsi per raggiungere dei risultati, a misurare i loro punti di forza e le loro debolezze». Il calcio è una lingua internazionale, la parlano tutti: metti un pallone ai piedi di un uomo e lo farai felice. In squadra ci sono cinque italiani, il 90% è straniero, con rappresentanze di Bosnia, Nigeria, Romania, Perù. «Alcuni di loro hanno giocato a ottimi livelli – dice Roberto Mastellaro della San Precario, che ha curato la parte tecnica -. Possono fare un buon campionato. Hanno fra i 21 e i 35 anni e tanta voglia di mettersi alla prova». Fra i criteri di selezione c’erano solo età, condizione fisica e capacità sportive, per dare a tutti coloro che vivono dietro le sbarre la stessa opportunità. «Questa struttura è una piccola società nella società, ma va continuamente inserita all’esterno perché queste persone abbiano delle opportunità– commenta il direttore del carcere Salvatore Pirruccio -. Non avevamo agganci, prima della proposta di Nairi, ma questo progetto ci è piaciuto subito e lo ritengo molto positivo. Durante la partita ci sarà la consueta sorveglianza che predisponiamo per ogni attività. Ma immagino che alcuni vorranno anche fermarsi a vedere le partite».
Pallalpiede giocherà tutte le gare in casa (niente trasferte per i detenuti) e le squadre avversarie dovranno fornire in anticipo, per motivi di sicurezza, le generalità dei giocatori e dell’arbitro. La selezione si presenta fuori classifica ma c’è da scommettere che l’agonismo la farà da padrone perché nessuno vuole sfigurare – anche se non ci sarà pubblico perché al campo del carcere mancano gli spalti. Ma le altre squadre della categoria cosa pensano dei nuovi rivali? «Guai a loro se non saranno contente – afferma il presidente della Figc Giuseppe Ruzza –. Fare qualcosa di buono per gli altri è un aspetto fondamentale dello sport.Non siamo qui solo per preparare i calendari, bisogna innovare, andare oltre le partite. Se non si tira in porta non si segna, è questo è un gran bel gol». Per arrivare a fine campionato, pur con i contributi della Figc, servono ancora finanziamenti. Sta per partire una raccolta fondi, e Pallalpiede cerca uno sponsor. Le spese di gestione non sono poche: ci sono da sistemare il campo, le panchine e le porte, fra le altre cose. Le maglie saranno biancorosse, come quelle del Padova, per saldare ancor più il rapporto con la città. L’atmosfera è di fibrillante attesa, al Due Palazzi. Novanta minuti di gioco, novanta minuti di normalità.

Cobas Veneto

Pubblicato da: Cobas Veneto

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Per urgenze chiamare il 347 9901965 (Carlo)

I comitati di base della scuola sono un sindacato di base nato negli anni ’80 e che da allora opera nel nostro territorio e nel territorio nazionale, con docenti e A.T.A. volontari – precari e non – disposti a mettersi in gioco.

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