Ciao ciao, Fioramonti, che, aldilà dei ventilati giochi di Palazzo, ha avuto la coerenza di dimettersi da Ministro, dopo averlo abitato da viceministro col Bussetti. Non poteva durare: aveva azzardato che boicottare Israele è cosa buona e giusta, che l’autonomia differenziata meglio mandarla in soffitta, che i crocefissi debbono stare in sacrestia e non nelle aule, che scioperare per il clima è da considerare una ‘giustificazione’ per le assenze del venerdì [F.F.F.], che le tasse di scopo potevano essere usate utilmente anche per la scuola oltre che essere educative [le merendine, le bibite zuccherate], che 3 MLD per scuola, università e ricerca erano il minimo necessrio per rimanere a galla in Europa e nel Mondo.
Hanno preferito destinare 5 MLD per il restauro delle facciate delle abitazioni … riconosciamogli di averci provato con dignità e di non essere un quaquaraquà. G.Z.
Per la scuola poche e deludenti novità
di Giuseppe Calicetti da ilmanifesto.it
Legge di bilancio. La manovra ha partorito il topolino: pochissime risorse e, soprattutto, nessuna traccia di quell’aumento di stipendio a tre cifre di cui si è parlato per otto mesi
“O tre miliardi alla Scuola o me ne vado”, ha ripetuto per mesi il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti. E adesso se ne è andato. A Bilancio 2020 appena approvato. Tiriamo le somme. E c’è poco da stare allegri. Di aumento di stipendi se ne è parlato tanto, per esempio. Ma una cosa sono i fatti, un’altra le parole. E per il comparto scuola ci sono poche e deludenti novità: pochissime risorse e, soprattutto, nessuna traccia di quell’aumento di stipendio a tre cifre di cui si è parlato per otto mesi. L’aumento si ferma a circa 80 euro, più o meno la cifra dell’ultimo rinnovo.
Il tavolo istituito presso la Presidenza del Consiglio sarà la sede per segnalare le risorse necessarie per il rinnovo del contratto, prestando attenzione a tutte quelle disponibili. Quali? Probabilmente quelle della Carta docente, il bonus da 500 euro che annualmente viene erogato per la formazione e l’aggiornamento dei docenti di ruolo delle scuole statali. L’idea piace ad alcuni sindacati, non ai docenti. È invece già deciso nella Legge di Bilancio che il bonus merito entrerà a far parte del Fondo di istituto e sarà la contrattazione a stabilire come utilizzarlo. Insomma, la montagna ha partorito il classico topolino.
E il ministro dell’Istruzione Fioramonti? Già nei giorni scorsi le dimissioni sembravano certe subito dopo l’approvazione della legge di Bilancio: l’intervento nella conciliazione con i sindacati in mobilitazione e l’appello del M5S non hanno fatto cambiare idea al ministro, che a Natale diffonde un post atteso da tempo: «Con la formalizzazione a breve dell’incarico del nuovo direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale per la Sicilia, Stefano Straniti, si potrà finalmente trovare una soluzione completa e condivisa per la vicenda della professoressa Rosa Maria Dell’Aria». E aggiunge: «Il mio personale auspicio è che al più presto si possa mettere la parola fine a questo caso molto spiacevole. La scuola deve essere un luogo di incontro e di crescita nel confronto dialettico e culturale. Sempre». È l’auspicio di tutti i docenti italiani. Se Fioramonti si fosse dimesso quando il Pd e Confindustria gli imposero l’alternanza scuola/lavoro e le prove Invalsi, sarebbe stato un eroe. E ora? Chi sarà il nuovo ministro dell’Istruzione? L’unico nome circolato nelle scorse settimane è quello di Nicola Morra, presidente Antimafia.
Centro studi per la Scuola Pubblica
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Il CESP, Centro Studi per la Scuola Pubblica di Padova, è nato nel luglio del 2004. In questi anni, oltre a promuovere dibattiti, presentazioni di libri, rassegne cinematografiche e spettacoli teatrali inerenti al mondo dell’istruzione, ha sviluppato decine di convegni sul territorio.