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MARE NOSTRUM

da | 5 Lug 2019 | Materiali

Nel mentre continua la disfida via social di Salvini e Di Maio – oggi tocca ad ALEX il Katch di Mediterranea con a bordo56 migranti – sulla pelle di disgraziati in fuga da guerre, miseria, fame e quello che volete. Riportiamo qui sotto un commento sulla forzatura di Sea Wach di Piero Bernocchi, l’ordinanza del Gip di Agrigento e un articolo per la rivista Esodo di Giovanni Palombarini, già giudice della Corte Costituzionale.

MARE NOSTRUM

di Piero Bernocchi Le decisioni della gip (giudice per le indagini preliminari) Alessandra Vella sul conflitto tra la Sea Watch 3 e il governo italiano hanno un’importanza cruciale e conseguenze altrettanto rilevanti. E non solo ovviamente per aver restituito la libertà a Carola Rackete ma ancor più per aver smontato l’intero castello accusatorio messo in piedi da Salvini e per aver depotenziato significativamente il corpo principale del Decreto sicurezza bis riguardante i migranti, riaprendo la possibilità di intervento alle navi di soccorso nel Mediterraneo, demolendo la bufala dei “porti chiusi” e della “criminalità” delle Ong che operano tra la Libia e l’Italia. Il provvedimento della giudice Vella, oltre a giustificare ampiamente la manovra della comandante Carola al momento dell’attracco nel porto di Lampedusa, stabilisce alcuni principi basilari per tutti gli interventi umanitari delle Ong (o altri) che operano nel Mediterraneo, depotenziando radicalmente buona parte del Decreto Salvini bis sull’argomento. Fermo restando che, nei fatti, la bufala dei “porti chiusi” era stata ampiamente smentita proprio nel periodo del blocco alla Sea Watch 3 dagli sbarchi di più di trecento migranti sulle coste italiane (di cui più della metà proprio a Lampedusa), la giudice Vella ha stabilito che “le direttive ministeriali sui porti chiusi e il divieto di ingresso in acque territoriali” previste nel Decreto sicurezza bis sono inapplicabili, perché le navi di soccorso non intaccano minimamente la sicurezza nazionale e i/le loro comandanti sono obbligati/e dalle regole internazionali sulla navigazione a portare in salvo le persone in difficoltà e soccorse in mare. E’ questo il punto cruciale dell’ordinanza, la cosiddetta “scriminante” che libera da ogni accusa Carola Rackete, di cui, sottolinea la gip, non andava neanche effettuato l’arresto cautelare: “L’attracco al porto di Lampedusa appare conforme al testo unico sull’immigrazione nella parte in cui fa obbligo al capitano e alle autorità nazionali indistintamente di prestare soccorso e prima assistenza allo straniero rintracciato in occasione dell’attraversamento irregolare della frontiera”. E c’è parecchio altro ancora nell’ordinanza, e sono tutti rilievi che smontano l’intera vulgata salviniana. C’è per la prima volta in un provvedimento giudiziario la conferma di un dato politico indiscutibile: e cioè che è perfettamente legittimo, per chi soccorre migranti in difficoltà nel Mediterraneo, dirigersi verso l’Italia, indipendentemente dalle distanze, perché “in Libia e in Tunisia non ci sono porti sicuri”, ed è obbligo del/della comandante non solo soccorrere dei naufraghi ma anche sbarcarli in un porto sicuro e dove siano garantiti i loro diritti e in primis quello di asilo, garanzie che né la Libia né la Tunisia sono in grado di dare. Ma la gip Vella contesta e annulla anche la teoria delle “navi da guerra” relativa alle motovedette della Guardia di Finanza, e le relative punizioni per chi non ottempera a loro ordini. Così scrive in proposito: “Le unità navali della Guardia di Finanza sono da considerarsi navi da guerra solo quando operano al di fuori delle acque territoriali italiane, ovvero in porti esteri ove non vi sia autorità consolare”. E infine l’ultimo colpo alla propaganda salviniana viene sul presunto “speronamento” della motovedetta dei finanzieri, sostenendo l’assoluta non volontarietà da parte della capitana della nave per il contatto tra le due imbarcazioni: “Da quanto emerge dal video, deve essere molto ridimensionato (n.d.s. il contatto tra le due navi) nella sua portata offensiva rispetto alla prospettazione accusatoria fondata solo sulle rilevazioni della polizia giudiziaria”. In aggiunta a questa formidabile