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Comunicato 8 gennaio di PRIORITA’ alla SCUOLA

da | 8 Gen 2022 | News

Comunicato 8 gennaio di PRIORITA’ alla SCUOLA

di PAS del Veneto

Priorità alla scuola considera come una vittoria un evento del tutto consueto nel calendario civile e sociale del Paese, quale il rientro a scuola dalle vacanze, in linea con i maggiori Paesi europei. Se tutto resta aperto, non è comprensibile perché le sole scuole dovrebbero chiudere. Priorità alla Scuola denuncia invece la rinuncia al tracciamento nelle scuole e al tracciamento generale prima del rientro a scuola dopo le vacanze promesso durante le vacanze da Figliuolo.
Pur consapevoli che anche nelle scuole, come in tutta la società, crescono i contagi, non accettiamo che la scuola diventi il primo e comodo bersaglio, che di nuovo venga considerata marginale e sostituibile dalla DAD. Solo all’interno di un lockdown che coinvolga altre categorie e ampie fasce della popolazione, si potrà immaginare un ritorno alla DAD, finché tutto sarà aperto la scuola deve restare aperta.
Diffidiamo anche dal continuare a stigmatizzare la scuola come luogo privilegiato di contagio. La scuola aperta se venisse mantenuto il tracciamento sarebbe, come è stata, un luogo di controllo, monitoraggio e contenimento del contagio: basti guardare al balzo in avanti dei contagi a 15 giorni dalla chiusura delle scuole.
Riteniamo assolutamente dovuta e necessaria la scelta di riaprire le scuole, anche alla luce non solo delle perdite nell’apprendimento che sono state inflitte alle generazioni più giovani e all’aumento vertiginoso di diseguaglianze che investono il diritto allo studio, ma anche le preoccupazioni espresse dagli psicologi italiani sulle gravi conseguenze che la chiusura della scuola, con l’isolamento e l’impoverimento relazionale che ne sono derivati, ha prodotto tra giovan* e i giovanissim*.
Inoltre ricordiamo che il mondo della scuola, insegnanti e studenti hanno aderito massicciamente, sin dal febbraio 2021 o dall’agosto 2021 (ben prima di ogni ipotesi di Green Pass normal o super), alla campagna vaccinale.
Contestiamo, invece, che nulla è stato fatto negli ultimi due anni dai governi in termini di finanziamento e organizzazione perché questa riapertura sia duratura e sicura. A ogni allentamento dell’emergenza si è persa l’occasione per introdurre miglioramenti, piccoli e grandi, che avrebbero evitato l’emergenza seguente.
Registriamo sconcertati che, a differenza dei principali Paesi europei, le misure di tracciamento per il contenimento del contagio nelle scuole italiane continuano a essere sottovalutate. Ora si preferisce far saltare il tracciamento anche nelle scuole, invece di approntare un canale dedicato alle scuole per i tamponi – che sia prioritario, tempestivo e gratuito –, o di attivare un presidio sanitario nelle scuole. Allo stesso tempo, si introducono nuove regole farraginose per le quarantene, aggravando la gestione in capo a ciascuna scuola e facendo saltare ogni organizzazione didattica. Priorità alla Scuola pretende protocolli di quarantena razionali, applicabili e garanti della massima presenza in classe, e deplora il ricorso alla «didattica mista» a meno che tutta la classe non sia in quarantena. I periodi di assenza di singoli studenti-esse fanno parte della vita e della vita scolastica; si prevedano caso mai pause didattiche in cui effettuare recuperi, valorizzando un rapporto virtuoso tra discente e docente, che consenta ai giovani e giovanissimi di rimettersi in pari con il programma.
Sono questi i comportamenti irresponsabili e l’indifferenza per l’istruzione pubblica che denunciamo.
A differenza dei Dirigenti scolastici che chiedono di rinviare l’apertura delle scuole, ricorrendo ancora una volta alla DAD, Priorità alla Scuola continua a chiedere maggiori finanziamenti nell’immediato in modo da ottenere organico aggiuntivo e per il futuro spazi e strutture adeguate e la riduzione degli alunni per classe. Sappiamo che non saranno dieci o venti giorni in più a cambiare la pessima situazione in cui si trovano la scuola e l’istruzione pubblica in Italia, ci vuole un altro investimento politico e finanziario. Ma, proprio come l’anno scorso, sosteniamo che la battaglia sulla scuola va fatta a scuole aperte. Non possiamo accettare che la DAD diventi la comoda supplente della scuola pubblica come non possiamo accettare che gli/le insegnanti e tutto il personale della scuola resti precario e in numero insufficiente.

Non possiamo più accettare che governanti, amministratori pubblici, stampa, sindacalisti mettano così facilmente nel conto la chiusura delle scuole senza pretendere anzitutto investimenti straordinari per il settore dell’istruzione né un bilanciamento delle chiusure con altri settori meno essenziali.
Non accetteremo nessun passo indietro da parte del Governo e delle Regioni sul mantenere le scuole aperte.
Inizieremo la nostra battaglia permanente contro le classi pollaio, in vista della raccolta firme per il referendum abrogativo della riforma Gelmini.

Cesp Veneto

Pubblicato da: Cesp Veneto

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Il CESP, Centro Studi per la Scuola Pubblica di Padova, è nato nel luglio del 2004. In questi anni, oltre a promuovere dibattiti, presentazioni di libri, rassegne cinematografiche e spettacoli teatrali inerenti al mondo dell’istruzione, ha sviluppato decine di convegni sul territorio.

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