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NOVELLA D’APRILE

da | 23 Apr 2022 | Materiali

– NOVELLA D’APRILE-

di Giulietta Poli, insegnante di scuola primaria in quiescenza

C’era una volta un paese bellissimo.
Avvolto al nord da altissime e splendide montagne, circondato su tre lati da un mare azzurro, attraversato da torrenti impetuosi e placidi fiumi, si sporgeva verso l’Africa sua dirimpettaia; aveva una forma strana: come dicevano i bambini quella di una scarpa da femmina.
I suoi borghi erano antichi, ricchi di monumenti e d’opere d’arte.

Il Bel Paese non era stato sempre felice. Era diventato unito e libero solo grazie alla lotta di gruppi di Eroi; i primi indossavano una camicia rossa, gli ultimi, in ordine di tempo, portavano invece un fazzoletto rosso al collo. Avevano scacciato malvagi eserciti d’invasori che avevano diffuso odio, miseria e fame.
Tutti quegli Eroi, vicini e lontani, sventolavano una bandiera di tre colori: il verde, come le vaste pianure, gli immensi boschi e la speranza in un mondo migliore; il bianco, come la neve delle alte montagne, la spuma del mare e l’innocenza dei grandi ideali; il rosso, come il fuoco dei possenti vulcani, il sole caldo e il sangue versato dai coraggiosi per la libertà di tutti.
Col passare del tempo il Bel Paese dalla forma di una scarpa da femmina progredì, divenne ricco e potente. I suoi abitanti se la passavano tutto sommato bene, anche se i loro capi, tradendo gli ideali degli Eroi con le camicie e i fazzoletti rossi, erano egoisti, imbroglioni e, spesso, ladri.
La notizia della ricchezza e della bellezza di quel paese si sparse per il mondo, così, poco a poco, da altri paesi, poveri e sfortunati, giunsero uomini, donne e bambini, altrettanto poveri e sfortunati, in cerca di una vita migliore. Li chiamarono “gli Stranieri”.
Queste persone per vivere facevano i lavori più umili e mal pagati; gli abitanti del paese con la forma di una scarpa da femmina avevano dimenticato cos’erano la povertà e la mancanza di libertà.
Avevano scordato che i loro avi, nonni e bisnonni avevano viaggiato anche loro per il mondo in cerca di fortuna.
Un giorno avvenne un fatto strano. Un virus sino allora sconosciuto si diffuse nel Bel Paese; apparvero bande di mostri con le teste rasate che si divertivano a picchiare i poveri e gli Stranieri e ad appiccare il fuoco alle loro case e ai loro negozi.
Li consideravano esseri inferiori, li trattatavano peggio degli animali.

