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CONTRO QUESTO MODELLO DI SCUOLA PER CONQUISTARE IL FUTURO!

da | 17 Feb 2022 | Materiali

CONTRO IL VOSTRO MODELLO DI SCUOLA:
È TEMPO DI RISCATTO

Questo venerdì 18 febbraio scenderemo in piazza, alle 16 davanti alla prefettura di Padova, a Treviso, a Venezia, a Vicenza e Schio ci saranno altre manifestazioni, così come in molte altre città .

Le cose che non vanno sono troppe, non possiamo restare indifferenti!

– Vogliamo vivere! E formarci, due ragazzi sono morti durante le ore di PCTO, questo non basta per capire che il nostro posto è a scuola e non sfruttati in azienda?
– Vogliamo vivere meglio, la nostra salute mentale dev’essere considerata. Non vogliamo una scuola punitiva, esclusiva e competitiva
– Vogliamo scuole accoglienti e che non ci caschino addosso, non ci costringano al freddo e che non abbiano barriere architettoniche
– Vogliamo spazio per il confronto tra studenti, spazi giovanili dentro scuole aperte anche al pomeriggio
– basta repressione! È inaccettabile che quando gli studenti scendono in piazza la risposta delle istituzioni sia silenzio e manganellate.

PIATTAFORMA RIVENDICATIVA UNITARIA – 18 FEBBRAIO – MOBILITAZIONE STUDENTESCA NAZIONALE

CONTRO QUESTO MODELLO DI SCUOLA PER CONQUISTARE IL FUTURO!

Contro questo governo e questo modello di scuola le studentesse e gli studenti di tutta Italia accendono la miccia del conflitto!
Da anni come studenti e studentesse ci mobilitiamo contro un modello di scuola costruito a immagine e somiglianza di un modello basato sullo sfruttamento e sulla competizione. Abbiamo percorso tanta strada fino all’assemblea studentesca nazionale che si è svolta a Roma il 5 e 6 febbraio: una nuova generazione di attiviste e attivisti, di studentesse e di studenti, tornata finalmente protagonista nel paese, si è confrontata su pratiche di lotta e prospettive da raggiungere collettivamente.
Il governo attuale, così come quelli che si susseguono da decenni nel nostro paese, continua a disinteressarsi della nostra condizione come giovani studentesse e studenti, continua a reagire alle mobilitazioni studentesche prima con l’indifferenza e poi con la forza delle cariche e della repressione poliziesca.
E per questo abbiamo voluto due giorni per ragionare e trovare parole d’ordine comuni che sappiano parlare a tutte le studentesse e gli studenti che hanno animato le piazze per Lorenzo, contro l’alternanza scuola-lavoro e la nuova maturità, consapevoli di avere ancora miglia da percorrere.
La repressione delle istituzioni, dalle sanzioni nelle scuole fino alle vergognose cariche sulle manifestazioni studentesche sono i sintomi della totale distanza tra noi e chi decide sulla nostra sorte.
Rispediamo al mittente le parole della ministra dell’Interno Lamorgese che tenta di criminalizzare le lotte studentesche e di dividerci tra ‘buoni’ e ‘cattivi’, una tattica vecchia volta solo a proteggere le forze del (dis)ordine.

Scendiamo in piazza in tutta Italia il 18 febbraio per:


ABOLIZIONE PCTO, EX ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO.

Vogliamo i privati e lo sfruttamento delle aziende fuori dai nostri istituti. L’aziendalizzazione produce solo morti, disuguaglianze e precarietà.
La scuola deve essere luogo di formazione collettiva, non di educazione al precariato e a un non-futuro privo di prospettive.
RITIRO IMMEDIATO DELLA DIRETTIVA LAMORGESE
Vogliamo totale libertà di movimento e di manifestare il nostro dissenso. No ai taser e alle bodycam per la polizia, basta repressione e abusi nei confronti di chi lotta

