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Ombre sul futuro delle RSU

da | 26 Gen 2011 | Materiali

Sul futuro prossimo delle RSU della scuola incombono, però, alcune incertezze. Una prima deriva dall’applicazione del decreto legislativo n. 150/2009 del ministro Brunetta che assegna ai dirigenti (compresi quelli scolastici) un potere decisionale su diverse materie già oggetto di contrattazione integrativa d’istituto. Le RSU avranno diritto di informazione, ma a decidere saranno i dirigenti.


Ombre sul futuro delle RSU

In attesa della ripresa dei contratti dei comparti pubblici, rinviati dalla legge 122/2010, le rappresentanze sindacali unitarie (RSU) sono prorogate in attesa di nuove regole e di nuove elezioni.
Sul futuro prossimo delle RSU della scuola incombono, però, alcune incertezze. Una prima deriva dall’applicazione del decreto legislativo n. 150/2009 del ministro Brunetta che assegna ai dirigenti (compresi quelli scolastici) un potere decisionale su diverse materie già oggetto di contrattazione integrativa d’istituto. Le RSU avranno diritto di informazione, ma a decidere saranno i dirigenti.
La norma per il momento è stata sospesa, anche per evitare un contenzioso politico con i sindacati che fanno riferimento alle norme del CCNL congelato ma tuttora valido. Ne sanno qualcosa i molti dirigenti scolastici che hanno ricevuto diffide per avere dato attuazione al decreto Brunetta. Ne sa qualcosa anche Carmela Palumbo, già direttore generale dell’Usr Veneto e da una settimana titolare della direzione generale degli ordinamenti scolastici al Miur, che prima di lasciare l’Usr ha ritenuto di dover anticipare l’attuazione della previsione non ancora compiutamente disciplinata, provocando una risentita protesta sindacale. Ma, appena il contratto sarà rinnovato, le Rsu dovranno necessariamente perdere molto del loro potere attuale, lasciando spazio ai dirigenti.
Potrebbe esserci anche dell’altro, se l’effetto “Mirafiori” che prevede nel nuovo contratto Fiat il superamento delle RSU per far posto alle redivive rappresentanze aziendali, dovesse trovare applicazione anche nel pubblico impiego.
In quel caso non vi sarebbero più elezioni per scegliere i rappresentanti sindacali, ma la loro designazione verrebbe fatta da parte dei sindacati di categoria firmatari del contratto nazionale. Annullando il rapporto diretto con la base, i sindacati perderebbero parte della loro influenza sul personale, oltre ad essere relegati ad un ruolo meno incidente per quanto riguarda la trattazione di diverse materie relative al rapporto di lavoro.
Una cosa appare certa, le rappresentanze sindacali di istituto sembrano destinate in futuro prossimo a subire un ridimensionamento di ruolo.

da > http://www.tuttoscuola.com lunedì 24 gennaio

importante sentenza del giudice del lavoro di Trieste sul tema contrattazione di cui abbiamo solo uno stralcio:

“La disposizione dell’art. 65, comma 5, va allora
intesa in modo da armonizzarsi
sistematicamente con le disposizioni dei
commi precedenti, ovvero nel senso che le norme del
decreto che
riguardano la contrattazione collettiva nazionale trovano applicazione
solo in
riferimento ai contratti collettivi nazionali stipulati dopo
l’entrata in vigore della riforma e non a
quelli stipulati
anteriormente, con la conseguente salvezza degli effetti dei CCNI, già
stipulati,
che saranno caducati non già per contrasto con le norme del
decreto Brunetta, bensì per il
sopravvenire della disciplina di fonte
collettiva successiva, realizzata nel contesto della nuova
disciplina
legislativa.”

Cobas Veneto

Pubblicato da: Cobas Veneto

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Per urgenze chiamare il 347 9901965 (Carlo)

I comitati di base della scuola sono un sindacato di base nato negli anni ’80 e che da allora opera nel nostro territorio e nel territorio nazionale, con docenti e A.T.A. volontari – precari e non – disposti a mettersi in gioco.

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