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CARICHI DI LAVORO occulti

da | 27 Feb 2025 | Autodifesa, Cobas Scuola, News

di Giuliano Latina - Cobas Scuola

È stato recentemente emanato il Decreto Ministeriale 269/2024, concernente le prime misure per l’attuazione della riforma dell’istruzione tecnica, che sembra il naturale completamento di un processo già intrapreso da alcuni anni negli Istituti professionali, tramite il Decreto Legislativo 61/2017, il Decreto Interministeriale 92/2018 e il Decreto Ministeriale 766/2019.

Nell’Art. 1 (Oggetto e finalità), che riassume gli obiettivi del Decreto Ministeriale in questione, spiccano alcuni concetti particolarmente delicati:

  1. aggiornamento dei profili dei curricoli vigenti degli istituti tecnici;
  2. implementazione della connessione al tessuto socioeconomico-produttivo del territorio di riferimento, favorendo la laboratorialità, l’innovazione e l’apporto formativo delle imprese e degli enti del territorio;
  3. valorizzazione della metodologia didattica per competenze, caratterizzata dalla progettazione interdisciplinare e dalle unità di apprendimento;
  4. attuazione di specifiche attività formative destinate al personale docente degli istituti tecnici.

 

I punti 1) e 3), attinenti alla didattica, sono ulteriormente specificati nell’Art. 2 (Aggiornamento dei curricoli e metodologie didattiche), un po’ genericamente nel comma 1, ma più chiaramente nel comma 2, in cui si evidenzia l’obiettivo di “una progettazione interdisciplinare e multidisciplinare da realizzarsi, tra l’altro, attraverso l’organizzazione della didattica per unità di apprendimento”.

Il punto 2), riguardante i rapporti con le imprese, è dettagliato nell’Art. 3 (Connessione con i settori produttivi e il mondo del lavoro), dove si indica che la progettazione didattica va realizzata mediante “un rafforzamento dei raccordi con il mondo del lavoro e dei contesti produttivi di livello locale, nazionale e internazionale”, come pure tramite la “co-progettazione delle attività”; si ribadisce il concetto, anche se in modo più velato, nell’Art. 6 (comma 2) e nell’Art. 8 (comma 1).

Il punto 4), relativo alla formazione, è ulteriormente illustrato nell’Art. 7 (Attività formative destinate al personale docente), nel quale sono previsti, “per i docenti delle discipline professionalizzanti e per gli insegnanti tecnico pratici, periodi di osservazione in aziende delle filiere produttive di riferimento”.

A completamento, nell’Art. 12 (Clausola di invarianza finanziaria) si precisa che “Dal presente decreto non derivano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”; si ripete il concetto nell’Art. 2 (comma 4), nell’Art. 5 e nell’Art. 7 (comma 1).

 

Si potrebbe anche sorvolare sulla prospettiva di un’ulteriore aziendalizzazione della Scuola Pubblica, diretta conseguenza della Legge 107/2015; tuttavia, perfino i più instancabili fautori della “Buona scuola” dovrebbero convenire sul fatto che modificare i curricoli e realizzare le unità di apprendimento comporta svariate ore di lavoro aggiuntivo, svolte tramite incarichi individuali e/o riunioni indette per raggiungere complessi accordi tra docenti di discipline molto differenti.

Riguardo alla formazione, non sono chiari gli orari in cui dovrebbero ricadere i periodi di osservazione presso le aziende: anche immaginando tempi di durata relativamente breve, appare inverosimile che venga organizzato un piano di supplenze talmente vasto in orario diurno; al contrario, è molto probabile che l’intenzione sia quella di incidere ancora una volta sulla vita degli insegnanti, sfruttandone alcuni pomeriggi rimasti liberi dagli impegni scolastici.

Sembra opportuno sottolineare, infine, che, per via della già citata interdisciplinarità, il Decreto Ministeriale in questione non riguarda soltanto i docenti delle discipline tecniche, pertanto si auspica che tutti i colleghi prestino la massima attenzione ad una serie di eventi in arrivo, che complessivamente si prospettano come l’ennesimo carico di lavoro supplementare, cospicuo e – soprattutto – gratuito.

Pubblicato da: Cobas Veneto

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