Poche settimane fa è stato consegnato un decreto penale di condanna a due attivisti di Altovicentino per la Palestina e del Collettivo Rotte Balcaniche. Si tratta di una vera e propria condanna penale, senza processo, a sei mesi di reclusione ciascuno, ridotti a tre e convertiti in un totale di 4500 euro di multa. L’accusa di «deturpamento e imbrattamento» si riferisce alla manifestazione per la Palestina tenutasi a Schio il 2 marzo 2024, nella quale un gruppo di manifestanti aveva simbolicamente segnalato la complicità nel genocidio delle banche armate che finanziano Israele, in particolare di Banca Intesa.
Insomma, la “legge in-Sicurezza”, criminalizzando le lotte sociali, politiche e sindacali, le manifestazioni di protesta e di piazza e persino la resistenza passiva contro le violenze poliziesche, aggrava la politica reazionaria del governo Meloni che tanta prova di sé ha già dato in questi anni di potere, con l’imposizione dell’Autonomia differenziata, il controllo totale della televisione pubblica, il blocco della cittadinanza per migranti regolari e loro figli in Italia da anni, il progetto del “premierato”, la riscrittura della storia d’Italia, con lo sdoganamento del fascismo storico. E’ un modo sfacciato di riscrivere “de facto” la Costituzione repubblicana. Dopo tutti questi mesi di protesta e di lotte, pur tuttavia il 26 maggio il Decreto sarà alla Camera per il primo voto parlamentare e passerà poi nei giorni successivi al Senato per la definitiva approvazione. Tutta l’opposizione popolare a questo abominio va dunque messa in campo nei prossimi giorni, protestando fin dal 26 prima alla Camera (P. Barberini, ore 14) e poi portando a Roma il 31 maggio una marea umana (corteo da P. Vittorio, ore 14), come non si è più vista oramai da tanti anni, che blocchi una legge che renderebbe impotenti le proteste, le lotte, gli scioperi dei lavoratori/trici e degli altri protagonisti del conflitto sociale.
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