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Cobas scuola, la rivoluzione d’ottobre

da | 18 Ott 2010 | News

dall’Unità 16 ottobre 2010
di GIOIA SALVATORI – ROMA

Giornata di mobilitazione in 13 città contro i tagli e l’impoverimento degli organici didattici
Centomila persone in piazza per chiedere le dimissioni del ministro, tensioni in Campania
Giornata di protesta dei Cobas della scuola contro il ministro Gelmini e i tagli all’istruzione.
Mezza Italia in corteo, a Roma la manifestazione sotto alle finestre del ministero. Studenti
in lotta per i precari.

Cobas scuola, la rivoluzione d’ottobre
Tutta Italia in piazza contro la Gelmini

«La scuola? Deve diventare un bene comune da difendere. Proprio come l’acqua pubblica, in difesa della quale quasi unmilione e mezzo di persone ha sottoscritto un referendum ». Non basta la piazza, quella che servirebbe a questo scopo è una piccola rivoluzione culturale, che porti i problemi di molti nelle case di tutti. Lo sa Piero Bernocchi, portavoce dei Cobas e autore dell’auspicio di cui sopra. C’era anche lui, ieri, a Roma in viale Trastevere sotto il ministero dell’Istruzione, a gridare il mantra di ottobre: «Gelmini dimissioni». Nel frattempo il sindacato di base era in piazza in altre 13 città italiane per dire no «al massacro della scuola, all’eliminazione di 140mila posti di lavoro in tre anni e all’espulsione in massa dei precari». Tagli che hanno già lasciato a casa almeno 25mila supplenti annuali per lo più nelle regioni del centro-sud. E infatti ieri, fatta eccezione per Torino, le piazze più partecipate sono state quelle di Palermo, Cagliari e Napoli. Roma, ovviamente, con il sit-in sotto il Miur e cortei.
GIOVANI IN MARCIA Di prima mattina gli studenti dei collettivi “Senza tregua” sono partiti da porta San Paolo diretti in viale Trastevere. Si vedono falci e martelli sui manifesti, bandiere rosse, fondoschiena di plastica ricoperti da pezze, maschere bianche di fantasmi sui volti. «Riforme, tagli, precarietà, ci rubano il futuro, ci tolgonola dignità» è scritto sullo striscione di testa del corteo degli studenti di “Senza tregua”, almeno tremila. Non sono gli unici: un altro gruppo di studenti medi dal liceo Virgilio va in viale Trastevere. Tutti insieme, studenti, Ata e docenti sotto al ministero finché i Cobas non chiedono di poter sfilare fino a Montecitorio. Richiesta non accolta dalla questura che concede ai manifestanti di fare a ritroso il percorso del corteo studentesco. Gli organizzatori a fine
giornata dicono che l’adesione allo sciopero è stata del30%(ma il ministero dice 3,1%), che in tutta Italia in 100mila hanno manifestato: 15mila a Roma dove, diversamente da Napoli, tutto fila liscio. In Campania, dove un gran numero di supplenti precari non ha riavuto il posto, la situazione è tesa. Ieri a Napoli gli universitari si sono uniti a docenti e personale Ata, con loro pure qualche lavoratore delle società a partecipazione regionale in crisi. Quando qualcuno prova ad allontanarsi dal concentramento autorizzato di piazza
Matteotti per raggiungere la prefettura, sono scontri con la polizia in via Cervantes: un ricercatore precario viene fermato e oggi sarà processato per direttissima, uno studente e tre poliziotti restano feriti. Anche a Torino i Cobas non erano soli: in piazza c’erano gli studenti dell’università che hanno improvvisato un’occupazione lampo del rettorato, migliaia di studenti medi e gli operai della Fiat. E anche a Palermo i professori non erano soli: con loro c’era l’Anpi e per le strade ha sfilato un corteo antifascista. Per dire no ai tagli alla scuola, sperare che i settemila docenti precari siciliani rimasti senza posto possano riaverlo e esprimere solidarietà a tre universitari di nome Ruggero, Francesco e Cesare. Volantinavano davanti al liceo Umberto I contro “Casa Pound”, quando hanno avuto un diverbio con la polizia che li ha fermati con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale e manifestazione non autorizzata. Era lo scorso sabato, sono usciti dalla cella solo lunedì, quando il fermo non è stato convalidato. Manifestazioni si sono svolte anche a Cagliari, Venezia, ad Adro per dire no ai simboli leghisti a scuola, a Perugia, Bologna, Pisa, Bari e Catania. È anche il rilancio della «campagna campagna anticollaborazionista» dei Cobas scuola. Una forma di protesta scelta in alternativa allo sciopero, che chiama docenti e personale Ata all’astenersi dalle attività extra non obbligatorie (per esempio accompagnare i ragazzi in gita, partecipare ai progetti d’istituto, badare a due o tre classi contemporaneamente). Non fa niente se gli studenti non vanno in gita, da grandi capiranno

Pisa
Il ministro-pupazzo Figura di cartapesta anche alla Normale
Almeno 1.500 persone hanno partecipato ieri mattina a Pisa alla manifestazione promossa dai Cobas contro al riforma Gelmini. In piazza studenti medi superiori, universitari, ricercatori precarie docenti che hanno sfilato per le principali vie del centro della città paralizzando il traffico cittadino. Il corteo, aperto da un pupazzo di cartapesta raffigurante il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini che impugna un paio di forbici, si è poi concluso in piazza dei Cavalieri, sotto la sede della Scuola Normale, dove gli organizzatori hanno tenuto una serie di brevi interventi per motivare il loro no alla riforma e ai tagli alla scuola pubblica. La manifestazione si è svolta senza disordini.

Torino
Operai e studenti insieme per la Fiat e l’istruzione
A Torino la crisi della Fiat si sente e l’accordo di Pomigliano ha spaventato tutti: «Quando c’è cassaa Mirafiori chiude mezza città, qua la gente è preoccupata e sconsolata: c’è voglia di farsi sentire, ma non si sa bene come», dice Pino Iaria dei Cobas scuola. Ieri a Torino e provincia per i Cobas era sciopero generale, di tutte le categorie, e al corteo della scuola del capoluogo piemontese hanno partecipato anche 150 operai della Fiat. Docenti e studenti, moltissimi quelli delle superiori, li hanno accolti con un ovazione quando si sono immessi nel corteo. Così per le strade oltre a «Gelmini dimissioni», hanno risuonato anche slogan contro l’accordo di Pomigliano e Sergio Marchionne. Mentre in 20 mila sfilavano da piazza Barello fino a piazza Vittorio, un insegnante dell’istituto tecnico commerciale Rosa Luxemburg è salito sul tetto contro la riforma Gelmini e ci è rimasto tutta la mattina. Alcuni universitari hanno effettuato un’occupazione del rettorato terminata in giornata. Per i Cobas quello di Torino è stato il corteo più numeroso d’Italia

Cobas Veneto

Pubblicato da: Cobas Veneto

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Per urgenze chiamare il 347 9901965 (Carlo)

I comitati di base della scuola sono un sindacato di base nato negli anni ’80 e che da allora opera nel nostro territorio e nel territorio nazionale, con docenti e A.T.A. volontari – precari e non – disposti a mettersi in gioco.

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