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Un’analisi delle Linee guida STEM

da | 25 Gen 2024 | Cesp, Discussione, Materiali, Primo piano

di Davide Viero

Il presente scritto prende in analisi il testo delle Linee guida STEM, emanate con il DM 184 del 15/09/2023. Esse sono funzionali, recita il medesimo Decreto, “al fine di dare attuazione alla linea d’investimento 3.1 ‘Nuove competenze e nuovi linguaggi’ della Missione 4 ‘Istruzione e ricerca del PNRR”. Sempre nello stesso Documento si afferma che “a decorrere dall’anno scolastico 2023/2024 le istituzioni scolastiche dell’infanzia, del primo e del secondo ciclo di istruzione statali e paritarie aggiornano il piano triennale dell’offerta formativa e il curricolo d’istituto, prevedendo, sulla base delle Linee guida di cui al comma 1, azioni dedicate a rafforzare lo sviluppo delle competenze matematico-scientifico-tecnologiche, digitali e di innovazione legate agli specifici campi di esperienza e l’apprendimento delle discipline STEM”.

Approccerò questo documento secondo cinque direttrici: geopolitica, ordine del discorso, epistemologica/culturale, antropologica e ortodidattica.

Qui di seguito proponiamo la parte didattico-conclusiva del documento che può essere letto integralmente nel blog ‘nostrascuola’.

Ortodidattica

Essendo la didattica dipendente dal fine, ed essendo questo predeterminato e coincidente con la forma dominante del mondo, ne consegue una didattica prescrittiva. Nel documento, infatti, non è fatta parola per alcun contenuto, perché esso è il mondo dato, e tutta l’attenzione è rivolta alle metodologie e al come, sottintendendo il cosa. L’ortodidattica fa strame delle peculiarità degli allievi, delle classi e degli insegnanti, al netto dell’autonomia e dei singoli PTOF.

Ecco la prescrittività didattica che permea tutto il documento. A pagina 5 si afferma che “i finanziamenti contribuiscono allo sviluppo di una didattica innovativa, alla condivisione di buone pratiche, alla realizzazione di iniziative, anche extrascolastiche […] per stimolare l’apprendimento delle discipline STEM e digitali”. Perfettamente aderente a questa concezione di educazione, è il learning by doing (pag. 6) che limita l’immaginazione e la teoresi perché fisso sul piano concreto, così come lo è il problem solving, che ritorna spesso all’interno del documento. Questa modalità stimola infatti l’applicazione su problemi già dati da altri e già ben definiti, a cui magari basta applicare il coding – citato a pag. 12- come metodologia per frammentarli in parti più risolvibili, in assonanza con la cibernetica. Conseguente a questo è il lavoro per progetti che, oltre a portare frammentazione perché indipendenti tra loro, presuppongono come già dato il risultato da ottenere.

