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DALLA GUERRA NON SI ESCE CON PIU’ ARMI

da | 31 Gen 2025 | Discussione, Osservatorio contro la guerra, Primo piano

di Donne in Nero contro la Guerra (Alba-Cuneo)

DALLA GUERRA NON SI ESCE CON LE ARMI

Questi ultimi anni sono stati segnati da guerre sempre più vicine e devastanti: dall’invasione dell’Ucraina alla strage del popolo palestinese a Gaza… fino al rischio di una guerra globale.

La risposta a tutto questo è armarsi di più? Prepararsi a combattere?

E’ questo l’obiettivo della sempre più frequente presenza di militari nelle scuole? (vedi lettera in calce)
E’ questo l’obiettivo del “villaggio difesa”, a Roma, dove ai ragazzini si insegna a sparare sotto la guida di militari?
(https://www.difesa.it/content/manifestazioni/4novembre/2024/villaggio-difesa/57723.html )

La guerra è una ferita nell’anima degli esseri umani,
il cui dolore li spinge a misfatti sempre più atroci.
Ma nessuna guerra rimargina la ferita.
Ogni nuova guerra la rende di volta in volta sempre più profonda.
E. Drewermann

PERCIÒ DICIAMO NO

NO agli incontri con militari nelle scuole NO alle visite scolastiche a caserme o basi militari NO alla presentazione della carriera militare come opportunità lavorativa NO agli accordi fra ministeri dell’istruzione e della difesa NO alla cultura della difesa e della sicurezza con le armi NO all’aumento continuo delle spese militari

INVECE IMPARIAMO E INSEGNIAMO

Il dialogo fra diversi
Il confronto di idee
L’arte della mediazione
La forza della nonviolenza attiva
La politica dell’accoglienza e dell’integrazione

All’idea governativa della pace fondata sulla deterrenza, opponiamo l’idea della pace fondata sulla politica del disarmo, della diplomazia e dei negoziati internazionali

Donne in nero contro la guerra
– gruppo di Alba – dinalba13@gmail.com

Lettera aperta della madre di uno studente sulla presenza di militari nelle scuole

https://osservatorionomilscuola.com/2024/11/22/bra-cn-lettera-di-una-mamma-preoccupata-per-le-attivita- militaristiche-nelle-scuole-dei-figli/

“…. Ho due figli che frequentano una scuola superiore. Sono venuta a conoscenza del fatto che nel terzo anno di frequenza del mio figlio maggiore (2022/23), l’Istituto organizzava con l’Esercito Italiano incontri per parlare di legalità e cyberbullismo. Ho segnalato immediatamente alla rappresentante dei genitori in Consiglio di Istituto, e alla referente scolastica dei progetti, la stonatura di questi incontri.

Per parlare di legalità ci sono diverse associazioni, come per esempio Libera Cuneo. Invece, per il cyberbullismo a Bra la Fondazione Carolina ha recentemente proposto degli incontri https://www.fondazionecarolina.org/2021/ con alcune classi di una scuola. Si tratta di una organizzazione fondata da un padre che ha perso la figlia suicida a causa del cyberbullismo, e grazie alla cui pressione è stata emanata la prima legge su questo tipo di reato.

Le mie istanze sono state ascoltate, ma sempre rinviate ad altre persone o ad altre occasioni.

Ho trovato davvero fuori luogo vedere a scuola donne e uomini in mimetica, sentirli parlare di argomenti che potevano essere affrontati da altre realtà che li trattano quotidianamente, e spesso gratuitamente, come se, con il pretesto di trattare certi argomenti, si volesse presentare la vita militare come fulcro di conoscenza, libertà e democrazia. Quest’anno mio figlio sta frequentando la quinta, ed è arrivata la circolare con la quale si organizza il consueto incontro con l’Esercito Italiano per parlare di opportunità lavorative.

Nuovamente ho fatto presente che non era tollerabile che la scuola creasse un canale preferenziale per l’esercito e non invitasse altre realtà. Ho fatto esempi di associazioni che potrebbero parlare di opportunità lavorative, come medici/infermieri, insegnanti, delle molteplici opportunità di lavoro/studio totalmente gratuite in Europa, per formare cittadini del mondo e non soldati!

Il volontariato è il nervo che regge il paese a partire dai sistemi di emergenza di sanità pubblica e non solo. In territori di conflitto che siano in Italia o in missioni di pace, oltre ai soldati, ci sono anche le associazioni di volontariato (Save the children, Emergency…), enti non governativi, medici senza frontiere. Ritengo che la soluzione al conflitto non sia l’armarsi e la scuola deve essere portatrice di questo messaggio senza se e senza ma. Non è mia intenzione demonizzare il lavoro dell’esercito, ma non è possibile neanche “normalizzare” la presenza di militari nelle scuole.

Si dimentica sempre più spesso l’autentico dettato costituzionale che prevede nei luoghi di formazione la promozione di una cultura di pace e che “ripudia la guerra come mezzo

di risoluzione dei conflitti”. La scuola deve essere portatrice di tale messaggio, anche se ormai ovunque sembra che ci stiamo abituando alla Guerra.”

Pubblicato da: Cobas Veneto

Co.bas. Scuola

Via Monsignor Fortin 44 – Padova

Email: perunaretediscuole@cesp-cobas-veneto.eu

Per urgenze chiamare il 347 9901965 (Carlo)

I comitati di base della scuola sono un sindacato di base nato negli anni ’80 e che da allora opera nel nostro territorio e nel territorio nazionale, con docenti e A.T.A. volontari – precari e non – disposti a mettersi in gioco.

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