Alcuni dei loro “padroni” poi li trasformarono in schiavi; spesso non pagavano il loro lavoro e se protestavano, li prendevano a bastonate. Qualcuno gli diede persino fuoco con la benzina!
Un gruppo consistente degli abitanti del Bel Paese subì una mutazione: si trasformarono in una tribù di Orchi Verdi, cattivi e senza cuore. Ragazzi miei quegli Orchi Verdi non erano come Shrek che era un Orco Verde, ma in fondo era buono; come sapete, andava in giro con un ciuchino suo amico per liberare Principesse prigioniere e sconfiggere Draghi mostruosi.
Questi Orchi Verdi, invece, chiamando a loro difesa persino un Dio, detestavano gli Stranieri, tutti quelli che arrivavano da altri paesi, ma, soprattutto, trattavano male i loro bambini e questo proprio non si deve fare!
Non li volevano vedere nelle loro scuole, richiedevano le loro impronte digitali, come si fa con i delinquenti (ma quelli veri, grandi e cattivi !); a volte li lasciavano a pane e acqua nelle mense o a piedi, senza scuola bus solo perché i loro genitori non avevano abbastanza soldi per pagar
e.
In realtà questi Orchi Verdi erano così bifolchi ed ignoranti da aver “dimenticato” che quel Dio, al quale tanto si ispiravano, che aveva detto: “ Ero straniero e mi avete accolto” e anche: “Lasciate che i piccoli vengano a me!”
La tribù dei Verdastri era comandata da un ometto volgare che aveva persino fatto credere di esser un medico; a causa della sua cattiveria un giorno il suo Dio lo punì; si ammalò e dopo nessuno più capiva quello che diceva, perche parlava male e con la bocca tutta storta.
Quel capo aveva un successore, suo figlio, detto “la trota”; a scuola andava male perché non studiava mai (era sempre in giro con i Verdastri a caccia di Stranieri!).
Ma il padre dava sempre la colpa ai professori perché non erano membri della sua tribù.
Arrivò poi il suo sostituto; un essere cattivo posseduto da mille demoni ;quando parlava di “stranieri” gli venivano le bave dalla bocca e di differenze di genere diceva: “ci sono solo una mamma ed un papà”; il resto per lui era cacca. E uscì poi una signora” semi fascista con gli occhi fuori dalle orbite “sono una donna … sono una madre… sono italiana… sono cristiana” diceva blaterando anche in altre lingue… peraltro a lei sconosciute.
Dovete sapere che i Verdastri, gli Orchi e le Orchesse, continuavano a fare cose molto, ma molto brutte; oltre a non sopportare le persone che non avevano il loro stesso colore o il loro orientamento sessuale ;spargevano sempre odio per il Bel Paese e offendevano la bandiera dai tre colori e la sua storia.
Gli Eroi con la camicia o il fazzoletto rosso si rivoltavano lamentandosi nei loro sepolcri e i loro spiriti non trovavano pace; pensavano con rabbia al loro sacrificio che, sembrava, essere stato inutile.
Nel paese con la forma di una scarpa di femmina oltre ai Verdastri c’era però un’altra tribù; si chiamava “la Società Civile” ed era formata da Fatine e Folletti benefici che, in ogni modo, cercavano di opporsi agli Orchi ( e alle Streghe) crudeli.
I Folletti e le Fatine rammentavano bene la loro storia passata, apprezzavano gli Eroi che li avevano preceduti e ne onoravano la memoria. Credevano fermamente in un mondo migliore, dove tutti dovevano essere uguali, rispettavano tutte le persone e difendevano tutti i bambini. Ma proprio tutti!!
La lotta per riconquistare la libertà fra Fatine e Folletti da una parte e Orchi Verdi dall’altra sembrava molto difficile; infatti, quegli Orchi oltre ad essere molto malvagi, erano anche piuttosto potenti. Erano stati aiutati da un Nano malefico convinto di avere super poteri.
Nessuna paura, ragazzi miei! Fatine e Folletti lo sanno tutti, nelle storie vincono sempre perché la bontà e la giustizia devono prevalere. Altrimenti le fiabe e le novelle non finirebbero più dicendo “ E vissero tutti felici e contenti”!
Proprio per questo la tribù della Società Civile, assieme ai suoi fratelli Stranieri ed esuli, continua a impegnarsi per vincere la nuova battaglia senza guerra nel paese con la forma di una scarpa da femmina.
Chi fa parte di queste due tribù non ha paura; ricordando gli Eroi che li hanno preceduti tutti continuano ad impegnarsi per l’uguaglianza, per la libertà e per cacciare gli Orchi Verdastri e il Nano malefico loro protettore.
Si sa per certo che, alla fine, vinceranno. Così il Bel Paese tornerà a essere bellissimo, libero e unito. E senza guerre nel frattempo ahinoi sopraggiunte nel cuore dell’Europa. Venti di guerra orridi che richiamano ad un ancor recente passato. La parola PACE ha ancora un grande significato…ragazzi miei…in memoria di chi ha donato la propria vita per altra parola altrettanto importante: LIBERTA”

Per questo a fine aprile, ogni anno, la tribù della Società Civile, dei senza confini, colora le sue piazze per la Festa della Liberazione del paese con la forma di una scarpa da femmina.

Su una grande pergamena hanno scritto con inchiostro rosso vermiglio:

“ QUESTA Ẻ UNA STRORIA PER GRANDI E PICCINI, NARRATELA DUNQUE AI VOSTRI BAMBINI!
UN GRAN GIROTONDO CON TANTI COLORI PORTA LA GIOIA NEL FONDO DEI CUORI.
IN FESTA D’APRILE SARAI PIỦ CONTENTO CANTANDO FELICE CHE ANCOR FISCHIA IL VENTO!”

Novella d’aprile rivisitata – Padova aprile 2022

Cesp Veneto

Pubblicato da: Cesp Veneto

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Il CESP, Centro Studi per la Scuola Pubblica di Padova, è nato nel luglio del 2004. In questi anni, oltre a promuovere dibattiti, presentazioni di libri, rassegne cinematografiche e spettacoli teatrali inerenti al mondo dell’istruzione, ha sviluppato decine di convegni sul territorio.

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