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FONDI alle scuole: e vai con la meritocrazia

da | 5 Lug 2022 | Materiali

FONDI alle scuole: e vai con la meritocrazia


tratto da roars.it

La distribuzione dei fondi, fondata sulla percentuale di studenti con risultato L1 (mai esplicitato dall’INVALSI) nelle prove di italiano e matematica, produce la paradossale esclusione delle scuole con percentuale inferiore all’8%. Tale meccanismo risulta iniquo e non comprensibile oltreché non coerente con le finalità espresse nel PNRR. Gli indicatori prescelti dall’INVALSI infatti non risultano attendibili in relazione alla dispersione scolastica. Il risultato finale è che solo il 39% delle scuole italiane risulta beneficiaria dei fondi con incongruenze all’interno dei territori regionali e provinciali e con effetto paradosso: sono finanziati licei classici e non ricevono contributi gli istituti comprensivi appartenenti a zone in cui le percentuali della dispersione esplicita sono elevati e consolidati nel tempo. Inoltre le scuole superiori sono in numero preponderante rispetto a quelle del primo ciclo, segmento nel quale invece la fragilità degli apprendimenti deve essere affrontata. Balza agli occhi la totale assenza dei CPIA, istituti che non effettuano prove INVALSI, ma che sono evidentemente a rischio dispersione.

Il provvedimento pecca di scarsa trasparenza e affida i finanziamenti attraverso criteri, quali la cosiddetta “dispersione implicita” appunto, privi di fondamento dal punto di vista politico e scientifico, senza una preventiva analisi di contesto delle scuole e di rilevazione dei loro bisogni. Si trascurano ancora una volta le condizioni di difficoltà in cui versa il sistema scolastico del nostro Paese che richiederebbero invece interventi strutturali e di sistema.

Si ricorre al PNRR per nascondere il vero obiettivo di questo governo che è quello di contenere la spesa dello Stato per l’istruzione, di delegittimare la funzione centrale della scuola pubblica e di favorire il mercato privato della formazione.

La promozione, attraverso i fondi del PNRR, di “attività di co-progettazione e cooperazione fra la scuola e la comunità locale”, comprensiva di soggetti istituzionali e afferenti il terzo settore, se non è accompagnata da investimenti di spesa corrente per l’incremento degli organici e del tempo scuola, la riduzione del numero degli alunni per classe, il potenziamento della didattica laboratoriale significa una sola cosa: l’arretramento dello Stato in materia di istruzione pubblica e l’impoverimento del ruolo istituzionale e costituzionale della scuola statale, unica agenzia educativa garante del diritto allo studio sulla base dei principi di universalità, gratuità, laicità.

Cesp Veneto

Pubblicato da: Cesp Veneto

Centro studi per la Scuola Pubblica

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Il CESP, Centro Studi per la Scuola Pubblica di Padova, è nato nel luglio del 2004. In questi anni, oltre a promuovere dibattiti, presentazioni di libri, rassegne cinematografiche e spettacoli teatrali inerenti al mondo dell’istruzione, ha sviluppato decine di convegni sul territorio.

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