CARRIERE A SCUOLA: POCHI RICCHI POSTUMI
di Gianna Fregonara dal corriere.it
Gli aumenti previsti dal 2033 per ottomila docenti all’anno che avranno superato i corsi di formazione. Saranno le nuove figure di «docenti esperti»
Con un colpo di coda e usando l’ultimo decreto utile di questa legislatura (il dl Aiuti bis), il governo Draghi introduce una storica svolta nel mondo della scuola: la carriera degli insegnanti. Si tratta di un mezzo passo, i cui esiti si vedranno non prima di dieci anni e che sarà riservato ad una platea ridotta di docenti. Tuttavia il principio è fissato: chi completerà tre corsi triennali di formazione con esito positivo potrà diventare «docente esperto» e accrescere il suo stipendio di 5.650 euro all’anno fino a fine carriera, più di 400 euro al mese.
Gli esperti
Nascerà così, a partire dall’anno scolastico 2032733, una nuova figura di insegnante: non cambiano le sue mansioni né le sue funzioni, si legge esplicitamente nel decreto che completa la legge 79, approvata a giugno che regola e introduce la formazione incentivata per tutti i docenti. Il docente esperto avrà un solo vincolo: rimanere nella stessa scuola per almeno tre anni. Il governo inoltre frena sul numero dei beneficiari della nuova qualifica: non potranno essere pi di 8.000 all’anno. Ci sarà comunque tempo, da qui a dieci anni, per rivedere eventualmente questi numeri.
La formazione
La norma si aggiunge al le disposizioni dell’ultimo decreto (il 79) che aveva introdotto i corsi triennali di aggiornamento per rafforzare la formazione degli insegnanti già in cattedra oltre a rivedere le regole per l’accesso alla professione per i nuovi laureati. In un primo momento si era pensato ad un meccanismo di incentivo e di carriera legato ad un’accelerazione degli scatti di anzianità per chi avesse partecipato con profitto ai corsi. Ma dopo una tormentata mediazione in Parlamento la norma è stata cambiata: chi completa un ciclo triennale di formazione potrà avere un incentivo una tantum tra il 10 e il 20 per cento dello stipendio (anche questo non per tutti ma dipende dalle risorse annualmente disponibili). Una misura considerata troppo leggera dalla Commissione europea, che aveva chiesto un altro intervento.
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