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Istituto Valle chiuso con le catene, scuola presidiata dalla polizia

da | 23 Nov 2012 | News

Istituto Valle chiuso con le catene, scuola presidiata dalla polizia

La preside ha impedito ai ragazzi della sede centrale di riunirsi all’interno «Avevano concordato assemblee con i docenti, poi hanno cambiato idea»

di Felice Paduano dal mattino di padova

PADOVA. Scuola blindata, con le catene legate a tutte le porte d’accesso nella sede centrale dell’istituto professionale Giovanni Valle per impedire, a partire da ieri, l’occupazione da parte degli studenti. Questa la decisione, presa già nel pomeriggio di mercoledì, dalla preside Maria Grazia Bollettin, che ha causato ieri mattina la vivace protesta della maggioranza dei ragazzi, che non sono potuti entrare nelle rispettive classi e, quindi, hanno manifestato per tutta la mattinata nel grande cortile di via Tiziano Minio, all’Arcella, che dividono con i Rogazionisti.

Sul posto, alle nove, sono intervenuti anche i poliziotti della Digos e i carabinieri, chiamati sia dalla preside che dagli stessi studenti. Sempre in mattinata una trentina di docenti e un manipolo di ragazze hanno partecipato a un’assemblea, terminata già alle 11, che si è tenuta nel palazzetto dello sport di piazza Azzurri d’Italia.

L’occupazione dei ragazzi del Valle si è svolta invece regolarmente nella succursale del Bassanello, all’interno dell’ex Cavalletto, dove studiano 250 ragazzi. «Le responsabilità del caos di questa mattina (ieri ndr) sono principalmente della dirigente Bollettin» ha sottolineato lo studente di quinta B Andrea Scandolara. «È una dirigente che rifiuta ogni tipo di dialogo con noi studenti. Come mai questa mattina, dopo che 300 ragazzi si erano riuniti nel cortile, non si è fatta vedere?». Duro anche il commento da parte di Jessica, una rappresentante di classe che frequenta la terza. «Siamo rimasti di stucco quando abbiamo trovato la scuola chiusa con le catene», ha sottolineato la giovanissima leader del Valle, «Noi studenti avremmo voluto effettuare l’autogestione all’interno della nostra scuola con gli stessi criteri e metodi adottati da tutti gli altri ragazzi delle scuole ancora occupate della città».

La notizia dei fatti anomali accaduti solo al Valle è stata anche comunicata al Provveditore agli Studi. Tant’è che a mezzogiorno Paolo Jacolino, nel suo ufficio in via Michele Sanmicheli, ha ricevuto volentieri anche una delegazione degli studenti del Valle.

In tarda mattinata anche la preside ha voluto chiarire la sua posizione. «I fatti accaduti sono dovuti a un mancato coordinamento tra gli stessi ragazzi dell’istituto», ha osservato la dottoressa Bollettin, «Nella giornata di mercoledì ho preso accordi con i rappresentanti dei ragazzi in consiglio d’istituto per effettuare due assemblee autogestite degli studenti alla presenza dei docenti. La prima si sarebbe dovuta tenere al PalAlì, dalle 8.30 alle 13.30. La seconda domani nella tensostruttura del cortile, dalle 8.30 alle 12. Già nella serata di mercoledì, però, sono stata avvisata che alcuni ragazzi avrebbero tentato di occupare la scuola. Di conseguenza ho fatto mettere le catene a tutte le serrature delle porte d’ingresso ed ho anche preavvertito la polizia. In sintesi: sono stati i ragazzi, ossia una parte di essi, a non rispettare i patti presi con la sottoscritta. E poi , come capo d’istituto, perché non potrei essere, per scelta culturale, contro tutte quelle occupazioni che rischiano di degenerare in violenza gratuita ed in danneggiamenti anche gravi a carico dei beni scolastici? ».

Immediata è arrivata però la replica dei suoi allievi riuniti nel cortile della sede centrale dell’istituto: «E allora perché ha concesso l’occupazione ai 250 ragazzi della succursale e non a noi della centrale che siamo il doppio?».

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Pubblicato da: Cobas Veneto

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