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Il razzismo raccontato dai bambini e dalle bambine. C’è qualcuno in ascolto?

da | 21 Set 2021 | Proposte

Proponiamo questo studio e progetto aperto, condotto ed elaborato, del laboratorio di sociologia dell’UNIPD, attorno al come e quando affrontare nelle scuole – ma non solo – le tematiche che ruotano attorno al razzismo e alla sua percezione. Come CESP avevamo in calendario nel novembre 2020 un convegno, con alcun* componenti di questo gruppo di studio, su di uno spicchio del tema razzismo: la sua declinazione e deriva nello sport, e, di riflesso, nell’insegnamento delle scienze motorie. La pandemia, la didattica a distanza, ci ha portato a soprassedere ma non a rinunciareci: è un progetto che andremo a riprende riannodando i fili lasciati. Siamo più che felici, quindi, di far circolare questa proposta di lavoro e questo libro, accessibile e scaricabile liberamente dallo specifico sito UNIPD, che offre una ricca e stimolante traccia di lavoro per tutt* gli operatori del mondo della scuola. Quello che segue è uno stralcio dall’introduzione. Un grazie di cuore a tutto il gruppo di lavoro.G.Z.

Antirazzismo e scuole. Vol.1

di Annalisa Frisina e Alessio Surian – Università di Padova

Il razzismo raccontato dai bambini e dalle bambine. C’è qualcuno in ascolto?

Questo libro tenta di superare un diffuso approccio culturalista che riduce il razzismo ad una questione di ignoranza e che fa dell’educazione antirazzista principalmente un’ingiunzione morale a scoprire la bellezza della diversità. Al centro della nostra riflessione sta la presa di coscienza che la “razza” come fatto sociale e non certo biologico, cioè come dispositivo di gerarchizzazione umana, non è qualcosa di cui ci si libera non nominandolo, perché gioca un ruolo cruciale nell’organizzazione sociale e politica.
Nella sociologia contemporanea, si preferisce usare il termine razzializzazione (Frisina 2020, pp. 47-50) per mettere in luce le circostanze storiche e politiche che riproducono le gerarchie razziali e si cerca di spostare l’attenzione da coloro che vengono definiti razzialmente (i “neri”, gli “zingari”…) ai gruppi sociali più potenti, cioè ai razzializzatori, coloro che traggono vantaggi simbolici e materiali dai processi di gerarchizzazione umana. Il privilegio è per lo più invisibile agli occhi dei privilegiati, che spesso sono inconsapevoli del suo impatto sulle vite proprie e altrui.
La razzializzazione implica l’inferiorizzazione o peggio la de-umanizzazione, la segregazione spaziale, lo sfruttamento economico, la violenza materiale e simbolica nei confronti di soggetti che vengono considerati appartenenti a determinati gruppi e, più o meno esplicitamente, non appartenenti ad un noi normativo: i “bianchi” o anche gli italiani (doc, di origine controllata).
In questo libro, i soggetti razzializzati non vengono considerati mai vittime, ma attori sociali con una loro soggettività politica, che rivendicano in circostanze difficili la propria umanità e dignità, restando troppo spesso inascoltati. Ciò è particolarmente vero per le donne razzializzate che si scontrano quotidianamente contro razzismo e sessismo, trovando raramente alleanze che riconoscano e supportino la loro autodeterminazione.

Come affrontare questa complessità nella scuola italiana?
La nostra proposta è di partire dai bambini e dalle bambine, attualizzando il lavoro pioneristico di ricerca dell’antropologa Paola Tabet (1997, si rimanda al nostro Cap. 1) per prendere consapevolezza di come i processi di razzializzazione siano pervasivi e si possa imparare molto presto a riflettere criticamente sulle diseguaglianze confrontandosi tra pari.
I bambini e le bambine nominano il razzismo, lo riconoscono nelle loro vite quotidiane, lo incontrano pure a scuola nelle interazioni tra pari e con gli/le insegnanti.
Se li consideriamo cittadini e cittadine del presente (e non, come spesso si dice, del futuro) a scuola possiamo creare le condizioni per fare emergere e de-naturalizzare le rappresentazioni ideologiche che
legittimano le ingiustizie sociali. I bambini e le bambine hanno un senso di giustizia che va coltivato e sostenuto attraverso un dialogo intergenerazionale.

qui il link al libro, accessibile e scaricabile.

Cesp Veneto

Pubblicato da: Cesp Veneto

Centro studi per la Scuola Pubblica

Via Monsignor Fortin 44 – Padova

Il CESP, Centro Studi per la Scuola Pubblica di Padova, è nato nel luglio del 2004. In questi anni, oltre a promuovere dibattiti, presentazioni di libri, rassegne cinematografiche e spettacoli teatrali inerenti al mondo dell’istruzione, ha sviluppato decine di convegni sul territorio.

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