Quando Boris Vian scrive questa canzone siamo nel 1954 e la Francia si trova fra la guerra d’Indocina e il conflitto franco-algerino. La storia della redazione del testo è travagliata (qui è raccontata con dovizia di particolari): la sua sopravvivenza è sempre stata legata a un’opera costante di erosione, revisione e autocensura, date le molte accuse di antipatriottismo e antimilitarismo. Strana canzone: è contro la guerra, ma non è stata necessariamente “pacifista”, sicuramente non in senso stretto. Il protagonista rifiuta la guerra, ma non reagisce passivamente e reclama il diritto di difendersi da uno stato ingrato che tutto pretende, preannunciando che, se costretto, risponderà alla pari. Violenza con violenza. Le due strofe finali che rappresentano questo aspetto (Se mi fa perseguire avverta i suoi gendarmi/ che sono armato e che so sparare) sono state forse le prime a essere sostituite con qualcosa di più gestibile, di più cantabile, ma questo non ha impedito poi ulteriori modifiche da parte di traduttori, parolieri e musicisti. Con questo vogliamo esprimere la nostra vicinanza e solidarietà a tutti coloro che rifuggono la guerra dentro e fuori gli Stati belligeranti.G.Z.
IL DISERTORE
di Boris Vian, cantata in italiano e musicata da Ornella Vanoni, Ivano Fossati e altr*
Signor presidente, le scrivo una lettera
che leggerà, forse, se avrà tempo.
Ho appena ricevuto la cartolina militare
per andare alla guerra entro mercoledì sera.
Signor presidente, non voglio farlo
ma sono sulla terra per uccidere brava gente.
Non per farvi arrabbiare, ma devo dirlo
ho preso la mia decisione: diserterò.
Dacché sono nato ho visto partire i miei fratelli
ho visto morire mio padre e piangere i miei figli
mia madre ha tanto sofferto che è nella sua tomba
e se ne fotte delle bombe come se ne fotte dei vermi.
Quand’ero in prigionia hanno rubato la mia anima
hanno rubato la mia donna con tutto il mio passato.
Domani uscirò sbattendo la porta
in faccia agli anni morti: vivrò sulla via.
Mendicherò la vita sulle strade di Francia
dalla Bretagna alla Provenza e dirò alla gente
“Rifiutate di obbedire, non fatelo
non andate in guerra, rifiutate di morire”.
Se si deve versare del sangue vada a versare il Suo
caro “buon apostolo”, signor Presidente.
Se mi fa perseguire avverta i suoi gendarmi
che sono armato e che so sparare.
In un secondo tempo sarà lo stesso Boris Vian a sostituire gli ultimi due versi con:
Se mi fa perseguire avverta i suoi gendarmi
che non ho armi e che possono sparare.
Centro studi per la Scuola Pubblica
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Il CESP, Centro Studi per la Scuola Pubblica di Padova, è nato nel luglio del 2004. In questi anni, oltre a promuovere dibattiti, presentazioni di libri, rassegne cinematografiche e spettacoli teatrali inerenti al mondo dell’istruzione, ha sviluppato decine di convegni sul territorio.