Inizio 5 Materiali 5 Ci siamo: riforma del reclutamento e della scuola per decreto.

Ci siamo: riforma del reclutamento e della scuola per decreto.

da | 26 Giu 2022 | Materiali

Ci siamo: riforma del reclutamento e della scuola per decreto.

di AA.VV.

Siamo al voto di fiducia, agli emendamenti che mettono il belletto e cancellano errori grossolani presenti nel decreto sul PNRR, che contiene un passaggio strutturale per quanto riguarda il reclutamento e la carriera del personale scolastico. Il decreto giunge a scuole chiuse, con pallide e formali proteste e richieste di tutte le OO.SS. accompagnate da un silente mugugno, un rassegnato fastidio da parte degli interessati insegnanti neofiti. Il dato sconcertante è la lungaggine e faragginosita dell’iter per inserirsi a pieno titolo nella scuola che di fatto scoraggia anche il più ‘ispirato e vocato’ petenziale insegnante a chiedersi: “ma chi me lo fa fare?!”
Tutto induce a ritenere che sia un potente colpo basso alla scuola pubblica alla sua funzione costituzionale, così come l’abbiamo conosciuta, frequentata da futuri cittadini e lavoratori. Una trasformazione prodotta per decreto, accompagnata da un abulico silenzio da parte di tutte le parti sociali e politiche.
Per quel che riguarda la Scuola, dunque, poco cambia nella sostanza rispetto al testo del decreto pubblicato il 1 Maggio.
Sulla formazione in servizio, l’emendamento conferma la struttura “a premi”, con retribuzioni “una tantum”, subordinate al superamento di verifiche intermedie e finali, in cui il docente dovrà “dimostrare” un “adeguato livello” rispetto “agli obiettivi”, nonché la “capacità di incrementare il rendimento degli alunni”. Confermata la creazione di un’ennesima struttura centralizzata: la Scuola di Alta Formazione, con INVALSI e INDIRE nel Comitato di Indirizzo; confermati i tagli in organico per “adeguamento demografico”. Insomma: confermata l’idea che la formazione degli insegnanti sia un premio da elargire in funzione di precisi indicatori di performance, e non un’attività strutturale e adeguatamente retribuita per contratto. Competizione, controllo- qualità e sorveglianza continui: questi gli ingredienti magici della scuola tecnocratica di Mario Draghi e dei suoi consulenti.

Sulla FORMAZIONE a PREMI dei docenti

Il testo dell’emendamento dell’art. 44 ( vedi testo approvato nr. 44.126 (testo 5) a firma Nencini, De Petris, Saponara, Gallone, Malpezzi, De Lucia) sulla formazione iniziale e in servizio conferma i premi “una tantum” e “stabiliti dalla contrattazione collettiva nazionale”, per quei docenti che decideranno di farsi formare, in percorsi “di durata almeno triennale” e a patto di superare valutazioni intermedie annuali + verifica finale non solo sulle attività seguite, ma anche in relazione alla “capacità di incrementare il rendimento degli alunni” e alla “condotta professionale“.

Leggiamo infatti che:

“E’ previsto un elemento retributivo una tantum di carattere accessorio, stabilito dalla contrattazione collettiva nazionale, al superamento del percorso formativo e in caso di valutazione individuale positiva, non inferiore al 10 per cento e non superiore al 20 per cento del trattamento stipendiale in godimento, nei limiti delle risorse disponibili [..]
Sono pertanto previste, con particolare riferimento alla capacità di incrementare il rendimento degli alunni, alla condotta professionale, alla promozione dell’inclusione e delle esperienze extra scolastiche, verifiche intermedie annuali, svolte sulla base di una relazione presentata dal docente sull’insieme delle attività realizzate nel corso del periodo oggetto di valutazione,
nonché una verifica finale nella quale il docente dà dimostrazione di avere raggiunto un adeguato livello di formazione rispetto agli obiettivi.
Le verifiche intermedie e quella finale sono effettuate dal comitato per la valutazione dei docenti [..]
in particolare, nella verifica finale il comitato viene integrato da un dirigente tecnico o da un dirigente scolastico di un altro istituto scolastico.[..]
La Scuola [di Alta Formazione], sulla base di un modello di valutazione approvato con decreto del Ministro dell’istruzione, sentito l’INVALSI, avvia dall’anno scolastico 2023/2024 un programma di monitoraggio e valutazione degli obiettivi formativi specifici per ciascun percorso di formazione, ivi compresi gli indicatori di performance, che sono declinati dalle singole istituzioni scolastiche secondo il proprio Piano triennale dell’offerta formativa [..]
Nella verifica finale, nella quale si determina l’eventuale conseguimento dell’incentivo salariale, il comitato di valutazione dei docenti tiene anche conto dei risultati ottenuti in termini di raggiungimento degli obiettivi e di miglioramento degli indicatori [..]

Chi paga i premi?

A partire dal 2026/27, restano confermati i tagli di organico dell’autonomia (e non più del solo organico di potenziamento come previsto in un primo momento, vedi anche commento qui ):

“mediante adeguamento dell’organico dell’autonomia del personale docente effettuato a seguito dell’accertamento dei minori oneri derivanti dall’adeguamento dell’organico dell’autonomia conseguente all’andamento demografico, tenuto conto dei flussi migratori, a partire dall’anno scolastico 2026/2027e sino all’anno scolastico 2031/2032″

Vietato fare i furbi

E’ il comitato di valutazione d’istituto a stabilire i criteri che rendono selettivo il premio, in base alla graduatoria degli esiti delle valutazioni finali. Vietato però fare i furbi: non si possono premiare tutti (per definizione stessa di merito!) dunque sono banditi i criteri di rotazione, pena la responsabilità dirigenziale per danno erariale.
Insomma

Il Governo Draghi conferma il principio secondo cui la formazione degli insegnanti NON è un’attività strutturale e retribuita contrattualmente, ma bensì il corrispettivo di un premio, da elargire solo se il docente “dà dimostrazione” di buona “condotta professionale” e se è debitamente conforme al profilo tratteggiato dagli indicatori di performance (che stabilirà l’INVALSI).

Il Governo Draghi e il Parlamento che voterà la fiducia, credono insomma fermamente che per migliorare la scuola servono i soliti ingredienti magici: competizione, controllo qualità e sorveglianza continui.

Un Governo e un Parlamento che non dimenticheremo.

Cesp Veneto

Pubblicato da: Cesp Veneto

Centro studi per la Scuola Pubblica

Via Monsignor Fortin 44 – Padova

Il CESP, Centro Studi per la Scuola Pubblica di Padova, è nato nel luglio del 2004. In questi anni, oltre a promuovere dibattiti, presentazioni di libri, rassegne cinematografiche e spettacoli teatrali inerenti al mondo dell’istruzione, ha sviluppato decine di convegni sul territorio.

Categorie

Archivi

Shares
Share This