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ccnl scuola: contratto-miseria, analisi dei principali contenuti

da | 9 Nov 2025 | Cobas Scuola, Discussione, Materiali, Primo piano

di Cobas della Scuola

Ennesimo contratto-miseria per docenti ed ATA

Aumenti del 6% di contro ad un’inflazione triennale del 14,8%, mentre i salari hanno perso il 30% in 30 anni

Il 5 novembre è stato firmato il Contratto nazionale del comparto Istruzione e Ricerca per il triennio 2022-2024 da parte dei sindacati “rappresentativi” del settore, con l’eccezione della FLC CGIL che questa volta non ha firmato. Anche stavolta i sindacati firmatari hanno enfatizzato gli aumenti stipendiali che, al contrario, non solo non compensano minimamente il forte calo del valore dei salari accumulato negli ultimi decenni (-30% in 30 anni), ma sono anche ben lontani dal coprire l’inflazione dell’ultimo triennio: in media gli aumenti sono del 6% ma l’inflazione del triennio è stata del 14,8%, con una perdita ulteriore in percentuale di più dell’8%.Il risultato è che gli stipendi di insegnanti e personale ATA, già tra i più bassi d’Europa, arretrano ulteriormente, e non di poco, mentre il costo della vita continua a crescere.

Insomma, la retribuzione reale di docenti e ATA continua a diminuire sempre più. Si tratta di una tendenza strutturale, che penalizza la capacità del sistema scolastico di valorizzare il personale docente e quello ATA, e di metterlo nelle migliori condizioni per lavorare efficacemente. D’altra parte, questo rinnovo non affronta nessuna delle emergenze della scuola pubblica come la precarietà, l’aumento insostenibile dei carichi di lavoro, l’elevata età dei docenti ed ATA a causa del continuo innalzamento dell’età pensionabile, oltre, appunto,  a retribuzioni sempre più misere. Docenti ed ATA continuano ad essere trattati come manodopera marginale, indispensabile per il funzionamento quotidiano delle scuole ma priva di qualsiasi vero riconoscimento economico e professionale.

Con il contratto viene erogato un emolumento “una tantum” di 111 euro per i docenti e 277 euro per il personale ATA. L’emolumento sarà riconosciuto soltanto a chi era in servizio nell’anno scolastico 2023/24 e a condizione che il rapporto di lavoro sia iniziato entro il 31/12/2023 e non sia cessato anticipatamente. Anche questo contratto non prevede la Retribuzione Professionale Docenti (RPD) per i docenti destinatari di un contratto breve e saltuario, anche se fino al termine delle lezioni. Anche al personale ATA destinatario di una supplenza breve e saltuaria non viene riconosciuto il Compenso Individuale Accessorio (CIA). La giurisprudenza ha già sancito che tale esclusione viola il principio di parità di trattamento tra lavoratori/trici che svolgono le stesse funzioni, ma il contratto firmato ignora di fatto tali pronunce. Il risultato è un contenzioso permanente che costringe migliaia di lavoratori/trici a ricorrere ai tribunali per ottenere il riconoscimento di diritti elementari: ricorsi che continueremo a promuovere e sostenere.

Un ulteriore grande nodo irrisolto riguarda la rappresentanza sindacale. La firma del contratto da parte della maggioranza delle sigle “rappresentative” mostra la persistente forza del modello concertativo, a danno dei lavoratori/trici. La logica del “meglio poco che niente”, evocata per giustificare accordi pessimi, alimenta un circolo vizioso di compromessi al ribasso: è un sistema che serve a mantenere la “pace sociale”, non a tutelare i diritti dei lavoratori/trici. Le sigle che hanno firmato questo contratto, come quelle che hanno sottoscritto i precedenti, accettano ancora una volta di barattare il consenso governativo e la loro visibilità con l’interesse reale di chi rappresentano.

Come COBAS denunciamo, oramai da quasi quaranta anni, questa complicità e rivendichiamo un sindacalismo di base capace di dire no a un modello di scuola che si regge sull’abuso, sulla precarietà e sull’erosione costante degli stipendi/salari. Sosteniamo con forza un modello contrattuale trasparente e partecipato, che valorizzi pienamente il ruolo dei docenti e ATA. Per noi, un vero contratto deve partire da principi irrinunciabili come il recupero integrale del potere d’acquisto, parità di trattamento tra personale stabile e precario, riduzione dei carichi di lavoro, riconoscimento del ruolo del personale docente e ATA, stabilizzazione di tutti i lavoratori precari. Serve un massiccio investimento strutturale nella scuola pubblica e in chi la fa funzionare. La scuola pubblica non può essere terreno delle politiche di risparmio e precarizzazione del governo di turno. Essa è un bene comune, e come tale va difesa, a cominciare da chi ogni giorno garantisce la formazione, il pensiero critico, il diritto allo studio e la sicurezza dei futuri cittadini/e.

Di fronte a questo ennesimo “contratto-miseria” non basta l’indignazione, serve la mobilitazione, a partire dalla partecipazione dei docenti e ATA allo sciopero generale convocato dai COBAS e da altri sindacati di base per il 28 novembre, nella cui piattaforma, per quel che riguarda la scuola, gli obiettivi qui indicati assumono una priorità programmatica rilevante. Ed è decisivo che i docenti e gli ATA in sciopero il 28 novembre partecipino in massa alle manifestazioni territoriali che verranno comunicate nei prossimi giorni.

Pubblicato da: Cobas Veneto

Co.bas. Scuola

Via Monsignor Fortin 44 – Padova

Email: perunaretediscuole@cesp-cobas-veneto.eu

Per urgenze chiamare il 347 9901965 (Carlo)

I comitati di base della scuola sono un sindacato di base nato negli anni ’80 e che da allora opera nel nostro territorio e nel territorio nazionale, con docenti e A.T.A. volontari – precari e non – disposti a mettersi in gioco.

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