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Riconosciuta la specificità dei percorsi nelle carceri

da | 15 Apr 2014 | News

Rete delle Scuole Ristrette

Pubblicate le Linee Guida

per la riorganizzazione dell’istruzione adulti

Riconosciuta la specificità dei percorsi nelle carceri

Mantenuti i cinque anni di corso per le superiori

Tutti a Lecce il 16 maggio prossimo per il convegno CESP

“ Scuola in carcere e istruzione adulti”

Dalla lettura delle Linee guida per il passaggio al nuovo ordinamento dell’istruzione adulti (così come all’art 11, comma 10 del DPR 263/2012),appena approvate, i docenti della Rete delle scuole ristrette e il CESP-Centro studi scuola pubblica, non possono che prendere atto dell’ulteriore riconoscimento da parte del MIUR del ruolo svolto dai docenti che insegnano presso le carceri italiane nei CTP/CPIA e negli istituti superiori,

Il risultato non era scontato, ma il lavoro svolto in questi due anni dai docenti della Rete delle scuole ristrette e dal Cesp-Centro studi scuola pubblica- e la tenacia con la quale sono state rappresentate le istanze dai docenti delle scuole nelle carceri, alle istituzioni ( MIUR e Ministero della giustizia), ha finalmente fatto emergere un segmento dell’istruzione sino ad ora semi-sconosciuto persino all’amministrazione. Che da parte sua ha ascoltato e accolto.

Quanto affermato dal comma 3.6 delle Linee guida è, infatti, l’esplicito riconoscimento: a) della specificità dei percorsi nelle carceri; b) della diversità dei tempi e dei luoghi in cui si attiva il processo “ educativo” nelle carceri; c) la variabilità degli stessi tempi; d) la peculiarità degli studenti in stato di detenzione. Nel comma si chiarisce anche la concreta ricaduta di tale riconoscimento e cioè che, nella propria autonomia, CPIA e istituzioni scolastiche di secondo grado in carcere, devono attivare i necessari adattamenti organizzativi in relazione alla specificità della domanda formativa.

Ma il riconoscimento non termina qui, perché nella distribuzione del Monte ore, viene in realtà accolta anche un’ altra richiesta dei docenti della Rete delle scuole ristrette, ovvero, il mantenimento dei cinque anni di corso nelle superiori, cosa che in questi anni era quasi scomparsa nell’istruzione adulti “liberi”, ma che invece connota fortemente l’offerta formativa nelle carceri, proprio per la particolarità della figura dello studente ‘ristretto’.

Questo permetterà sicuramente un’articolazione organizzativa più vicina alle specificità delle scuole in carcere e, nello stesso tempo, comporterà la riacquisizione del biennio nei percorsi di secondo livello degli adulti “liberi

Poiché il principio che ha dato luogo al passaggio al nuovo ordinamento è, però, la razionalizzazione, ovvero il risparmio, tutto questo avviene stante la riduzione del 30% del monte ore complessivo, operazione che mette contemporaneamente a rischio organici e offerta formativa.

Per questi motivi i docenti fanno un bilancio positivo di quanto ottenuto sino ad ora:

– stabilità dell’organico per l’anno scolastico 2014-2015 sia per i CTP/CPIA che per le istituzioni di secondo grado per le quali la riduzione del 30% dell’orario non comporterà riduzioni e le eventuali economie devono essere utilizzate per lo sviluppo dei percorsi di secondo livello;

– riconoscimento ufficiale ( nelle Linee Guida) della specificità dei percorsi nelle carceri, nonché della diversità dei tempi e dei luoghi in cui si attiva il processo “ educativo” e la loro la variabilità, oltre alla specificità degli studenti ‘ ristretti’ rispetto agli studenti che frequentano i corsi serali, esterni;

– adattamento della riorganizzazione dell’istruzione adulti alla peculiarità dei luoghi di apprendimento, nonché alla variabilità dei tempi di detenzione, con conseguenti di misure di sistema finalizzate ad apportare i necessari adattamenti organizzativi

Ma ritengono che ci siano ancora ampi margini di ambiguità nel testo e molti obiettivi da dover ancora raggiungere:

– la stabilizzazione dell’organico anche per gli anni successivi, utile per lo sviluppo dei percorsi di secondo livello e l’ampliamento dell’offerta formativa ( anche tramite il recupero dell’ora di Religione/Materia Alternativa);

– la definizione del numero degli alunni per classe che, nella bozza degli organici, per i corsi di I livello, si stabilisce essere da 5 a 12 ma per i corsi di II livello, con un semplice riferimento alla possibilità che il numero degli alunni per classe può essere anche inferiore a quello dei corsi ordinari, lascia ampi margini di discrezionalità;

– l’identificazione di precise misure di sistema e degli strumenti necessari ad apportare i previsti adattamenti organizzativi ( ivi comprese specifiche attività didattico/formative in carico agli stessi docenti), anche attraverso la predisposizione di nuovi elementi normativi”.;

– l’ampliamento e la diffusione dell’istruzione in carcere in tutte le istituzioni penitenziarie con l’istituzione del primo biennio delle scuole superiori.

Accanto a queste problematiche, relative alla trasformazione dell’istruzione adulti, durante i Convegni Cesp e le discussioni in lista della Rete delle scuole ristrette, ne sono emerse altre che occorrerà affrontare ( dalla questione del ruolo per l’insegnamento nelle carceri nella scuola primaria, al riconoscimento dei codici specifici per le sezioni coordinate nell’istruzione adulti, agli spostamenti in corso d’anno degli studenti ‘ristretti’ spesso costretti ad interrompere gli studi senza possibilità di continuare) .

Nel prossimo Convegno CESP di Lecce, che si svolgerà presso la Casa Circondariale “ Borgo San Nicola” il 16 maggio prossimo, si entrerà nel merito delle problematiche specifiche della Nuova istruzione adulti e della sua applicazione nei corsi di studio in carcere e, con il Laboratorio Formativo, coordinato dalle due ricercatrici Elena Zizioli e Rita Mancaniello, si entrerà nel merito degli obiettivi formativi propri di questo segmento dell’istruzione.

Roma, 14 aprile 2014

Anna Grazia Stammati

( presidente cesp)

Cobas Veneto

Pubblicato da: Cobas Veneto

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