bastonatura delle tesi salviniane e governative sulla vicenda, è arrivata un’altra bordata giudiziaria, quasi nelle stesse ore dell’ordinanza della gip Vella, da parte del Procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio, a cui i maggiori organi di informazione non hanno dato analogo rilievo, lasciando anzi filtrare solo una considerazione, che sembrava a favore del governo, sul fatto che sulla Sea Watch 3 non era in atto un’emergenza tale da richiedere quel tipo di approdo deciso poi da Carola Rackete. In realtà, a scorrere il testo dell’audizione di Patronaggio di fronte alla Commissione Affari costituzionali e Giustizia della Camera sul tema del Decreto Sicurezza bis, c’è materiale sufficiente, quanto nell’ordinanza di Vella, per colpire al cuore il Decreto, almeno per quel che riguarda la materia immigrazione. In circa venti minuti Patronaggio ha segnalato quanto la realtà dei migranti sia lontana dalla propaganda mediatica governativa, spiegando innanzitutto come non esista nessuna emergenza migranti che giustifichi un’ulteriore stretta repressiva nei loro confronti, così come prevista dal decreto e ricordando che ”nel solo distretto di Agrigento (n.d.s. che include Lampedusa) nel 2017 ci sono stati 231 sbarchi con 11.159 immigrati, nel 2018 218 sbarchi con 3900 immigrati e nel primo semestre 2019 gli sbarchi sono stati solo 49 con 1084 immigrati arrivati”, aggiungendo anche, nota altrettanto rilevante, che “di questi sbarchi quelli relativi alle Ong costituiscono una porzione statisticamente insignificante”. Dunque, Patronaggio non si limita a dire che l’urgenza del Decreto Sicurezza bis non è giustificabile, considerato il numero pressoché irrilevante degli sbarchi dell’ultimo semestre; ma che non ha alcun senso neanche “l’introduzione dell’illecito amministrativo per fronteggiare l’attività di salvataggio delle Ong”. Infatti, sostiene il Procuratore di Agrigento, cercare di impedire l’attività di recupero dei migranti nel Mediterraneo da parte delle Ong non è una strategia sostenibile per almeno tre buone ragioni. In primo luogo, “l’attività delle Ong potrebbe essere considerata illecita solo nel caso di un rapporto tra trafficanti e Ong, ma la cosa finora non è stata mai provata”. In secondo luogo, e qui Patronaggio é perfettamente concorde con quanto scritto dalla gip Vella, “i porti libici non sono da considerare porti sicuri” e dunque, conseguentemente all’art.33 della Convinzione di Ginevra, “ad un rifugiato non può essere impedito l’ingresso sul territorio né può essere deportato, espulso o trasferito verso territori in cui la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate”. Infine, “in virtù degli articoli 10 e 117 della Costituzione, una norma di rango primario non può essere in contrasto con gli obblighi internazionali assunti dall’Italia…e anche per gli illeciti amministrativi valgono i principi scriminanti dell’adempimento del dovere dello stato di necessità e della legittima difesa indicati all’articolo 4 della legge 689 del 1981 (n.d.s. “chi ha commesso il fatto nell’adempimento di un dovere o nell’esercizio di una facoltà legittima ovvero in stato di necessità o di legittima difesa)”. Preciso che gli “obblighi internazionali”, segnalati da Patronaggio, sono quelli fissati, per far rispettare le regole universali del diritto del mare, dalla Convenzione per la salvaguardia della vita umana in mare (SOLAS, firmata a Londra nel 1974), dalla Convenzione sulla ricerca e il salvataggio marino (SAR, firmata ad Amburgo nel 1979) e dalla Convenzione dell’ONU sul diritto del mare (UNCLOS, firmata a Montego Bay nel 1982): negare l’attracco di una nave che ha salvato in mare vite umane è una violazione di queste tre Convenzioni. Insomma, operando in tandem più o meno volontario, Vella e Patronaggio hanno colpito con grande impatto la strategia di “navigazione” di Salvini e del governo, e in particolare il corpo fondante del Decreto Sicurezza bis per quel che riguarda l’immigrazione. Ma possiamo dire che abbiano affondato quella e questo? Ha davvero perso di brutto Salvini e il governo di cui oramai si considera signore e padrone incontrastato?

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Pubblicato da: Cobas Veneto

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