Sempre nel documento si prevede un approccio collaborativo e interdisciplinare alla didattica (pag. 6). A questo proposito risultano illuminanti le parole di J.-F. Lyotard che differenziano il moderno dal postmoderno. Il primo era “un gioco ad informazione incompleta, il vantaggio è di chi sa e può ottenere un supplemento di informazione. È per definizione il caso di uno studente in situazione di apprendimento. Ma nei giochi ad informazione completa, l’acquisizione di una maggiore performatività non può consistere nell’acquisizione di un tale supplemento. Essa deriva da una nuova organizzazione dei fatti […]. Ciò si ottiene per lo più attraverso il collegamento di serie di dati ritenute fino ad allora indipendenti”. Nel postmoderno, “il rapporto col sapere non è quello della realizzazione della vita dello spirito o dell’emancipazione dell’umanità; ma quello degli utilizzatori di uno strumento concettuale e materiale complesso e dei beneficiari delle sue prestazioni. Costoro non dispongono di un metalinguaggio né di una metanarrazione per formularne la finalità e l’uso corretto. Ma hanno il brain storming per rafforzarne le prestazioni. La valorizzazione del lavoro di equipe è propria di questo prevalere del criterio performativo nel sapere5. Il successo delle prestazioni dovuto al lavoro di équipe vale “nel quadro di un modello ben definito, vale a dire nell’esecuzione di un compito; il miglioramento sembra meno sicuro quando si tratti di ‘immaginare’ nuovi modelli, cioè nella concezione”. Le parole di Lyotard combaciano perfettamente con quanto afferma il documento a pag. 6, quando incentiva il lavoro di gruppo e l’apprendimento tra pari, ossia il sostare su di uno scenario dove l’insegnante non porta il contributo di chi sa di più, perché tutto è interno al gioco ad informazione completa; ecco che la matematica non è più astrazione verso l’infinito, ma “funzioni e relazioni, dati e previsioni” (pag. 8). Parimenti, a pag. 7 a proposito del pensiero critico si afferma che: “può essere incoraggiato attraverso attività che richiedono la raccolta, l’interpretazione e la valutazione dei dati”. Anche qui il pensiero critico dipende dalla cumulatività e dalla quantità di informazioni; chiaramente, senza un sapere profondo altro, nessuna uscita dal dato sarà mai possibile, se non un mutare riguardo ad esso. Il superamento di modelli trasmissivi” enunciato a pag. 7 si inserisce in questo scenario, dove la mobilitazione frenetica sostituisce l’attività riflessiva visibile perché il moto non è più lungo il piano verticale, ma orizzontale. Un modello in cui l’informazione è già completa e si tratta solamente di lavorare alle relazioni tra gli elementi così come sono dati, eliminando i possibili ostacoli che intralciano la velocità. Si spiega in questo modo il fatto che, nel documento in analisi, la relazione umana non sia presente. D’altra parte, se il gioco è ad informazione completa e tutto è appiattito sul dato, si esclude ogni cammino di perfezionamento umano, in cui anche l’insegnante si inserisce. Ecco che nella scuola così delineata tutto è mediato da metodologie e tecniche che sostituiscono ogni indeterminatezza che dà il tendere a qualcosa, relazione umana compresa.

Conclusioni

La concezione che sottostà alle Linee guida STEM è quella di un adattamento prescrittivo al mondo così com’è dato, perché lì è stato capziosamente dislocato il bene del soggetto.

A pag. 13 del documento si dice chiaramente che “il coding, il pensiero computazionale e l’informatica offrono strumenti e conoscenze necessarie per comprendere, utilizzare e contribuire al progresso tecnologico. L’inclusione delle competenze connesse al coding […] all’informatica nel percorso educativo può preparare gli studenti alle sfide e alle opportunità offerte dal mercato del lavoro digitale. L’acquisizione di tali competenze può favorire l’occupabilità degli individui e contribuire alla crescita economica e all’innovazione del paese”. Come si vede, c’è solo da fare i conti con ciò che già è; un dato di fatto inemendabile, fatto di mercato del lavoro (e non mondo del lavoro, dove profitto, concorrenza e capitale umano sono molto meno espliciti, perché legato all’attività umana e non all’accumulo di qualcuno e alla competizione), di capitale umano e di crescita del paese, così che possa finanziarsi a tassi più favorevoli sulle grandi piazze finanziarie mondiali. L’occupabilità diventa uno dei fulcri del discorso, non secondo quanto affermato nell’art. 1 della Costituzione italiana, bensì in chiave di non dispersione del capitale umano. La scuola non serve più ad avvicinare essenza ed esistenza del soggetto in chiave emancipativa, ma solo ad inserirlo nel mondo per poterlo sfruttare con meno intralci.

Con una postilla per il futuro che deve risultare a noi un monito: “un corretto e consapevole utilizzo dell’intelligenza artificiale in ambito scolastico, può fornire varie opportunità formative […] soprattutto in contesti in cui le risorse sono limitate”. Ormai è esplicito che la scuola subirà un vincolo di risorse e se la giocherà meglio chi di essa farà a meno, dato che la scuola di stampo umanistico non risponde più alle esigenze del mondo nella forma dominante.

Che futuro ci aspetta se ci poniamo all’interno di questo “ordine del discorso”6?

Cesp Veneto

Pubblicato da: Cesp Veneto

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Il CESP, Centro Studi per la Scuola Pubblica di Padova, è nato nel luglio del 2004. In questi anni, oltre a promuovere dibattiti, presentazioni di libri, rassegne cinematografiche e spettacoli teatrali inerenti al mondo dell’istruzione, ha sviluppato decine di convegni sul territorio.

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