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4 ANNI DI LICEO

da | 27 Ott 2013 | News

Ora si torna, a quanto pare, a sperimentare.

di Franco Labella

Sembra, però, che veramente si usi il “Piccolo chimico”.
Che era quel meraviglioso strumento adatto, però, non a trasformare ognuno nel Giulio Natta della situazione ma semplicemente il giocattolo scientifico di piccoli sperimentatori in erba.
Che tanti danni non li poteva fare perché gli esperimenti non producevano che effetti assai limitati come qualche tappeto sporcato o qualche macchia sui vestiti.
Non esattamente quello che potrebbe produrre il “Piccolo chimico” della riduzione di un anno applicato alle scuole superiori italiane.
La sperimentazione della riduzione di un anno del percorso scolastico nasce dall’esigenza di scimmiottare (è il famoso “Ce lo chiede l’Europa”) quello che avviene, in ben altri contesti, in molti paesi europei.
Nemmeno tutti peraltro.
Ma avviene senza la benché minima discussione nel sul core curriculum, né sulle sperimentazioni passate, né su cosa e come cambiare in contenuti disciplinari appena consolidati visto che il rifiuto di Profumo e della Carrozza a correttivi anche minimi al riordino delle superiori della Gelmini si basa sull’assunto che troppe riforme che si susseguono ravvicinate nel tempo non siano sopportabili.
Ed allora qual è il senso dell’operazione avviata dalla Gelmini, proseguita da Profumo e conclusa con la benedizione della Carrozza di qualche giorno fa?
A pensar mal ci si azzecca ma come non pensare al fatto che 40.000 e passa cattedre con un bel numero di ATA in meno fanno un bel taglio?
Ma la Carrozza non era la ministra dell’inversione di tendenza col D.l. 104?
L’intento dichiarato all’epoca da Profumo sarebbe nobile: mettere gli studenti italiani in grado di competere con i colleghi europei che si diplomano un anno prima.
Bene, intento lodevole ma, al solito, gli ingegneri del sistema scolastico italiani sono abituati a costruire il tetto prima dell’edificio?
Chi si è preso la briga di dare un’occhiata non solo ai siti delle scuole che sperimentano la riduzione ha, per esempio, trovato il tempo di dare un’occhiata ai quadri orari?
Io l’ho fatto per il liceo “Guido Carli” di Brescia.
Consiglio la lettura perché è assai istruttiva.
Mi ha colpito la macroarea, da sviluppare in un biennio con un numero di ore curiosamente definite “indicative”, di cui riporto la consistenza:” Geografia e geografia economica, geopolitica, diritto e diritto internazionale, basi di economia politica, religione”.
Sarei curiosissimo di conoscere contenuti ed obiettivi da raggiungere in un biennio.
La cosa che trovo , però assai singolare per chi conosce quello che scrivo da anni è che il ministro Carrozza non solo autorizza la sperimentazione ma arriva persino a dichiarare che avrebbe scelto un percorso simile se ci fosse stato ai tempi della sua frequenza delle superiori e che quello bresciano sarebbe un modello da seguire anche nelle scuole pubbliche statali.
Siamo non solo nel campo della decisione politica ma anche dell’adesione personale.
Sarà stata anche, questa della convinzione personale, la molla della famosa ora di geografia economica da inserire, curiosamente nei soli tecnici e professionali, che è una delle perle del d.l. 104 il cui travagliato cammino parlamentare è anche segnato dalle recentissime dimissioni come relatore di Galan.
Ma se il mantra è “Ce lo chiede l’Europa” perché il ministro Carrozza non ci fa conoscere anche il suo pensiero sull’abolizione dell’insegnamento del Diritto e dell’Economia?
L’Europa ci ha chiesto di non eliminarlo.
Siamo l’unico paese europeo che l’ha fatto.
Possiamo conoscere l’opinione del ministro Carrozza a riguardo?
Magari con una intervista all’Unità.
Così potrebbe spiegare un’altra contraddizione, evidentissima pure questa: due anni fa abbiamo accettato l’inserimento nell’OCSE–Pisa dell’accertamento delle competenze economico-finanziarie degli studenti delle superiori .
Ma se lo studio delle materie giuridico-economiche è abolito le competenze saranno acquisite col “Piccolo chimico”?
E magari si potrebbe avere anche qualche chiarimento sulla disciplina fantasma introdotta per finta dalla Gelmini?
Non ci si ricorda il nome?
Sarebbe “Cittadinanza e Costituzione” ed anche di questo si occupano oggi il consorzio di banche “Patti chiari” ed in qualche provincia persino la Banca d’Italia.

GERMANIA DOCET ?!!

SOLO QUANDO VA BENE A LOR SIGNORI.

Il Ministro dell’Istruzione Università e Ricerca ha, recentemente, sostenuto con tali ragioni (anche con tali ragioni) l’illuminata idea di ridurre a quattro gli anni della scuola secondaria di secondo grado.
Non volendo entrare nel merito delle motivazioni pedagogico-didattiche (che dovrebbero essere le uniche a valere) portate a sostegno di questa proposta, mi limito a riferire quanto sta accadendo in Germania proprio in questo momento.
Come molti sapranno, il corso degli studi in Germania è di complessivi 12 anni rispetto ai 13 finora vigenti in Italia. Ciò è dovuto al fatto che la Grundschüle tedesca (l’equivalente della nostra scuola primaria) dura quattro anni anziché cinque.
Da otto anni, la mia scuola intrattiene uno scambio culturale con il Landgraf Ludwigs Gymnasium di Gießen, una cittadina dell’Assia vicino Francoforte. Dialogando con i colleghi tedeschi, ho ripetutamente ascoltato le loro parole che invidiavano il sistema scolastico italiano (almeno sul punto della durata complessiva del corso degli studi) ritenendo troppo breve il proprio corso di studi per favorire una graduale crescita culturale degli alunni.
Lo scorso anno, mi fecero sapere che, finalmente, una nuova legge dava facoltà alle singole scuole di poter decidere se mantenere la tradizionale durata del corso di studi oppure aumentarla aggiungendo un anno alle superiori. Il loro Istituto si era immediatamente attivato per acquisire il parere delle famiglie e quest’anno mi hanno comunicato, un po’ fieri, che la loro scuola aveva prolungato di un anno la durata del Gymnasium, anche perché molte scuole avevano adottato lo stesso provvedimento, per cui nella accanita ricerca di nuovi iscritti (che, evidentemente, non è peculiarità nostrana) era importante poter proporre alle famiglie un anno di scuola in più.
Insomma, erano contenti di essersi messi alla pari degli italiani.
Dovesse passare l’illuminata idea del Ministro, non so se avrò il coraggio di riferire ai colleghi tedeschi che in Italia abbiamo fatto di tutto per imitare la Germania (senza accorgerci che la Germania, a sua volta, aveva fatto di tutto per imitare l’Italia).

Un saluto, tuo

Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/blogs/margini/scuola-liceo-breve-se-germania-si-allunga#ixzz2iuKQJCve

Cobas Veneto

Pubblicato da: Cobas Veneto

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