“A quattordici, a sedici anni, sono ancora sottoposti al trattamento meschino dei brutti voti con i quali i professori giudicano il loro lavoro: è un metodo analogo a quello con cui si pensano gli oggetti inanimati con l’aiuto meccanico della bilancia. Il lavoro è misurato come una materia inanimata, e non giudicato come un prodotto della vita. Ed è da questi voti che dipende l’avventura dello studente. In queste condizioni, gli studi costituiscono un fardello opprimente che pesa sulla gioventù, mentre dovrebbero rappresentare un privilegio: l’iniziazione alla scienza, orgoglio della nostra civiltà. I giovani, cioè gli uomini del futuro, vengono modellati in uno stampo ristretto e artificiale. Che vita miserabile gli viene offerta, che castigo senza fine, quale stupida rinuncia alle loro più care aspirazioni.” [Maria Montessori Dall’infanzia all’adolescenza, Franco Angeli, Milano 2009, p. 92]
Sulla valutazione sono stati scritti fiumi di parole quindi il tema risulta essere molto amplio e molto articolato e in questa sede non è possibile affrontarlo nella sua interezza. Il tentativo sarà quello di focalizzare l’attenzione su alcuni nuclei portanti del discorso trascurando consapevolmente il resto. Inquadriamo velocemente le novità occorse in questi ultimi anni nel sistema valutativo della scuola italiana sorvolando sul disastro delle continue recenti modifiche in rapporto alla valutazione finale nella scuola primaria. La Legge 107/2015, nota come “Buona Scuola”, ha introdotto importanti novità nella valutazione, sia del personale docente che degli studenti. Per i docenti, ha istituito il Comitato per la valutazione dei docenti (Art. 1, comma 93), che individua i criteri per valorizzare le professionalità sulla base della qualità dell’insegnamento e del successo degli studenti. Per gli studenti, ha dato impulso alla certificazione delle competenze e ha integrato la valutazione nel primo ciclo con descrizioni del processo di apprendimento, anticipando le modifiche portate dal successivo D.Lgs. 62/2017. I cardini su cui ruota il discorso corrente sulla valutazione degli studenti si articola e si bilancia tra valutazione sommativa e valutazione formativa. A completare il quadro c’è anche il RAV il rapporto di autovalutazione che periodicamente le scuole devono stilare. Insomma valutati gli studenti, valutati gli insegnanti, valutati i dirigenti e valutate le scuole.
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