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POLIZIA versus STUDENTI, e nuova VALUTAZIONE

da | 18 Apr 2024 | News, Webpress

di Bongi, Cimino; Pietrobon da il manifesto.it

Con 74 voti favorevoli e 56 contrari l’aula di Palazzo Madama, ieri mattina, ha approvato un nuovo disegno che porta indietro di decenni i criteri valutativi nelle nostre scuole. Il provvedimento, che ora dovrà passare per l’aula di Montecitorio, entrerà in vigore dal prossimo anno scolastico e si compone di tre articoli: il primo riguarda il voto in condotta relativo all’attribuzione del credito scolastico. «Solo se il voto di comportamento assegnato sarà pari o superiore a nove decimi sarà possibile assegnare il punteggio più alto nell’ambito della fascia di attribuzioni del credito stesso», tradotto: solo sei hai 9 o 10 in condotta potrai ottenere il massimo dei voti.

LA MAGGIORANZA ha inoltre messo mano alla valutazione degli apprendimenti alla scuola primaria: la valutazione periodica e finale degli apprendimenti sarà espressa con giudizi sintetici (probabile viatico al ritorno al voto numerico) mandando in soffitta la riforma del 2020 che introduceva i giudizi descrittivi (avanzato, intermedio, base e in via di acquisizione). Infine, l’articolo 3 reca «misure a tutela dell’autorevolezza e del decoro delle istituzioni e del personale scolastico». In particolare «la sentenza di condanna per i reati commessi in danno del personale della scuola», che, oltre all’eventuale risarcimento dei danni, prevede il pagamento di una somma da euro 500 a euro 10.000, a titolo di riparazione pecuniaria in favore dell’istituzione scolastica di appartenenza della persona offesa.

L’INTERO IMPIANTO normativo, voluto e difeso in aula da Fratelli d’Italia, potrebbe tradursi in “repressione e disciplina” e, non a caso, proprio i senatori meloniani sono stati gli unici parlamentari della maggioranza a essere intervenuti ieri per difendere il provvedimento insieme alla sottosegretaria all’istruzione Paola Frassinetti, volto storico della destra post rautiana milanese e fautrice della proposta.

Proprio dai banchi della destra sono salite le urla più feroci contro gli studenti che «devastano le nostre scuole» e che da oggi, secondo loro, avranno un efficace deterrente per non manifestare più il loro dissenso con occupazioni e autogestioni.

Assalti, devastazioni, guerriglia, un dirigente della polizia preso a pugni, anzi no, due feriti tra le forze dell’ordine che poi diventano 27. Immaginiamo l’area dentro e intorno all’università La Sapienza dopo il pomeriggio di violenze «da anni 70»: un campo di battaglia con macerie fumanti, auto incendiate, marciapiedi e muri anneriti da bombe carta e chissà, molotov.

Immaginiamo, ma non vediamo. Vediamo invece ragazze e ragazzi per lo più con le braccia alzate, a viso scoperto, senza mazze o altri oggetti contundenti in mano e polizia che alza scudi e agita manganelli. Vediamo quelle immagini e intanto leggiamo e ascoltiamo il flusso di presunte notizie e commenti che scorre sulle agenzie di stampa e i siti, arriva sui quotidiani e rimbalza nelle tv in un rumore di fondo dove voci di esponenti politici e di alcuni “commentatori” – giornalisti con il dovere di informare e ancor prima informarsi – surfano con disinvoltura su quel flusso aumentandone la potenza incontrollata: «soliti noti», «violenti», «assalti», arrestati «due fuoricorso che invece di studiare» aggrediscono i poliziotti. Sì, sì, sembrano proprio gli anni ’70 ripetono a destra coltivando un’ossessione venata di nostalgia.

LA LORO RICOSTRUZIONE (degli studenti) è diversa: «Alle 15.30 il corteo è partito facendo il percorso classico del giro della città universitaria, in attesa della risposta dal senato accademico – raccontano Francesco, Davide, Giulia, Giacomo e Gaia -. Tornati al rettorato ci arriva la notizia del comunicato della Sapienza che metteva una pietra tombale sulla discussione. Gli animi si sono riscaldati e ci sono stati dei tafferugli. Eravamo in assemblea a Scienze Politiche, la giornata sarebbe finita se non ci avessero detto che Mohamed era stato fermato su via de Lollis, fuori dalla Sapienza», spiegano. E quindi: «A quel punto il corteo spontaneamente si è diretto verso la questura ma non abbiamo fatto in tempo neanche a uscire dal cancello che c’è stata la prima carica della polizia in tenuta antisommossa. Poi la seconda, nella quale è stata presa Stella, e ancora la terza e la quarta». Diversi tra di loro denunciano di aver sentito chiaramente i poliziotti scambiarsi le frasi «quanti ne dobbiamo prendere?», «prendiamone uno o due» durante la seconda carica.

Un vecchio stratega politico che amava le massime ha detto: “bastona il cane che sta affogando”

Pubblicato da: Cobas Veneto

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Mozione per la pace e la difesa dei diritti umani in Palestina  Collegio docenti dell'IIS Giovanni Valle

Mozione per la pace e la difesa dei diritti umani in Palestina
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Mozione per la pace e la difesa dei diritti umani in Palestina

Come docenti impegnati nella promozione dei valori democratici, del pluralismo, della cittadinanza attiva e della difesa dei diritti umani, sentiamo l’urgenza morale di prendere pubblicamente posizione in merito alla tragedia umanitaria che si sta consumando in Palestina, che coinvolge decine di migliaia di vittime innocenti, tra cui un numero senza precedenti di bambini e di civili. Le notizie e le immagini di interi quartieri rasi al suolo, di ospedali bombardati e resi inagibili, di bambini mutilati e insanguinati, di medici, infermieri e giornalisti presi di mira e trucidati, di centinaia di civili affamati e uccisi mentre aspettano un sacco di farina, meritano attenzione, non indifferenza, anche e soprattutto ora, di fronte a un nuovo, spaventoso teatro di guerra in Medioriente che rischia di occultare quelle immagini, fino a farcele dimenticare.

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