SALUTE MENTALE, VALUTAZIONI E DIDATTICA
Il modello di scuola attuale costringe studenti e studentesse a subire valutazioni continue e competitività sfrenata, che complice la gestione pandemica e la DAD, distrugge la salute mentale dei giovani e aumenta a dismisura ansia, stress e disturbi psicologici.
Il disagio giovanile è una realtà tangibile e la difficoltà diffusa che proviamo nella nostra quotidianità scolastica è conseguenza delle imposizioni di una scuola punitiva e esclusiva.
Inoltre, il modello di didattica e insegnamento, nozionistico e frontale, non contribuisce alla nostra formazione e anzi è manifestazione di una scuola lontana dalle nostre esigenze.
Allo stesso modo il nuovo esame di maturità esprime l’indifferenza istituzionale verso la nostra condizione nelle scuole, non ammettendo le proprie responsabilità di una gestione pandemica vergognosa, che ha impattato violentemente sui corpi e sulle menti delle diverse soggettività giovanili.

EDILIZIA SPAZI E SOCIALITÀ
Siamo costretti a studiare in delle scuole con delle strutture fatiscenti, in delle scuole che cadono a pezzi, in degli edifici non adatti all’ambiente scolastico.
durante la prima fase pandemica questa mancanza strutturale di spazi e il conseguente sovraffollamento delle scuole è stata uno dei fattori che ha portato al ricorso della didattica a distanza, e che ancora adesso impedisce il distanzamento nelle aule, rendendole un luogo di contagio.
La pandemia lo ha evidenziato in modo molto chiaro: c’è necessità di più spazi per gli studenti e studentesse, spazi che siano luogo di confronto, spazi autogestiti dagli studenti stessi.
Occupando le nostre scuole ci siamo ripresi i nostri spazi e abbiamo messo in pratica un’alternativa alla scuola che conosciamo e viviamo ogni giorno riprendendoci i momenti di socialità, confronto e aggregazione che erano venuti completamente a mancare durante la pandemia.
Dobbiamo ripensare la scuola non solo come luogo dove vengono impartiti saperi tradizionali in modo frontale e nozionistico ma come luogo di cura, relazione e socialità. Luogo dove prenderci cura degli altri e delle altre e confrontarci.
I soldi del Pnrr devono essere spesi in questa direzione: pretendiamo più spazi, più spazi per la socialità e degli investimenti seri e strutturali dopo decine di anni di tagli alla scuola pubblica. Vogliamo controllare dal basso tramite commissioni studentesche permanenti come questi soldi verranno distribuiti.

– PROTAGONISMO STUDENTESCO
Le occupazioni di questi mesi sono state una
lotta al silenzio istituzionale sulla scuola e sul
mondo della formazione e hanno espresso non solo un ribaltamento del sistema scolastico, ma anche l’applicazione concreta di un modello alternativo basato sulle nostre esigente e desideri.
La nostra scuola è quella delle scuole occupate, una scuola transfemminista, una scuola inclusiva, una scuola che parli di ambiente, sessualità, affettività, cura, politica e attualità.
Non vogliamo la scuola come servizio cristallizzato nel tempo e nello spazio, a cui generazioni di studenti e studentesse sono costretti ad adattarsi, pretendiamo che sia il modello scolastico a doversi adattarsi alle nostre necessità. Vogliamo essere parte attiva della comunità scolastica e prendere parte alle decisioni sulla nostra scuola e quindi sulla nostra vita. Vogliamo che la nostra voce e il nostro grido come generazione venga ascoltato e vengano date delle risposte concrete alle problematiche che evidenziamo.
Si parla sempre di giovani ora siamo noi a voler parlare.

CONTRO IL VOSTRO MODELLO DI SCUOLA:
È TEMPO DI RISCATTO 🔥

Cesp Veneto

Pubblicato da: Cesp Veneto

Centro studi per la Scuola Pubblica

Via Monsignor Fortin 44 – Padova

Il CESP, Centro Studi per la Scuola Pubblica di Padova, è nato nel luglio del 2004. In questi anni, oltre a promuovere dibattiti, presentazioni di libri, rassegne cinematografiche e spettacoli teatrali inerenti al mondo dell’istruzione, ha sviluppato decine di convegni sul territorio.

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