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INVALSI nel curriculum: come volevasi dimostrare

da | 8 Mar 2024 | Discussione, Webpress

di Salvo Intravaia da rebubblica.it

Come da sempre abbiamo sottolineato i dati rilevati dall’INVALSI sono tracciabili e riferibile a ciascun studente che compili i test, con ciò violando tutta la normativa sulla privacy, così tanto sbandierata per amministratori d’azienda, politici, giornalisti, influencer e compagnia bella. Non solo, ora, con la scusa del divario esistente nell’assegnazione dei 100, con o senza lode, tra SUD e NORD Italia, si butta la palla al CENTRO, cioè Roma, ovvero il Governo, il MIM, che inserisce – ope legis – la tracciabilità dei livelli di apprendimento e le competenze correlate.
Giusto quello di cui abbiamo discusso nell’aggiornamento CESP di martedì 5 marzo nell’aula delle Edicole dell’UNIPD. Leggetevi uno stralcio dell’articolo di S.Intravaia. G.Z.

La novità

Col decreto-legge 19/2024, pubblicato sabato scorso in gazzetta ufficiale, il governo introduce una importante variazione al decreto legislativo 62 del 2017. All’articolo 14 si legge: «In una specifica sezione sono indicati, in forma descrittiva, i livelli di apprendimento conseguiti nelle prove scritte a carattere nazionale di cui all’articolo 19, distintamente per ciascuna delle discipline oggetto di rilevazione e la certificazione sulle abilità di comprensione e uso della lingua inglese». Il riferimento è ai test Invalsi. Per comprendere la portata del provvedimento, che deve essere convertito in legge entro sessanta giorni dalla sua entrata in vigore, occorre fare un passo indietro. Con l’integrazione a uno dei decreti attuativi della cosiddetta Buona scuola (La Buona scuola bis) si introduce nel cosiddetto Curriculum dello studente, che accompagna il diploma finale, l’esito delle prove Invalsi. In questo modo si marcheranno le differenze tra studenti del nord e del Sud che pur avendo ottenuto lo stesso voto hanno evidenziato competenze diverse, come hanno mostrato i dati Invalsi più recenti. E il diploma di maturità rischia di perdere credibilità. Più di quanto non ne abbia adesso.

I voti della maturità.

Stando ai numeri diffusi a ridosso della chiusura dell’ultima tornata di esami di stato del superiore, gli studenti più preparati albergherebbero nelle regioni del sud Italia. Nell’estate del 2023, al Sud fioccavano i 100 e i 100 e lode. Superbravi che invece scarseggiavano al Nord. I dati parlavano chiaro. Il 61% dei 100 e lode è stato attribuito a studenti delle regioni meridionali. Con la Campania che ne conta quasi il quadruplo della Lombardia: 2.620 contro 762. I diplomati settentrionali si aggiudicavano una lode su cinque: il 21%. E rapportando i diplomati con lode con il totale dei diplomati della stessa regione, Calabria e Puglia contavano un tasso di cervelloni cinque volte superiore rispetto alla Lombardia: il 5,6% contro l’1,1%. Anche i semplici 100/100 abbondavano al Sud, dove su cento diplomati della stessa regione la Calabria ne contava ben 12 e la Sicilia 10. Mentre la Lombardia soltanto 4,4. Quasi un terzo. È pensabile che ci sia tutta questa differenza tra studenti che hanno affrontato le stesse prove di maturità?

I test Invalsi

Quando si passano in rassegna i dati Invalsi le cose cambiano totalmente: i risultati dei test sulle competenze in Italiano, Matematica e Inglese, sempre del 2023 e riferiti agli stessi ragazzi che dopo meno di tre mesi hanno affrontato la maturità, danno un esito capovolto. La scorsa primavera, gli studenti dell’ultimo anno delle superiori lombardi che si sono collocati al livello più alto (il quinto) di competenze in Italiano rappresentavano il 10,0% del totale. E coloro che hanno ottenuto la stessa performance in Matematica, sempre in Lombardia, sfioravano il 23%. Quegli studenti da cui ci si aspetta un exploit alla maturità e che avrebbero dovuto ottenere i voti più alti al diploma. In Calabria, che alla maturità ha collezionato il 5,6% di cervelloni, la quota di studenti al livello più alto in Italiano si è fermata al 3,1% mentre in Matematica siamo sull’ordine del 6,6%. Al momento, il Curriculum dello studente non è visibile dall’esterno, ma anche se un’azienda all’atto dell’assunzione potrebbe richiederne copia al candidato da assumere. E aggiungendo al documento anche le competenze raggiunte nei test Invalsi si potrà distinguere un 100 meritato da uno generoso. Stesso discorso per i diplomati cum laude.

Redazione Cobas e Cesp Veneto

Pubblicato da: Redazione Cobas e Cesp Veneto

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