A proposito dei RICORSI “anno 2013”: la Cassazione sta col ministero
Come avevamo prudentemente scritto all’inizio di quest’anno, per avere un’idea più chiara sulla vicenda giudiziaria legata al riconoscimento dell’anno 2013 ai fni economici avremmo dovuto aspettare le decisioni della Corte di Cassazione su due ricorsi del Ministero: uno contro una docente e l’altro contro una collaboratrice scolastica a cui la Corte d’Appello di Firenze aveva riconosciuto l’anno 2013 per il passaggio alle fasce stipendiali superiori.
Lo scorso 21 maggio sono state fnalmente pubblicate le due sentenze “fotocopia” del 2 aprile [n. 13618 e n. 13619] con le quali – purtroppo – la Cassazione accoglie i ricorsi del MIM.
Come è noto la vicenda del “recupero dell’anno 2013” ha avuto nel tempo interpretazioni discordanti e pronunce giudiziali differenti, rispetto alle quali la Cassazione riconosce «La complessità della questione giuridica, tale da dar luogo ad orientamenti opposti», ma che ritiene vadano risolti «ritenendo maggiormente rispondente al tenore testuale ed alla ratio delle disposizioni sopra richiamate la tesi che, […] esclude che, in difetto di intervento della contrattazione collettiva, l’annualità del 2013 possa essere utilmente fatta valere dal personale docente ed ATA ai fini dell’inserimento nelle fasce stipendiali per il periodo successivo al 2014». “Superando” anche le conclusioni favorevoli della precedente ord. Cass. n. 16133/2024 che avevano fatto ben sperare.
Nelle sentenze è ribadita per ben cinque volte la necessità che per risolvere la situazione debba intervenire la contrattazione collettiva, esattamente come scrivevamo un anno fa: «Come già successo per gli anni 2010, 2011 e 2012, si potrebbe mettere fine alle conseguenze negative del blocco del 2013 sulla carriera col prossimo rinnovo contrattuale, già in ritardo di quasi 3 anni…, mentre le altre OO.SS. non proponevano niente del genere per il rinnovo del CCNL, impegnate com’erano a raccogliere iscrizioni con i ricorsi.
In questa sentenza, poi, oltre il danno c’è anche la beffa, visto che si arriva ad affermare che «Si tratta di una disciplina che si armonizza con quella dettata per l’impiego pubblico non contrattualizzato…», scopriamo così di essere “armonizzati” con i docenti universitari, i magistrati, i dirigenti di polizia, i colonnelli e generali dell’esercito, ovviamente solo per i possibili effetti negativi introdotti nella legislazione, mentre su pensioni, stipendi e carriere nessuna “armonizzazione” è stata mai prevista.
Concludendo, in questo anno scolastico spesso ci è stato chiesto se ricorrevamo “per il 2013”. Abbiamo voluto pazientare a tutela di chi voleva ricorrere, mentre altri sindacati facevano propaganda per le elezioni RSU proprio su questo ricorso perché non avevano altri argomenti da proporre, visto che da decenni, dal taglio delle pensioni agli stipendi da fame dei CCNL, nulla hanno fatto per difendere il potere d’acquisto delle retribuzioni. Oltre a non muovere un dito contro lo smantellamento della scuola pubblica: precariato ai massimi storici, uso dei soldi del PNRR per “riformare” la Scuola: frammentare e gerarchizzare il lavoro [tutor, orientatori e altri loschi “fguri” di sistema], “invalsizzare” la didattica accelerando su un’acritica digitalizzazione, ecc.
Noi COBAS le vertenze le facciamo non per propaganda, ma per vincere sui diritti e sul salario.
Noi COBAS lottiamo per tutelare la Scuola Pubblica e il personale, non per garantire al baraccone sindacale – grazie a iscrizioni e voti carpiti con la propaganda – gli stipendi dei dirigenti che sottoscrivono accordi al ribasso, taglio dei salari, gerarchizzazione della categoria ecc.
Se davvero vogliamo cambiare qualcosa bisogna partecipare, aderire e far aderire al sindacalismo di base, senza padroni o padrini né Governi “amici”, per l’autorganizzazione di lavoratori e lavoratrici.
Co.bas. Scuola
Via Monsignor Fortin 44 – Padova
Email: perunaretediscuole@cesp-cobas-veneto.eu
Per urgenze chiamare il 347 9901965 (Carlo)
I comitati di base della scuola sono un sindacato di base nato negli anni ’80 e che da allora opera nel nostro territorio e nel territorio nazionale, con docenti e A.T.A. volontari – precari e non – disposti a mettersi in gioco.