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INVALSI BOICOTTA LO SCIOPERO e FERISCE LA DEMOCRAZIA

da | 3 Mag 2012 | News

L’Invalsi getta la spugna?
La sola proclamazione dello sciopero Cobas smaschera il sistema Invalsi.

Ci siamo.
Le prove dell’Invalsi, Ente di ricerca dotato di personalità giuridica di diritto pubblico , soggetto alla vigilanza del MIUR, che svolge attività di ricerca, sia su propria iniziativa che su mandato di enti pubblici e privati ed essere anche finanziato dai privati, sono alle porte.

Come Cobas abbiamo aperto le ostilità da anni, non per questioni di demagogia o retorica sterile, ma per un motivo semplice, banale ma essenziale, ovvero l’Invalsi, con le sue prove, con la sua ingerenza, ha lo scopo di omologare, standardizzare la formazione degli studenti, di imprigionare la libertà d’insegnamento alla rete della scuola testificio, per arrivare anche alla schedatura delle scuole, favorendo un processo di disgregazione delle scuole italiane, piuttosto che sostenere un processo di integrazione, di solidarietà, di collaborazione tra le varie istituzioni scolastiche. Basta vedere quello che accade ai ragazzi segnalati con DSA, che rischiano di vivere una reale discriminazione, o diffondere delle prove, standard, su tutto il territorio nazionale, senza tener minimamente conto né della differenziazione pedagogica che caratterizza le varie scuole, né delle problematiche territoriali che variano da Regione a Regione, da Città a Città.
Tanto e tanto altro si è detto e si dirà, ma ora voglio soffermarmi sulle ultime dichiarazioni rilasciate dai tecnici dell’Invalsi.
Guardano già alle prove del prossimo anno.
Sembra di capire che cambieranno sia le modalità operative di svolgimento, che le materie interessate dalle prove, ma nello stesso tempo si minacciano i docenti che non collaboreranno di segnalazione agli organi preposti.
Quali?
Come può l’Invalsi, Ente esterno che collabora con il MIUR, arrogarsi il diritto di minacciare i docenti? Come può l’Invalsi arrogarsi il diritto di pretendere che il personale scolastico svolga attività che esula dal loro profilo professionale? Come può pretendere l’Invalsi che il personale docente lavori, anche gratis, per loro? Come può pretendere l’Invalsi che nei giorni delle prove, si affermi la sospensione dell’attività didattica, della libertà d’insegnamento, bene comune garantito, almeno formalmente, sulla carta costituzionale?
Può.
Perché se queste affermazioni trovano modo di essere tali, vuol dire che possono.
Ma potere non vuol dire dovere.
Nelle giornate del 9, 10 e 16 maggio, i Cobas, hanno proclamato lo sciopero, contro le prove dell’Invalsi.
Cosa accade?
Andiamo per ordine.
L’Invalsi si accorge che a causa delle elezioni amministrative, le prove considerate, non possono svolgersi nelle date originariamente previste, e dunque devono essere spostate.
Si indica come prima data il 15 maggio.
Poi accade che qualcuno segnala all’Invalsi, che in Sicilia, il 15 maggio è giorno festivo, e dunque, per garantire la parvenza dell’omogeneità della diffusione univoca delle dette prove, ecco il nuovo calendario, le prove per le scuole secondarie di secondo grado si svolgeranno il 16 maggio.
Ma non finisce qui.
Una nota, l’ennesima dell’Invalsi, una nota che non ha alcun valore normativo, né vincolante,nè sostanziale, afferma che i Dirigenti Scolastici, per comprovati motivi, possono richiedere un differimento.
Ovviamente , tale nota, ha uno scopo molto chiaro, che è quello di eludere lo sciopero del 9, 10 e 16 maggio, cercando di renderlo inutile.
Ovviamente lo sciopero del 9, 10 e 16 maggio non sarà inutile .
A proposito di utilitarismo, secondo Bentham…
« La natura ha posto il genere umano sotto il dominio di due supremi padroni: il dolore e il piacere. Spetta ad essi soltanto indicare quel che dovremmo fare, come anche determinare ciò che è giusto o ingiusto. »

Ed allora la protesta manifesta che tramite lo strumento dello sciopero, permette alla categoria docente ed Ata,di far sentire la propria voce per difendere prima di ogni cosa la propria dignità di lavoratore e lavoratrice e nello stesso tempo di difendere la scuola come bene comune, è volta alla determinazione di una rivendicazione di giustizia. E’ giustiza dire no all’invalsione della scuola pubblica, è giustizia dire no all’omologazione dei saperi, è giustizia dire no alle catene importe alla libertà d’insegnamento, è giustizia dire no alla catalogazione della scuola pubblica, è giustizia dire no alla privatizzazione della scuola pubblica.

Ma dal punto di vista più pragmatico, in ogni caso, la sola proclamazione dello sciopero ha raggiunto uno scopo importante, evidenziare l’apparenza dell’operazione Invalsi.
Prove che possono essere fatte in date diverse, nonostante dovrebbero essere realizzate, come da burocrazia, nella stessa giornata, proprio per evitare che tali test possano essere falsati.

Come valutare(?) i risultati dei test, di cui certamente, i contenuti delle prove, saranno già a conoscenza degli studenti, nelle giornate del rinvio? E nel caso in cui verranno diffuse prove diverse, per evitare il rischio di scopiazzamento, come potranno essere valutate in modo oggettivo, visto e rilevato che saranno prove diverse? Visto e rilevato che vi saranno scuole che affronteranno prove sostanzialmente diverse?

Ovviamente ciò è una farsa, perché quello che interessa al sistema Invalsi è abituare le scuole alla diffusione dei test, abituarle al sistema del nozionismo, abituarle, imponendo in modo illegittimo ed anche illegale, perchè si violano disposizioni contrattuali esistenti, perchè si interrompe l’attività didattica, perchè si somministra il personale docente ad altro Ente, ad altro datore di lavoro, al sistema INVALSI.
Nonostante tutto, i Cobas, ancora una volta, hanno evidenziato la non valenza strutturale e sostanziale dell’Invalsi, ed ancora una volta, hanno confermato che la lotta, anzi la sola intenzione di intraprendere la lotta, reca gran scompiglio a chi vuol privatizzare ed aziendalizzare il bene comune Scuola Pubblica Statale italiana.
E per tutti questi motivi lo sciopero del 9,10 e 16 maggio, andrà sostenuto, per conferire uno schiaffo democratico a chi vuole, senza alcun strumento di consultazione e confronto democratico e partecipato, imporre dall’alto un modello di scuola meschino e deprecabile, ledendo la dignità di tutti i soggetti attivi nella scuola, di tutti quelli che ogni giorno, per uno stipendio ridicolo, vivono situazioni difficili, cercando, lavorando anche a casa, di rendere questa società più vivibile e meno dipendente dalla burocrazia che affossa ogni coscienza critica e sociale.
Ed allora tutti quelli che vogliono semplicemente difendere ed affermare la scuola come bene comune, il 9,10 e 16 maggio non possono non scioperare.
Ed allora dopo tanti anni, ecco che docenti e studenti, saranno uniti per la difesa del bene comune, per dire no all’Invalsione della Scuola Pubblica Statale italiana.
Uniti ed insieme si può, uniti ed insieme si deve.

Marco Barone

Cobas Veneto

Pubblicato da: Cobas Veneto

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