Inizio 5 Osservatorio contro la guerra 5 Alle scuole del Veneto per rifiutare iniziative sulla militarizzazione

Alle scuole del Veneto per rifiutare iniziative sulla militarizzazione

da | 25 Set 2024 | Osservatorio contro la guerra, Primo piano, Proposte

di Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università*

                                                                                  Alla c.a.

                                                                                 – Dirigenza Scolastica

                                                                                 – Al Collegio Docenti

                                                                                 – Al Consiglio d’Istituto

                                                                                 – Dirigente USR e USP Regione Veneto

Lo scrivente Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università monitora da due anni la presenza, costante dentro e fuori gli istituti scolastici, di Forze Armate, Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziare, vigili del Fuoco e Polizia Locale.

Dentro le scuole compaiono sempre più spesso uomini e donne in divisa per tenere conferenze o lezioni di vario tipo relative al bullismo, alla violenza di genere, alla sicurezza, alla legalità, alla promozione professionale del corpo di appartenenza, mentre fuori dalle scuole non poche volte capita che le scolaresche vengano condotte in caserme e basi militari per cerimonie o iniziative promozionali.

Nei Patti Educativi territoriali, modello Verona, presentato a livello nazionale come buona prassi, quanto sopra è largamente esemplificato. Il volume informativo del Comune riguardante “le giornate della didattica”, sottolinea la specificità delle reti scolastiche e la stipula di protocolli d’intesa scuola-territorio che, “ampliando l’offerta didattica e di servizio, rafforzano  i rapporti tra scuola, enti pubblici e territoriali e terzo settore”

L’Osservatorio ritiene, al riguardo, che Le Forze Armate, la Polizia di Stato, l’Arma dei Carabinieri, la Guardia di Finanza, la Polizia Penitenziaria, la Polizia locale stiano occupando indebitamente spazi che di diritto spettano al corpo docente e alla comunità educativa della scuola o dell’università.

Perché, a quella che viene chiamata offerta formativa, si aggiunge la cosiddetta “Educazione alla legalità” affidata alle Forze dell’Ordine, a soggetti – il militare e il poliziotto – addestrati l’uno ad uccidere e l’altro a difendere l’ordine di per sé, qualunque esso sia, invece di far sviluppare questa educazione dall’insegnante di filosofia o di storia o di diritto o di scienze sociali? (piccolo esempio..).

 Esiste, si pensa,  una contraddizione tangibile tra i principi della Costituzione e l ‘impiego reale delle FF.AA. La presenza dei militari (uomini e donne) nella scuola viola principi etici ed educativi in quanto è contro ogni principio pedagogico esporre le bambine e i bambini, le/i giovani alla cultura militare e alla cultura della guerra: dovere della scuola è educare alla pace, alla solidarietà e al pensiero critico.

Per quanto riguarda, poi, i PECTO (percorsi per le competenze trasversali e l’Orientamento), negli ultimi anni è purtroppo cresciuta l’Alternanza “scuola-caserma”.

L’Osservatorio ritiene incompatibile, per le scuole, aderire alle attività di orientamento proposte dalle forze armate che tra l’altro mirano al reclutamento di nuove leve offrendo loro uno sbocco lavorativo garantito specialmente in quei territori dove il tasso di abbandono scolastico e la disoccupazione giovanile sono elevati. Una modalità operativa che di fatto trasforma le scuole in un terreno di conquista di una ideologia bellicista e di controllo sicuritario.

Le scuole ricoprono da sempre un ruolo sociale fondamentale così come riconosciuto dalla Costituzione che le considera luoghi di formazione e crescita per le persone, laboratori di accoglienza e di relazioni di cui l’educazione alla pace è un presupposto pedagogico indispensabile.  La scuola ,  per sua natura, dovrebbe essere    luogo di incontro e dialogo fra cultura, nonché di promozione del pluralismo delle idee, della conoscenza e dello sviluppo del pensiero critico, necessari per la formazione di cittadini e cittadine consapevoli.

“Smilitarizzare” la scuola vuol dire farne il luogo ideale per la costruzione di una società di pace e di diritti per tutte/i.

Lo scrivente Osservatorio invita, pertanto, gli organi della scuola ad attuare un service learning, cioè una proposta pedagogica che unisce Service (la cittadinanza, le azioni solidali e il volontariato per la comunità) e il Learning (l’acquisizione di competenze professionali, metodologiche, sociali e didattiche) con i soggetti del territorio “che creino nelle/nei giovani empatia e voglia di trasformarsi, permettendo loro di sviluppare competenze da mettere al servizio della collettività, rendendo l’apprendimento migliore” (Italo Fiorin dell’Università Lumsa di Roma).

Scarica qui il file da inviare alla tua scuola.

 

*Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università

Pubblicato da: Redazione Cobas e Cesp Veneto
voto in condotta  di Teresa Vicidomini*

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di Teresa Vicidomini*

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