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APPROVATO IL Sistema Valutazione Nazionale COLPO DI MANO DEL GOVERNO MONTI!

da | 10 Mar 2013 | Cobas scuola di Padova

APPROVATO IL Sistema Valutazione Nazionale COLPO DI MANO DEL GOVERNO MONTI! L’INVALSI SALE IN CATTEDRA A DISTRUGGERE LA QUALITA’ DELLA SCUOLA PUBBLICA

Sembrava impossibile che trovassero il coraggio politico di varare un provvedimento così importante con un governo inesistente. E invece il governo Monti l’8 marzo 2013 ha dato vita al SVN (Sistema Nazionale di Valutazione), un sistema mai discusso all’interno delle scuole e anzi bocciato da moltissimi collegi docenti quando fu proposto sotto forma di sperimentazione; anche il Consiglio di Stato aveva dato un parere fortemente critico, così come aveva fatto il CNPI. E invece la casta è andata avanti incurante dell’opinione della società civile ed ha partorito uno strumento coercitivo che diventerà centrale nella vita delle scuole italiane, piegandole alla logica della scuola azienda. Una logica della Qualità Totale (TQM), come se la scuola fosse una fabbrica Toyota, che viene imposta a docenti, studenti e genitori senza che sia stata posta la domanda centrale: QUALI ELEMENTI RENDONO UNA SCUOLA “MIGLIORE”? Solo dopo aver risposto a questa complessa domanda si può procedere ad individuare gli strumenti atti a misurare quegli elementi (sempre che essi si configurino come misurabili). E invece il regolamento appena approvato niente dice in merito a questa domanda preliminare e fondante, mettendo in mano all’INVALSI l’individuazione dei criteri valoriali che orienteranno l’azione quotidiana delle nostre scuole. COSA PREVEDE IL PROVVEDIMENTO 1) “Autovalutazione”(???): la scuola si “autovaluta” sulla base dei risultati dei quiz INVALSI (ridicoli e del tutto eterodiretti), dei parametri strutturali forniti dal MIUR e, se vuole, in base ad altri indicatori scelti autonomamente (che tanto non conteranno nulla). Poi redige un rapporto su un modello in formato elettronico che arriverà direttamente dall’Invalsi ed elabora un piano di miglioramento. Perché hanno l’ipocrisia di chiamarla “AUTOvalutazione”? È l’Invalsi che valuta e insieme decide cosa valutare; è chiaro che le scuole correranno ad allinearsi ai parametri di qualità indicati, trascurando tutto ciò che non sarà oggetto di valutazione (ad es. la buona e semplice didattica). Ricordiamo che la legge di stabilità ha stabilito che dal prossimo anno i fondi alle scuole saranno quantificati in base ai risultati di qualità. 2) Valutazione esterna: in base ai risultati forniti dai rapporti, si individueranno le scuole da sottoporre per prime alla “cura” (ma successivamente si estenderà a tutte le scuole): ci saranno visite dei nuclei di valutazione esterni costituiti da ispettori e “esperti” formati e selezionati dall’Invalsi; essi riformuleranno il piano di miglioramento a cui la scuola dovrà attenersi: di fatto viene annullata la libertà d’insegnamento. 3) Azioni di miglioramento: entra in campo l’INDIRE che supporta le scuole nella definizione dei piani di miglioramento attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie, di progetti di “miglioramento della didattica”, di corsi di formazione in servizio per docenti, ATA e DS; il tutto potendo avvalersi anche di privati. 4) Valutazione dei DS: anche i presidi, tramite gli USR, saranno sottoposti a valutazione. E se la cura non funziona? Nessuno dice cosa succederà alla scuole che, nonostante la cura, non riusciranno a raggiungere gli standard previsti, ma la realtà degli USA ci dice che queste scuole vengono chiuse e i docenti licenziati (d’altra parte la legge Brunetta prevede il licenziamento dei dipendenti pubblici a fronte di performance ripetutamente negative). Parlano di innalzamento della qualità, mentre la drammatica realtà è che questo sistema di valutazione abbasserà rapidamente e con danni irreparabili la qualità della scuola pubblica a tutto vantaggio di quella privata, come già accaduto nella scuola inglese e statunitense. Una quantità enorme di risorse sarà ulteriormente dirottata nella burocrazia (già immaginiamo i moduli e i modelli da riempire) e sottratta al lavoro concreto della classe e della didattica, ma ancor più pericoloso sarà il potere retroattivo dei piani di “miglioramento”: ci verrà chiesto di adeguare le nostre programmazioni e gran parte della nostra attività in base agli indicatori stabiliti dall’Invalsi, pena la “cura” a suon di ispettori e di corsi di “miglioramento”. Il popolo della scuola deve saper rispondere con determinazione a quest’attacco: hanno messo a punto un ingranaggio che modificherà il nostro lavoro ed entrerà di forza dentro le nostre classi: vogliono imporci cosa insegnare e come insegnare. I docenti italiani devono saper reagire ed essere in prima fila nella difesa della qualità della scuola pubblica italiana: solo un pubblico di qualità può bloccare la privatizzazione della scuola!

ABBIAMO UN’ARMA POTENTE CONTRO IL SNV: LO SCIOPERO CONTRO I QUIZ INVALSI

Se blocchiamo i quiz, facciamo fallire il loro principale strumento di misurazione I Cobas hanno già indetto lo sciopero contro i quiz INVALSI secondo le seguenti modalità:

7 MAGGIO ► SCUOLA MATERNA + ELEMENTARE 14 MAGGIO ► SCUOLA MEDIA 16 MAGGIO ► SCUOLA SUPERIORE

Lo scorso anno il tribunale di Roma ha decretato attività antisindacale la sostituzione dei docenti che avevano aderito allo sciopero indetto dai COBAS nei giorni delle prove INVALSI. La normativa non è cambiata e perciò è importante che scioperino i docenti in orario nelle classi coinvolte e/o i docenti individuati come somministratori. Proponiamo di istituire in ogni scuola una cassa di resistenza in modo da sostenere economicamente i colleghi il cui sciopero risulterà utile a fermare la somministrazione.

SCIOPERA I GIORNI DEI QUIZ INVALSI DIFENDI LA SCUOLA BENE COMUNE

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Cobas Veneto
Pubblicato da: Cobas Veneto

Co.bas. Scuola

Via Monsignor Fortin 44 – Padova

Email: [email protected]

Per urgenze chiamare il 347 9901965 (Carlo)

I comitati di base della scuola sono un sindacato di base nato negli anni ’80 e che da allora opera nel nostro territorio e nel territorio nazionale, con docenti e A.T.A. volontari – precari e non – disposti a mettersi in gioco.

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