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RICORSI per l’annualità 2013

da | 1 Giu 2025 | Cobas Scuola, News

di cobas della scuola del veneto

Non ci stancheremo mai di denunciare la superficialità e la complicità delle OO:SS: maggiormente rappresentative (CGIL, CISL, UIL, SNALS, GILDA, ANIEF) nel aver permesso questo pastrocchio che costa circa 250 € annui per gli aventi diritto. Sono le stesse OO.SS. che poi hanno lucrato sui ricorsi ed ora sono tirate per le orecchie – assieme al MIM – dai giudici della Corte di Cassazione che suggeriscono di risolvere il contenzioso contrattualmente. Tutti si sbracciano, dai Sindacatoni, all’Opposizione e fin anco il Governo,  a dire che bisogna riconoscere UNA EQUA RETRIBUZIONE al personale della scuola e noi continuiamo a ‘stare in campana’ per arrivare alla fine del mese.

RICORSO “anno 2013”: la Cassazione sta col Ministero

Come avevamo prudentemente scritto all’inizio di quest’anno, per avere un’idea più chiara sulla vicenda giudiziaria legata al riconoscimento dell’anno 2013 ai fni economici avremmo dovuto aspettare le decisioni della Corte di Cassazione su due ricorsi del Ministero: uno contro una docente e l’altro contro una collaboratrice scolastica a cui la Corte d’Appello di Firenze aveva riconosciuto l’anno 2013 per il passaggio alle fasce stipendiali superiori.

Lo scorso 21 maggio sono state fnalmente pubblicate le due sentenze “fotocopia” del 2 aprile [n. 13618 e n. 13619] con le quali – purtroppo – la Cassazione accoglie i ricorsi del MIM.

Come è noto la vicenda del “recupero dell’anno 2013” ha avuto nel tempo interpretazioni discordanti e pronunce giudiziali differenti, rispetto alle quali la Cassazione riconosce «La complessità della questione giuridica, tale da dar luogo ad orientamenti opposti», ma che ritiene vadano risolti «ritenendo maggiormente rispondente al tenore testuale ed alla ratio delle disposizioni sopra richiamate la tesi che, […] esclude che, in difetto di intervento della contrattazione collettiva, l’annualità del 2013 possa essere utilmente fatta valere dal personale docente ed ATA ai fini dell’inserimento nelle fasce stipendiali per il periodo successivo al 2014». “Superando” anche le conclusioni favorevoli della precedente ord. Cass. n. 16133/2024 che avevano fatto ben sperare.

Nelle sentenze è ribadita per ben cinque volte la necessità che per risolvere la situazione debba intervenire la contrattazione collettiva, esattamente come scrivevamo un anno fa: «Come già successo per gli anni 2010, 2011 e 2012, si potrebbe mettere fine alle conseguenze negative del blocco del 2013 sulla carriera col prossimo rinnovo contrattuale, già in ritardo di quasi 3 anni…, mentre le altre OO.SS. non proponevano niente del genere per il rinnovo del CCNL, impegnate com’erano a raccogliere iscrizioni con i ricorsi.

In questa sentenza, poi, oltre il danno c’è anche la beffa, visto che si arriva ad affermare che «Si tratta di una disciplina che si armonizza con quella dettata per l’impiego pubblico non contrattualizzato…», scopriamo così di essere “armonizzati” con i docenti universitari, i magistrati, i dirigenti di polizia, i colonnelli e generali dell’esercito, ovviamente solo per i possibili effetti negativi introdotti nella legislazione, mentre su pensioni, stipendi e carriere nessuna “armonizzazione” è stata mai prevista.
qui l’originale

qui il volantino/comunicato completo

Pubblicato da: Cobas Veneto

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