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DPEF e tagli alle superiori di Padova

da | 6 Lug 2011 | News

DPEF

Rinnovo dei contratti
I salari dei pubblici dipendenti vengono bloccati fino al 2014. E cioè un
anno in più rispetto al blocco triennale operato da Tremonti con la manovra
del 2010. Nel frattempo è comunque possibile diversificare la distribuzione
del salario accessorio anche se i fondi destinati alla contrattazione non
aumentano. Il 25% di eventuali,improbabili, risparmi delle amministrazioni
invece di andare a rimpinguare lo scarso stipendio del personale dovranno
essere utilizzati per applicare la legge 150. È un’ennesima forzatura per
applicare i principi del merito e della differenziazione previsti dal
decreto Brunetta (150/2009) in assenza di risorse fresche.

Pensioni
L’età pensionabile delle donne del settore privato, si innalza con
gradualità a cominciare dal 2020 per arrivare a quota 65 nel 2032, un
intervento più soft rispetto a quello che in precedenza era stato riservato
alle lavoratrici del pubblico impiego che con la manovra dello scorso anno
si sono viste innalzare il requisito di anzianità a 65 anni dal 2012.
La manovra anticipa dal 2015 al 2014 l’aggancio del momento effettivo di
pensionamento all’aspettativa di vita, questo significa che dal 2014 si avrà
un posticipo di circa 3 mesi del momento di pensionamento. Lo spostamento
del momento della pensione andrà ad incidere negativamente sul possibile
turn over del personale in servizio.
L’aggressione continua rispetto ai pensionati che percepiscono assegni che
sono da 3 a 5 volte superiori il minimo Inps (460,00 euro mensili) perché
avranno una rivalutazione decurtata del 55%; per chi percepisce un assegno superiore di 5 volte il minimo Inps, invece, non ci sarà alcuna
rivalutazione.
Nella manovra messa a punto da Tremonti sembra esserci anche un intervento di agevolazione fiscale per redditi derivanti dai piani di investimento a lungo termine sul risparmio e per le forme di previdenza e assistenza socio-sanitaria complementare.

Scuola
Restituiti al “servizio attivo” nelle istituzioni scolastiche, dal 1
settembre 2012, i comandati all’INVALSI e all’ANSAS (soppresso dalla stessa data con contestuale ripristino dell’INDIRE) con perdita di un patrimonio enorme di professionalità.
Bloccate a decorrere dall’anno scolastico 2012/2013 le dotazioni organiche
del personale docente, educativo ed Ata in entità pari a quelle del
2011/2012. Lo stesso principio vale per i posti di sostegno che potranno
però essere incrementati in deroga per assicurare l’integrazione degli
alunni disabili solo se non saranno sufficienti l’assegnazione media di un
docente ogni due alunni disabili e l’utilizzo prioritario delle risorse per
la formazione per gli interventi sulle modalità di integrazione degli alunni
disabili. È chiaro l’intento del Governo: formare il personale in servizio
per superare la necessità di organico aggiuntivo di sostegno.
Introdotta la figura di un rappresentante INPS nelle commissioni mediche
preposte all’accertamento dello stato di disabilità come garante della
veridicità degli atti. Si fa di tutto pur di indebolire il diritto all’integrazione.
Nella scuola del primo ciclo le attuali direzioni didattiche e scuole medie
vengono aggregate tutte in istituti comprensivi che mantengono l’autonomia
solo se hanno almeno 1000 alunni, ridotti a 500 nelle zone più disagiate.
Una misura di dubbia attuazione considerato che si tratta di operazioni di
dimensionamento della rete scolastica che non sono di competenza dello Stato ma delle Regioni e prevedono un articolato percorso di condivisione con i comuni.
Nel caso in cui il numero di alunni dovesse essere inferiore a 500 la scuola
anche se autonoma sarà affidata ad un reggente. Un paradosso visto che il
Miur si rifiuta di finanziare le spese che ne conseguono come quella per la
retribuzione del vicario della scuola data in reggenza. Una misura che,
almeno nelle intenzioni del governo, potrebbe riguardare centinaia di
istituzioni scolastiche. Si tratta di una misura con pesanti ricadute sul
piano organizzativo e sul piano occupazionale, tenuto conto che questo tipo
di razionalizzazione taglia ulteriori posti di dirigenti, Dsga e
collaboratori scolastici.

Riduzione degli esoneri e dei semi esoneri per i collaboratori del dirigente
nelle scuole complesse. La manovra rivede in senso negativo le condizioni di complessità per consentire gli esoneri/semi esoneri abrogando la norma che prevedeva la riduzione di un quinto del numero di classi necessario per
avere diritto all’esonero/semiesonero in presenza di più plessi o sedi.

Infine una nuova aggressione nei confronti dei docenti inidonei all’insegnamento per motivi di salute che “assumono la qualifica di assistente

Visite fiscali
Viene apportata l’ennesima modifica al dlvo 165/2001 sostituendo il comma 5 dell’articolo 55 septies con una norma che rende obbligatoria la visita
fiscale dal primo giorno di assenza solo nei casi in cui l’assenza si
verifica nelle giornate precedenti o successive a quelle non lavorative.
Viene però introdotto l’obbligo di disporre il controllo sulle assenze per
malattia valutando “la condotta complessiva del dipendente e gli oneri
connessi all’effettuazione della visita, tenendo conto dell’esigenza di
contrastare e prevenire l’assenteismo”. Una discrezionalità inaccettabile
finalizzata a ridurre le assenze, che utilizza come strumento la
discriminazione fra il personale da controllare e che cerca di risolvere il
problema dell’alto costo per i controlli. La manovra infatti stabilisce che
per fare fronte agli oneri da sostenere per gli accertamenti medico-legali
sono destinati alle amministrazioni 70 milioni che andranno tolti ai
finanziamenti per la spesa sanitaria. In pratica un ulteriore intervento
voluto da Brunetta, a danno dei lavoratori, per rendere applicabile una
riforma inapplicabile. Il danno per i cittadini è enorme perché saranno loro
a pagare, con la riduzione dei servizi e l’aumento di spese superflue.

PADOVA: dotazioni ordanico di diritto superiori

Tutte confermate le notizie negative:

in questo ordine di scuola aumentano gli studenti, più 399, ma diminuiscono di molto gli insegnanti , meno 162. In tre anni sono stati tagliati 371 posti docente. La conseguenza è un ulteriore aumento degli alunni per classe (nelle classi prime si arriverà anche a 32/33 alunni) e la diminuzione del tempo scuola. Sono in particolare gli istituti tecnici e professionali a farne le spese: dal prossimo anno tutte le classi funzioneranno a 32 (prima il tempo scuola era di 36/38 ore) non solo per le classi prime e seconde “riformate”, ma anche per terze, quarte e quinte che perdono ore di discipline specifiche d’indirizzo in “costanza di profilo in uscita”, cioè dovendo affrontare lo stesso esame di stato finale previsto nell’ordinamento scolastico precedente.

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Cobas Veneto

Pubblicato da: Cobas Veneto

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Per urgenze chiamare il 347 9901965 (Carlo)

I comitati di base della scuola sono un sindacato di base nato negli anni ’80 e che da allora opera nel nostro territorio e nel territorio nazionale, con docenti e A.T.A. volontari – precari e non – disposti a mettersi in gioco.

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