Le tecniche teatrali al servizio dell’apprendimento scolastico: è questa l’idea alla base del Drama for Learning, un approccio che trasforma l’insegnamento tradizionale in un’esperienza coinvolgente e significativa. Nato negli anni Sessanta dall’intuizione dell’attrice e pedagoga Dorothy Heathcote, il metodo si basa su strumenti come il «Mantle of the expert» e il «Process drama», capaci di immergere gli studenti in ruoli attivi e creativi.
La pratica didattica
Seppure sia una metodologia già praticata nel mondo (addirittura in Nuova Zelanda il Drama for Learning è inserito come pratica didattica nel curriculum nazionale), in Italia l’educazione teatrale è spesso legata alle classiche recite di fine anno: ci ha pensato il gruppo di ricerca «Scuola on Stage», creato nell’ambito di Daphne Teatro, a Vicenza, a cambiare il paradigma italiano. Protagoniste sono tre docenti venete, Mariasole Nigro, insegnante alla scuola secondaria di primo grado Negri di Lozzo Atestino (Padova), Elisabetta Nicoli, insegnante all’Istituto Comprensivo Belludi, alla scuola primaria Don Milani di Piazzola sul Brenta (Padova) e alla scuola primaria Bottazzo di Presina (Padova), ed Eleonora Mariella Mele, della primaria Prati, dell’Istituto Comprensivo 8 di Vicenza, che hanno partecipato insieme alla conferenza internazionale “Dorothy Heathcote Now”, tenutasi a novembre alla Goldsmiths University of London, per raccontare le loro esperienze in classe e facendo entrare l’Italia, per la prima volta, nella tavola rotonda.
Teacher in role
«Nel mio lavoro come insegnante di italiano, storia e geografia, ho sempre considerato fondamentale trasformare la storia in qualcosa di vivo e coinvolgente, andando oltre una mera sequenza di date ed eventi – esordisce Nigro -. Di recente, ho progettato e condotto un’attività in una classe di primo anno di scuola secondaria di primo grado, basata sulle strategie del “Teacher in role” e del “Mantle of the expert”. L’attività, centrata sulla figura di Giovanna d’Arco e sulla Guerra dei Cent’anni, è stata pensata per trasformare l’aula in un palcoscenico, rendendo gli studenti partecipanti attivi e creativi nel processo di apprendimento. Questo approccio ha permesso di rendere lo studio della storia un’esperienza immersiva e vivida». Più facile a dirsi che a farsi, visto che per “immergersi” nel ruolo, la docente ha preparato un copione e ha trasformato la classe in una scenografia. «Nell’approccio drammatico, è fondamatale essere nel ruolo, più che fingere di esserlo – aggiunge -. Gli studenti, seguendo il metodo Cornell per gli appunti, si sono trasformati in giornalisti contemporanei incaricati di intervistare Giovanna d’Arco». Allo stesso modo, la professoressa Nicoli, docente di lingua inglese e musica, ha presentato una delle sue esperienze didattiche realizzate attraverso il “Drama-product oriented”, ossia un percorso didattico incentrato sugli obiettivi di apprendimento della disciplina insegnata che, successivamente, si è trasformata in una performance trasversale includendo più classi, più gradi scolastici, famiglie ed enti territoriali.