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NON NEL NOSTRO NOME!

da | 15 Feb 2012 | Cobas scuola di Padova

NON NEL NOSTRO NOME! NO al nuovo progetto sperimentale “VALeS” per misurare le nostre scuole e il nostro lavoro

Profumo come Gelmini. Vuole introdurre la classifica tra scuole (finanziamenti differenziati) e tra i docenti (stipendi differenziati). Ci aveva provato lo scorso anno la Gelmini con due progetti sperimentali (VSQ e “Valorizza”) che sono stati bocciati in moltissime scuole d’Italia; solo dopo molti sforzi e inviando “esperti” che entravano nei Collegi Docenti per “supportare” i dirigenti e far passare la sperimentazione, il MIUR ha racimolato una trentina di scuole con le quali stanno portando avanti le sperimentazioni. Il progetto “Valorizza” poi, basato sul ridicolo metodo “reputazionale” (pagelle sui prof. date da studenti e genitori) è stato definitivamente accantonato (dopo essere costato a noi tutti contribuenti fior di quattrini ottenuti dai tagli ai nostri stipendi conseguenti al blocco degli scatti). Ed ora eccoli nuovamente in pista. Cercano 300 scuole in tutta la penisola (Sicilia, Calabria, Puglia e Campania si inseriranno con i PON “Competenze per lo sviluppo” finanziati dalla UE) che partecipino al “nuovo” progetto che di novità ne contiene davvero poche; le uniche sembrano: – si valuteranno anche i presidi (chissà perché pensiamo che ciò che sarà maggiormente valutato sarà l’aspetto manageriale, quello che ha prodotto i presidi-padroni che si aggirano nelle scuole italiane); – non sono previsti finanziamenti premiali in base a una classifica di scuole (anche se tutta la sperimentazione viene esplicitamente collegata alla necessità di trovare metodi di valutazione e dunque finanziamento differenziato alle scuole, così come richiesto altrettanto esplicitamente dalla UE). Mentre il tanto sbandierato (e propagandistico) parametro del “valore aggiunto contestuale” (i professionali che risulterebbero migliori dei licei) non è affatto una novità: sono anni che in collegamento con i quiz vengono somministrati questionari studenti e vengono richiesti dati ai genitori; tale sistema è ritenuto inaffidabile da molti studiosi che parlano di “stime troppo instabili” (Board on Testing and Assessment of the National Academy of Sciences) per essere messe scientificamente alla base di seri processi valutativi (ed infatti non è utilizzato in nessun sistema di valutazione all’estero). Ecco in sintesi come si articola il progetto triennale VALeS = “Valutazione e Sviluppo Scuola, finalizzato alla valutazione esterna delle scuole e dei dirigenti scolastici”. Sono previste tre fasi: 1) ANALISI basata su: a) dati strutturali della scuola; b) risultati dei quiz Invalsi (grotteschi, criticati dalla comunità scientifica, in via di abbandono in altri sistemi scolastici del mondo, incapaci di individuare una vera qualità della scuola e dei docenti); c) giudizio del nucleo esterno di valutazione (formato da ispettori e esperti di valutazione) che svolge nella scuola non precisate indagini basate su un “protocollo” di cui non si conosce il contenuto (questionari, osservazioni, ecc.); ci saranno anche questa volta questionari di gradimento per i genitori e gli studenti? Tutto ciò produrrà un rapporto di valutazione iniziale che indicherà punti di forza e di debolezza della scuola. 2) PIANO DI MIGLIORAMENTO: a) la scuola, supportata da una “task force di supporto” (la chiamano davvero così!) cioè INDIRE e/o università o risorse culturali e professionali (!) del territorio, mette a punto un piano di miglioramento e lo persegue; «gli obiettivi di miglioramento dovranno necessariamente essere numericamente ridotti, rilevabili e misurabili» (non abbiamo alcun dubbio che i risultati dei quiz Invalsi saranno al centro delle verifiche); sono previsti corsi di formazione «per la comprensione del sistema» (!) e altre azioni non meglio specificate che la scuola potrà individuare; b) finanziamento: sono previsti per ogni scuola da 10.000 a 20.000 euro per le spese atte al funzionamento, a sostenere il piano di miglioramento e a ricompensare i docenti che collaboreranno (pare attraverso il FIS e dunque la contrattazione interna); le scuole paritarie, che possono partecipare (e non abbiamo dubbi che parteciperanno!), dovranno autofinanziarsi; c) l’OCSE stesso monitorerà il progetto sperimentale: sappiamo che il MIUR ha istituito già da tempo un rapporto privilegiato con alcune fondazioni bancarie e confindustriali che affiancano il ministero nella definizione dei processi valutativi (vedi Fondazione S. Paolo e Fondazione Treelle, entrambe di diretta emanazione confindustriale). 3) VALUTAZIONE; consisterà in: a) misurazione dei risultati raggiunti; (i risultati devono essere misurabili, ci devono essere numeri, voti: se non come si fa a fare le classifiche?) b) esposizione degli stessi alla comunità scolastica; c) pubblicazione degli stessi sul sito del MIUR (progetto “La scuola in chiaro”) Stanno applicando il sistema della qualità totale (TQM = Total Quality Management ) alla scuola, cercano di far penetrare nel corpo docente quella che chiamano “cultura della valutazione”; sono anni che gli “staff” di presidenza frequentano corsi su qualità e valutazione, perché sanno che i docenti italiani sono refrattari ad applicare una valutazione aziendale a qualcosa che non percepiscono affatto come aziendale, perché la maggior parte dei docenti sa che tutto questo anziché innalzare la qualità della scuola, la distruggerà: che accadrà alla didattica, che è il cuore vero della scuola, se l’idea della performance sarà messa al centro dei processi? Chiunque sia interno alla scuola sa che la qualità che i tagli stanno distruggendo non si potrà recuperare con questo fumo negli occhi; sa che quando diciamo “migliorare” bisognerebbe prima aprire un dibattito su cosa si considera “migliore” e in base a quali criteri valoriali; sa che i quiz Invalsi sono una farsa che non misura né la qualità del docente né la preparazione dei nostri alunni; sa che, al contrario, i quiz rappresentano un enorme pericolo per la qualità della didattica. I più attenti di noi sanno anche che ci stanno portando via la scuola pubblica, che stanno inserendo pesanti meccanismi di privatizzazione: per creare competizione hanno bisogno di creare meccanismi (alla fin fine non importa molto quali e basati su che cosa) che rendano ben visibile la differenza tra le scuole. Andiamo nei nostri Collegi docenti, spieghiamo bene ai nostri colleghi qual è la posta in gioco; se vogliono introdurre questi elementi distruttivi per la scuola pubblica, le forze politiche vadano in Parlamento ed approvino una legge, i sindacati concertativi abbiano il coraggio di inserirli nel rinnovo del CCLN! L’adesione al progetto sperimentale prevede l’approvazione del Collegio docenti (dal 10 febbraio al 12 marzo): lì siamo noi che possiamo/dobbiamo dire NO! NOI NON COLLABORIAMO: RESPINGIAMO LA SPERIMENTAZIONE VALES! VOTIAMO “NO” NEI COLLEGI DOCENTI

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Pubblicato da: Cobas Veneto

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