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Tar Lazio: «No alle classi-pollaio»

da | 22 Gen 2011 | News

IL CASO Tar Lazio: «No alle classi-pollaio» Accolta la class action del Codacons, contro le aule in cui ci sono più di 35-40 alunni. Il ministero: sono solo 0,4% ROMA – Entro 120 giorni il ministero dell’Istruzione e il ministero dell’Economia dovranno emanare il Piano generale di edilizia scolastica. L’ordine arriva dal Tar del Lazio che ha accolto una class action proposta dal Codacons contro le cosiddette «classi-pollaio», ovvero quelle aule scolastiche nelle quali il numero di alunni, attorno ai 35-40, supera i limiti fissati dalla legge. Eppure il ministero di viale Trastevere non è d’accordo. Secondo Mariastella Gelmini «il ricorso presentato al Tar del Lazio è destituito di qualsiasi fondamento perchè le classi con un numero di alunni pari o superiore a 30 sono appena lo 0,4% del totale». «RISARCIMENTI» – Ma il Codacons insiste: «È stata accolta «la prima class action italiana contro la Pubblica Amministrazione…. Ora il ministro Gelmini dovrà emettere un piano in grado di rendere sicure le aule scolastiche ed evitare il formarsi di classi da 35 o 40 alunni ciascuna», dichiara il presidente del Codacons, Carlo Rienzi. «Se non lo farà saremo costretti a chiedere la nomina di un commissario ad acta che si sostituisca al ministro ed ottemperi a quanto disposto dal Tar». Una nota del ministero della Pubblica Istruzione puntualizza invece: «Il sovraffollamento riguarda prevalentemente la scuola secondaria di II grado e si lega soprattutto alle scelte e alle preferenze delle famiglie per alcuni istituti e sezioni». Colpa di studenti e genitori, insomma. E gli uffici della Gelmini aggiungono: «La questione della sicurezza e dell’edilizia scolastica è inoltre da sempre una delle priorità del ministero. È già stato stanziato infatti 1 miliardo di euro ed è stata assegnata una prima tranche di 358 milioni per avviare gli interventi più urgenti». RISARCIMENTI ALLE FAMIGLIE – «Grazie a questa sentenza – sottolinea l’avvocato Rienzi – docenti e famiglie i cui figli sono stati costretti a studiare in aule pollaio, potranno chiedere un risarcimento fino a 2.500 euro in relazione al danno esistenziale subito», conclude Rienzi. Il Codacons sottolinea che «l’azione è stata avviata contro il Ministero della Pubblica Istruzione, e fa riferimento alle cosiddette «classi pollaio», ossia quelle aule scolastiche (che il Codacons ha raccolto in un apposito elenco depositato al Tar) nelle quali il numero di alunni supera i limiti fissati dalla legge, con grave danno per la sicurezza di studenti e insegnanti». «Dal punto di vista della giurisdizione – fa notare il Codacons – il Tar ritiene immediatamente applicabile la legge sulla class action contro le amministrazioni pubbliche, e legittima il Codacons ad agire in nome e per conto dei cittadini danneggiati dalla P.A.». «AFFOLLAMENTO MASSIMO 26 PERSONE IN AULA» – Il Decreto del ministero dell’Interno del 26 agosto 1992 parla chiaro: in base alle “norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica”, si prevede un “affollamento massimo ipotizzabile” di 26 persone per aula, di cui 25 alunni e un docente, salvo interventi specifici. Ma negli istituti romani questo non sempre avviene. Il Dpr 81/2009 ha comunque innalzato il numero minimo e massimo di alunni per classe, tema collegato ai tagli d’organico, con meno sezioni e un calcolo basato sui rapporti con i docenti. Il fenomeno è diffuso soprattutto nelle classi iniziali, dove, nei fatti, è facile arrivare a quota 30-31 per classe e difficilmente si scende sotto quota 27. NORME IGNORATE – Le norme del ministero del 2009 prevederebbero, teoricamente, un limite di 27 alunni per classe, ma quando i resti non consentono di formarne un’altra di almeno 20, il limite salta. Tra i motivi delle proteste degli studenti dell’autunno c’era anche il sovraffollamento. Un tema sui cui, nei mesi scorsi, erano intervenuti i sindacati, evidenziando «i disagi provocati dai tagli economici». I dirigenti scolastici romani si sono spesso espressi all’unisono: «Il numero ideale non dovrebbe superare il tetto di 25 – hanno più volte ricordato – ma le nuove disposizioni facilitano la formazione di sezioni con 30 o più alunni». Simona De Santis 21 gennaio 2011

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Pubblicato da: Cobas Veneto

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